Apr 17, 2019 11:13 CET

Cari amici abbiamo avviato da qualche settimana la nostra rubrica dedicata a Tabriz, bellissima città del nord-ovest dell’Iran, scelta come capitale del turismo del mondo islamico nel 2018.

La cittadina di Maku è una delle province di frontiera della regione dell’Azerbaijan Occidentale. È una cittadina di montagna, circondata dalle alture dell’Azerbaijan. La particolarità di questa regione è il suo carattere multi-linguistico. Nella zona centrale di Maku la gente parla il dialetto turco mentre alla periferia la gente parla quello curdo. La maggiorparte della gente è musulmana ma è consistente anche la minoranza armena.

La città di Maku, con una elevazione di 1634 metri sopra il livello del mare ha una posizione strategica privilegiata perchè si affaccia sul fronte tra Iran, Turchia ed Azerbaijan. Infatti, è situata sul percorso che porta all’importante passaggio di frontiera di Bazargan, attraversato dai viaggiatori che vogliono recarsi in Turchia, dall’Iran, per via terrestre. La città di Maku sorge nell’immensa valle del fiume detto “Zangmar” che divine la città stessa in due parti. La città è sovrastata da imponenti e ripide pareti rocciose ed ogni visitatore, al primo sguardo, ha l’impressione di essere entrato in un antico castello.

Nell’ottavo secolo dell’egira, il 14esimo secolo cristiano, il geografo persiano “Hamdallah Mostofì” nel suo diario di viaggio, “Nozhatol Qolub” scrive: “Maku è una fortezza nella fessura di una roccia, tanto che fino a mezzogiorno, le roccie impediscono al sole di illuminare la città ed in essa c’è quasi sempre la penombra”.

Maku è sicuramente una città molto antica, una città che affonda le sue radici nel nono secolo a.C. “Dakhme Sangi Farhad” è di quel periodo ed è una sorta di rifugio ricavato nella pietra in una montagna a 7 km di distanza dalla città; questo rifugio ha delle scalinate che le fanno da entrata, e porta in due stanze da 12 e 4 metri quadrati che sono collegate con una porta. Nei muri ci sono delle incanalatura che formano dei poggiatoi, usati probabilmente per poggiare lampade. Questo luogo è stato registrato nella lista del Patrimonio Culturale iraniano.

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