Lug 15, 2023 08:36 CET

Salve cari amici e benvenuti all'appuntamento della nostra programmazione.

Nel corso della puntata di oggi vi vogliamo parlare di una delle meraviglie antropologiche dell’Iran ovvero di Meymand, villaggio troglodita della regione del Kerman, a sud-est dell’Iran,  proclamato patrimonio dell’UNESCO, in cui la presenza umana risale a 13 mila anni fa.

Qui nella provincia di Kerman, 13mila anni fa gli uomini iniziarono a vivere sulle montagne di Payè; nel 6000 a.C., alcuni dei primi gruppi di ariani che si trasferirono in Iran dall'Asia centrale, si stanziarono qui e scavarono nella roccia le loro caverne e secondo la leggenda, quando si stancavano, si facevano forza bevendo vino (Mey in persiano) e da qui il nome del villaggio, "Meymand". Il villaggio, 3.600 anni fa, diventa un santuario zoroastriano, anche perchè le zone elevate (Meymand è a 2240 metri di altezza), erano scelte dagli zoroastriani per realizzarci i templi del fuoco. Gli zoroastriani tenevano e tengono tutt'ora, nei loro templi del fuoco, un braciere acceso che viene tenuto vivo perennemente. A Meymand scopriamo la radice antropologica di questo rito religioso; il tempio del fuoco, dove il Mogh (il sacerdote zoroastriano, da questo nome proviene la parola mago), teneva sempre il fuoco acceso, era sinonimo di sopravvivenza per il villaggio; nella stagione fredda, se si spegneva il fuoco in una caverna abitata, i proprietari potevano andare a prenderne un pò, persino a mani nude, dal fuoco centrale del villaggio, tenuto sempre acceso. Si prendeva un po' di cenere in mano e poi sopra si metteva un pò di fuoco vivo e si correva nella propria caverna per non bruciarsi; ancora oggi, il modo di dire, è rimasto nella lingua persiana; se un amico viene a alla porta di casa ma non accetta di entrare, gli dici: "Perchè hai fretta? Sei venuto a portare il fuoco?".

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Le caverne scavate nella roccia sono di due tipi; quelle fresche, utilizzate in estate, ma poi soprattutto quelle invernali, che rimangono calde. A Meymand si visita l’antico tempio del fuoco, l’edificio piu’ antico esistente, del periodo pre-islamico. Poi vi e’ il fantastico hammam, dove si accendeva un fuoco sotto l’acqua del fiume, e dove si usava per l’illuminazione un lucernario con delle pietre particolari (alabastro), che immagazzinano la luce di giorno (facedola pure passare) e che si illuminano di notte. L’hammam veniva usato di mattina dalle donne e di pomeriggio dagli uomini. La grotta piu’ moderna del villaggio e’ la moschea, scavata 200 anni fa, con un Mihrab rustico ed un tappetino particolare, messo accanto ad esso, con l’immagine di Khomeini. Nelle caverne non entrano serpenti e scorpioni poiche’ la cenere spalmata sulle pareti ed il tetto, allontana insetti ed animali in maniera naturale.

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Nelle caverne, ancora oggi, c'è lo spazio per accendere il fuoco. Turisti, soprattutto stranieri, raggiungono il minuscolo villaggio di 12 chilometri quadrati per trascorrere una notte; gli abitanti del posto sono tradizionalmente vegetariani, ed oggi vivono soprattutto grazie all'apicultura, la vendita di erbe medicinali e di melograni, mele, mele cotogne e fichi, che crescono divinamente ed ovunque a Meymand.

 

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