Set 07, 2022 10:28 CET

Vi presenteremo un programma dedicato allo slogan di quest’anno, scelto e proclamato dalla Guida Suprema della rivoluzione islamica, Ayatllah seyyed Alì khamanei, la produzione, la ricerca e l’occupazione

La repubblica Islamica dell’Iran fondata su due principi di libertà e l’indipendenza, già dai primi anni dalla vittoria della rivoluzione islamica del 79 si è dimostrata particolarmente attenta a rafforzare la produzione interna e quindi al settore dell’industria e delle produzioni industriali indispensabili per la realizzazione dello sviluppo economico e l’autonomia del Paese. Uno dei prodotti molto importanti non solo per l’industria ma anche in tutti gli altri campi strategici è l’acciaio. Così nel 2017 cresce la produzione di acciaio in Iran, dov’è iniziato il conto alla rovescia per l’inaugurazione di un nuovo impianto di produzione di spugna di ferro, con una capacità di 800 mila tonnellate all’anno.

Lo stabilimento che funziona in base al metodo del tutto nazionale chiamato anche come Persian Reduction, messo a punto dagli ingegneri iraniani, sfrutta gli ossidi del ferro per la realizzazione di prodotto idoneo per la produzione di acciaio ed è stata fondata nella città di Miyaneh, a nord-ovest iraniano. Il progetto è stato attuato dall’Imidro, l’Organizzazione per lo sviluppo e la modernizzazione delle miniere e delle industrie, ed ha come obbiettivo principale quello di alimentare l’industria iraniana dell’acciaio, un settore molto promettente in Iran ma meno conosciuto tra gli altri paesi dell’Asia Occidentale.

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La produzione di acciaio oggi è lo strumento industriale più strategico per la Repubblica Islamica dell’Iran, sia sul piano interno che estero. L’Iran con la produzione di oltre un milione di vetture all’anno, che lo piazza in cima ai produttori di automobili del medioriente, ha una necessità elevata di acciaio, resosi sempre più vitale negli ultimi anni, anche per via dell’ampliamento della rete ferroviaria, e della necessità di innovare le infrastrutture petrolifere.

Del resto, l’aumento dei prezzi mondiali dell’acciaio e la scoperta di 400 milioni di tonnellate di minerale di ferro negli ultimi anni in Iran, secondo quanto spiegato dal direttore dell’Imidro, Mahdi Karbasian, non lascia dubbi alle autorità e ai grandi finanzieri dell’Iran sull’espansione di tale industria.

Va ricordato inoltre che proprio sul versante dell’esportazione, nel 2016, l’acciaio è stato la maggiore voce dopo il petrolio, il gas e i prodotti petrolchimici.

La Repubblica Islamica piazzandosi tra i primi 10 paesi produttori principali dell’acciaio nel mondo, è riuscita a raggiungere l’ambito obiettivo di far trasformare dalla minaccia a vere e proprie opportunità, le sanzioni ingiuste degli Stati Uniti e dei loro alleati.

Ricordiamo che l’Iran nel 2010 era il diciasettesimo produttore dell’acciaio nel mondo mentre nel 2020 con la produzione di 29 milioni di tonnellate di acciaio all’anno ha registrato il 70% di aumento piazzandosi nella decima posizione internazionale.

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