Set 24, 2022 08:38 CET

Cari amici, vi presento un altro appuntamento con l'arte iraniana, dai tempi della grande Persia fino ad oggi. In ogni puntata cercheremo di raccontare ed approfondire allo stesso tempo la storia dell'arte iranica.

In questo programma parleremo dell'arte nel period Sassanide.

Nell’immagine di Gudarz II a Bisotun fu riprodotto proprio le  stile Achemenide.  Nonostante la grande estensione del tema della rappresentazione, l’ispirazione che la sottende è la medesima, né la tecnica usata differisce dal passato. I rilievi piatti di Firuzabad e Susa, solo di qualche anno precedenti, sono molto simili. Anche qui emerge la stessa staticità: i ritratti occupano la maggior parte della scena e i particolari, come le armature pesanti che rivestono il corpo di uomini e cavalli, sono molto dettagliati. La realizzazione a due dimensioni rivela come il rilievo sia stato scolpito partendo da una base disegnata, e per quanto l’artista si sia ingegnato a nascondere i particolari arsacidi, elementi dello stile della precedente dinastia sono stati conservati. A qualche centinaio di metri dall’immagine di Ardashir a Firuzabad, si trova un’altra rappresentazione, che immortala l’incoronazione di Ardashir per mano della Fravarti. Il re e la Fravarti sono posti sui due lati di un altare del fuoco, che pur non trovandosi in altre sculture sasanidi, è raffigurato su tutte le monete della dinastia. Ardashir tiene nella mano destra il cerchio della corona, piegando l’indice della sinistra in segno di rispetto. La Fravarti ha sulla testa una corona merlata, simile alla corona achemenide. I due personaggi sono posti alla stessa altezza, mentre dietro al sovrano un nobile, posto più in basso, tiene nella mano una paletta. È un tratto tipico dell’arte antica quello di indicare il rango dei personaggi per mezzo di stature diverse. Dietro al nobile si trovano tre notabili di corte, probabilmente il figlio e altri familiari. Per sottolineare l’idea della continuità con gli Achemenidi – e probabilmente anche per onorare la sacertà della zona – Ardashir fece scolpire la scena dell’incoronazione anche a Naqsh-e Rostam. In questa opera scultorea il sovrano e la Fravarti sono entrambi a cavallo. Ai piedi del cavallo della Fravarti è rappresentato un Ahriman dal volto sfigurato, mentre ai piedi di quello di Ardashir c’è Artabano V. Queste le novità dell’opera: la Fravarti tiene nella mano destra il barsom, mentre la corona sferica di Ardashir, che dovrebbe essere sul capo, è nella mano. I cavalli appaiono più possenti, anche se rispetto ai cavalieri sono più piccoli del normale, e i nemici sono rappresentanti a terra, sotto le cavalcature. Sopra l’anello che Ardashir e la Fravarti reggono insieme, c’è un circolo a rilievo che è forse il simbolo della presenza di Mitra. Una iscrizione trilingue (pahlavi sasanide, pahlavi arsacide e greco) reca il nome del sovrano e della Fravarti, continuando la tradizione achemenide delle iscrizioni trilingui su pietra.

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Queste prime sculture, insieme ai primi edifici sasanidi, mostrano come i Sasanidi cercarono di stabilire una continuità con gli Achemenidi, dando seguito alle tradizioni artistiche dell’Asia occidentale. Nella misura in cui l’influenza dell’arte arsacide, che collega la tradizione iranica orientale agli Achemenidi, permane nell’arte sasanide anche se con alcuni cambiamenti, si può affermare che l’arte sasanide sia erede fin dall’inizio della tradizione iranica.

André Godard scrive a proposito di queste iscrizioni: “In nessuna di esse si trova qualcosa che sia estraneo all’arte iranica”. D’altra parte, la stessa staticità della scena e dei personaggi si ritrova anche nelle rappresentazioni di epoca achemenide, come viene confermato da Hetzfeld a proposito della mancanza di movimento e di partecipazione dei personaggi: “Questa mancanza è normale in ogni arte giovane ed è possibilmente dovuta alla carenza tecnica degli scultori che furono impiegati. Molto presente è invece l’idea di una simmetria completa che è una delle principali caratteristiche”. F. Sarre analizza l’immagine dell’investitura di Ardashir: “Ogni volta l’artista vuole esprimere somiglianza e proporzione, come nei due cavalli e nella parte bassa del corpo del re e della Fravarti, e anche nel resto dell’opera, cerca di fare corrispondere tutto il più possibile”. La figura che appare sotto il cavallo della Fravarti, in cui si può facilmente riconoscere Ahriman, simbolo del male, corrisponde e fa da contralto alla figura dell’ultimo re arsacide Artabano V, ritratto sotto il cavallo del sovrano. In corrispondenza del ricciolo della Fravarti c’è la paletta dell’uomo, e di fronte al suo bastone (il barsom?) c’è la mano in posizione adorante del sovrano”.

Composizioni simmetriche sono utilizzate per esprimere concetti religiosi e mistici. In una composizione simmetrica le forze che sono poste sulle due parti sono disposte lungo un asse verticale, per mezzo del quale l’osservatore è in qualche modo guidato verso l’alto. Nel corso dei secoli precedenti, dalla preistoria fino alla nascita di queste grandi sculture rupestri, questo tipo di simmetria era sempre stata utilizzata, soprattutto nel caso dei pugnali votivi dei Cassiti, come espressione di un’essenza religiosa; la tradizione continuò fino alla fine dell’epoca sasanide, anche quando si trattò di esaltare la grandezza del sovrano.

 

 

 

 

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