Apr 27, 2019 12:39 CET
  • Islam, la mia scelta (153):Karima Moual(Italia)

L'Islam è molto più di una religione formale: è infatti uno stile di vita integrale. Il musulmano ("colui che si sottomette") vive in un rapporto diretto con Dio in ogni momento e non introdurrà alcuna separazione tra la sua vita e la religione, la sua politica e la sua fede.

Con il suo forte accento sulla fratellanza degli uomini, che cooperano per compiere la volontà di Dio, l'Islam è diventato una delle religioni più influenti nel mondo di oggi.
L'Islam inoltre è una religione, aldilà dei pregiudizi del colore della pelle, della razza e dei confini territoriali. Ecco perché i seguaci delle altre religioni con una stretta veduta hanno un senso di orgoglio di eccesso rilievo quando uno abbraccia l’Islam.
Lasciare la religione degli antenati, è una delle decisioni più difficili, ma i principi e le virtù di larga veduta dell’Islam hanno persuaso l’umanità nell’adottarli come modo di vivere.
Non vi è un bene che Dio non abbia indicato e ordinato e non vi è un male o un peccato che non abbia vietato e consigliato di evitare; l’applicazione delle prescrizioni islamiche garantisce a tutti una vita di sicurezza, di pace all’ombra delle leggi che assicurano i diritti di tutti.
Dio Altissimo afferma: (6: 151) Di’ : Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e a loro.
In questa puntata insieme a voi ascolteremo le testimonianze di alcuni neo-musulmani italiani. Non mancate!
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Karima Moual è nata a Bergamo. Lei parlando del suo ritorno all’islam ci racconta:«Quando nel 2005 ho abbracciato l’islam, questa religione era come il demonio. C’era stato da poco l’attentato alle Torri Gemelle. L’attenzione verso l’islam era forte, soprattutto in una visione negativa.  Fu in quel periodo che la mia curiosità si accese verso quella religione. Volevo capire cosa c’era davvero di cattivo. Dopo due anni di studi e ricerche abbracciai l’Islam, io e anche mio marito». A raccontarsi è anche Elena Hayam Murgia , 40 anni, sarda ma residente a Milano, il web è stato fondamentale per la sua conversione. «Quando ero ancora sposata - racconta -, mio marito lavorava in un’impresa con molti operai musulmani e qualche volta gli hanno regalato dei libri sull’Islam. Fu così che ho iniziato a leggerli e a conoscere l’Islam. Da quel momento ho iniziato, di nascosto da mio marito, a cercare sul web risposte a miei quesiti in lingua italiana. Nel 2011 mi sono recata da sola alla moschea di Sarocco per la conversione».
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Anche Silvia Aaminah Ianello, 28 anni, studentessa di giurisprudenza a Trieste, ha incontrato l’Islam grazie a un amico musulmano. «Il mio incontro con l’Islam c’è stato grazie a un ragazzo tunisino - racconta -. Sono rimasta colpita dalla sua cultura e dal suo credo Islamico, che era tutt’altro rispetto a ciò che si raccontava. Mi colpì moltissimo che il Corano, libro sacro dei musulmani, rispetto alla Bibbia, era un testo che non era mai stato snaturato, modificato dall’uomo. Il mio cammino verso la conversione è avvenuto attraverso lo studio dei libri, Internet ma soprattutto la frequentazione della moschea, dove mi sono convertita. Mi ricordo ancora il giorno, quando, nonostante i miei famigliari fossero scettici per questa mia scelta, non mi hanno mai lasciata sola. Sono andata in moschea accompagnata da mia madre, da mia zia e un mio caro amico. Mi portarono persino una torta per festeggiare. Fu un momento di grande commozione. Da quel momento la moschea diventò la mia seconda casa».
Quello verso l’Islam - racconta Paolo Jafar Rada, 40 anni, di un paesino nel bergamasco di 5 mila anime - è stato un cammino lento ma di continua consapevolezza che il mondo occidentale era lontano dai valori e ideali che lui cercava. Ne è convinto al punto da fare una diagnosi lucida: «Nella fase attuale, noi ci troviamo nell’epoca che l’induismo ha definito come kali yuga, ovvero l’epoca oscura, l’epoca dove predominano le masse informi, le quali senza guida divina sono in uno stato di abbrutimento totale. L’Europa oggi vive in uno stato di materialismo diffuso o di pseudo religiosità laica. Un umanità decaduta distaccandosi da Dio». Paolo Jafar sceglie dunque l’Islam sciita, e nella figura dell’imam Khomeini, fondatore della Repubblica islamica in Iran, trova la guida: «Colui che ha ricondotto sulla via maestra». Perché la chiesa, secondo Jafar, ha perso quando si è arresa alla modernità andando verso l’uomo invece che verso Dio.