Lug 25, 2020 13:23 CET
  • Islam, la mia scelta(168): Silva Met dalla Svezia

Una delle verità fondamentali stabilita dai testi sacri islamici è che nessuno può essere costretto ad accettare questa fede.

E' il dovere dei musulmani di stabilire la prova dell'Islam alla gente in modo che la verità possa essere chiara dalla falsità. Dopo di che, chi vuole accettare l'Islam può farlo e chi vuol continuare sull'incredulità può farlo. Nessuno dovrebbe essere minacciato o danneggiato in alcun modo, se non vuole accettare l'Islam.

Tra le tante prove decisive a riguardo a ciò citiamo sono le seguenti. Dio dice: "Non c'è costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah, si aggrappa all'impugnatura più salda senza rischio di cedimenti. Allah è audiente, sapiente." (Corano 2:256)

Alcune persone potrebbero chiedersi che se l'Islam effettivamente sostiene tale approccio, allora che cosa è tutto questo che si sente a proposito del jihad? La risposta a questo è che il jihad in Legge islamica può essere condotto per una serie di motivi, ma a convincere la gente ad accettare l'Islam non è semplicemente uno dei motivi. Per quanto riguarda la conversione, questo deve essere fatto tranquillamente diffondendo il messaggio con la parola scritta e parlata. Non c'è posto per l'uso di armi per costringere la gente ad accettare l'Islam.

Una volta che le persone hanno sentito il messaggio senza ostruzione o impedimento, la prova è stata rivelato a loro, dopo di ciò il dovere dei musulmani è fatto. Coloro che desiderano credere sono liberi di farlo e coloro che preferiscono non credere sono altrettanto liberi di farlo. Amici oggi insieme a voi ascolteremo la storia del ritorno all’islam di due neo-musulmano uno dalla Svezia e l’altro dall’indonesia. 

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La signora Silva Meto è docente presso il dipartimento di economica dell’Università di Svezia. Lei due anni fa, all’età di 31 anni, e dopo aver condotto a lungo una ricerca sulla fede islamica, recitò la shahada(testimonianza islmica), nel mausoleo dell’imam Riza a Mashhad.  Silva dopo la conversione all’islam sciita, scelse il nome di Zeinab. Lei parlando del suo ritorno all’islam, racconta:” io per oltre 18 mesi studiai la fede islamica. Leggendo il sacro libro dell’islam, Corano e i testi sulla vita dei discendenti del Profeta Muhammadas(as), trovai l’islam sciita, la religione più completa, i cui insegnamenti furono basati sulla ragione. Questa religione infatti ci aiuta a vivere una vita felice e ci guida verso la salvezza. Io infatti conobbi l’islam attraverso una delle mie amiche  musulmane in Siria. Lei mi aiutò molto a approfondire la mia conoscenza sulla fede islamica. 

Dopo aver abbracciato l’islam, portai anche l’hijab. L’hijab non limita affatto le attività femminili nella società. Anzì l’hijba regala una identità a una donna e protegge la sua dignità e garantisce la sua sicurezza e la serenità nella società. Io per recitare la shahada scelsi il mausoleo dell’imam Reza(as). questo luogo sprituale mi faceva provare una sensazione speciale di tranquillità. Mi sentivo molto vicina a questo grande e gentile imam.”, ha concluso la neo-musulmana svedese. Lei dopo il suo viaggio in Iran si recò anche in Iraq per visitare il santuario dell’imam Hussein a Karbalà.

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Nella seconda parte di questa puntata amici, vi invitiamo ad ascoltare la storia della conversione all’islam di un giovane indonesiano che non rivelato il suo nome. Lui praticava il buddismo e di recente abbracciò l’islam nella città saudita Al-Ahsa, a maggioranza sciita. Il giovane indonesiano inizia così la storia del suo ritorno all’islam: qualche anno fa per motivi di lavoro, mi recai in Arabia Saudita. E cominciai a lavorare in una caffetteria come un cammeriere. un giorno alla caffetteria c’erano tante persone così che non riuscii a servire bene i clienti. Uno dei clienti ordinò una bevanda, però io avevo così tanti impegni che dimenticai di portarglila. Lui si infuriò molto e mi diede uno schiaffo. Io rimasi scioccato però temendo di perdere il mio lavoro, non protestai e non dissi nulla. Un altro uomo che guardava questa scena, si avvicinò a me e mi chiese perchè non pretesi nulla e non gli avessi dato un bello schiaffio in cambio.  Io non risposi nulla. Però lui insistò ancora e mi incoraggiò a punirlo. Il proprietario della caffetteria intervenne e chiese di convincere quel giovane che che mi aveva difeso, lui però non l’ammise e chiamò la polizia. Quell’uomo che mi aveva piacchiato essendo colpevole iniziò a piangere e mi chiese di perdonarlo ed io lo feci. Il giorno dopo quel giovane che mi aveva sostenuto venne ancora alla caffetteria. Lo accolsi con affetto e gli chiesi perchè mi avessi difeso. Lui mi rispose di aver fatto solo quello che la sua religione l’aveva consigliato. E quando gli chiesi della fede che praticava mi rispose: l’islam. da quel giorno in poi diventammo intitmi amici. lui mi spiegò di più sull’islam. io conoscendo di più questa fede decisi di diventare musulmano ed ora sono molto contento di questa mia scelta”

 

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