Ago 20, 2016 07:53 CET
  • Fanatismo: il falso volto dell’Islam (20)

La realtà dell’intercessione (al-shafa’a), come vi abbiamo già spiegato, è invocare qualcuno, soprattutto i profeti e le figure luminose della religione. Invocarle come mezzo per chiedere qualcosa a Dio e avvicinarsi ad Egli, sia prima che durante il Giorno del Giudizio; questa pratica appartiene da sempre alla cultura dei musulmani, sia sunniti che sciiti e viene tramandata tramite una ininterrotta catena di insegnamenti dal Profeta sino ad oggi. 

 

Solo una piccola parte della comunità islamica, cioè i seguaci dei pensieri falsi e innovativi di Ibn-e-Taymyya e Ibn-e-Wahhab, si oppongono a questo concetto islamico che, come vi abbiamo già dimostrato, è stato confermato da numerose prove coraniche e hadith autentici attribuiti al Profeta Muhammad (as).

Intimamente legata alla legittimità della pratica dell’intercessione v’è  la Ziyarat, cioè la pratica della visita alle tombe e ai santuari dei profeti e dei prescelti del Signore. Fin dai primi anni,  la visita alle tombe dei santi e devoti credenti fu molto diffusa tra i musulmani. I pellegrini, per esempio, che si recavano alla Mecca nei primi anni dell’avvento dell’Islam per compiere il Hajj(pellegrinaggio islamico), usando il suolo che copriva e circondava la tomba di Hamza, zio del profeta che fu martirizzato durante la battaglia di Uhud, costruivano per loro stessi dei Tasbeeh, (rosari).

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Ibn-e-Taymmya e i suoi seguaci salafiti credevano però che la visita alle tombe e ai santuari dei profeti, Imam o santi, fosse una forma di idolatria totalmente anti-islamica. Coloro che non si conformarono alle loro credenze vennero etichettati come Mushrik (infedeli) e uccisi e le loro proprietà confiscate.

Ibn-e-Taymiyya riteneva haram (illecito) perfino il viaggio che si facesse con l’obiettivo di visitare la tomba del Profeta Muhammad(as). Lui nel Minhaj al-Sunnah scrisse: ”Tutti gli hadith sulla legalità della visita alle tombe, attribuiti al Profeta Muhammad sono del tutto falsi e non appartengono a una catena di trasmettitori autentici”. Il fondatore del salafismo scrisse inoltre: “Visitare la tomba del Profeta è infatti invocare altri all'infuori di Dio e associare qualcuno a Lui e tale azione è Shirk (politeismo) ed è illecito”.

Contrariamente a quanto ritengono coloro che sono contrari alla Ziyarat, visitare le tombe dei profeti e degli awliyà (sia da parte degli uomini che da parte delle donne), e mettersi intenzionalmente in viaggio per ottemperare a tal compito, è anch’essa pratica riconosciuta come legittima dai sapienti islamici. Visitando la tomba dei profeti e dei prescelti di Dio, un fedele chiede la loro intercessione o il loro aiuto (istighata), e cerca di ricevere le loro benedizioni a causa della elevata posizione che essi hanno presso il Signore.  Un credente andando a visitare la tomba dei defunti ricorda a se stesso che la vita terrestre è provvisoria; e il ricordo della morte lo impegna di più a compiere buone azioni e prepararsi per la sua vita eterna dell'oltretomba.

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Nella sura At-Takâthur (Il Rivaleggiare) il Signore si riferisce ai miscredenti che vanno a visitare le tombe però non per trarre lezioni: “Il rivaleggiare vi distrarrà, finché visiterete le tombe”.

Secondo l’esegesi classica della sura si riferisce ad un episodio che vide due clan medinesi rivaleggiare, al limite dello scontro fisico, a proposito dei loro rispettivi fasti. Vantando il loro passato e i loro eroi, si recarono al cimitero per enumerarli e stava quasi per risuonare il suono sinistro delle armi quando intervenne l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui) che recitò loro questa sura e li ricondusse alla ragione. Come si può comprendere da questo verstto il Signore si oppone all’atto di vantarsi del numero delle tombe e dei defunti però non nega affatto la visita alle tombe.

Muhammad ibn Ahmad al-Qurtubi (1214-1273) autore dell’esegesi del Sublime Corano commentando questi versetti scrisse: ”Visitare le tombe è la miglior cura per rendere morbidi i cuori duri. Perchè la visita alle tombe gli fa ricordare della morte e della vita oltretomba. E il ricordo della morte e dell’aldilà ci rende meno inclini ai desideri ed alle aspirazioni mondane e ci fa perdere la passione di restare a lungo in questo mondo” .

Come vi abbiamo già menzionato, non sono pochi gli hadith autentici attribuiti al profeta nei quali viene ristabilita la legittimità della Ziyarat.

Il Profeta disse: “Andate a visitare le tombe perchè cio' vi fa ricordare l’aldilà”. Egli disse altresi':”La visita alle tombe, vi ispira delle lezioni”.

Un hadith riferito da Abu Hureyrah spiega che il Profeta Muhammad(as) andò a visitare la tomba di sua madre, Amina e là pianse così che gli altri vedendo le sue lacrime scoppiarono a piangere. L’Inviato di Dio poi affermò: ”Andate a visitare le tombe, perchè vi ricordano la morte” (Hadith trasmesso da Muslim).

L’inviato di Dio affermò : "Chi durante il pellegrinaggio visita la mia tomba dopo la mia morte è come se mi avesse incontrato durante la mia vita."

E ancora in un hadith riportato da Anas Ibn-e-Malik, il Profeta disse: “Chiunque venga a Medina per visitare la mia tomba nel Giorno del Giudizio avrà la mia intercessione”.