Fanatismo: il falso volto dell’Islam (21)
Nella tradizione islamica, la Ziyarat, la pratica della visita alle tombe e ai santuari dei profeti e dei devoti credenti è legata al concetto dell’intercessione. Fin dai primi anni dell’avvento dell’islam, la visita alle tombe dei santi e pii fu molto diffuso tra i musulmani.
Ibn Taymmya e i suoi seguaci salafiti credevano che la visita alle tombe e ai santuari dei profeti, imam o santi, fosse una forma di idolatria e coloro che non si conformarono alle loro credenze vennero riconosciuti come infedele e uccisi e le loro proprietà confiscate.
L’edificazione di moschea, cupole e mausolei, e l’abbellimento delle tombe dei profeti, degli awliyà e delle persone importanti è un’altra pratica islamica a cui si oppongono i wahhabiti e salafiti.
Ibn Taymmya, l’ispiratore del salafismo, e il suo discepolo Ibn Qayyim al-Jawziyya per la prima volta boicottarono l’edificazione delle strutture sulle tombe e autorizzarono la loro demolizione. Ibn Qayyim nel Zad al-Ma'ad (Disposizione dell'Oltre) scrisse:” è lecito demolire l’edificio costruito sulle tombe e la loro distruzione non deve ritardare nemmeno di un giorno”
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Dopo che il wahhabismo fu fondato da Muḥammad ibn Abd al-Wahhāb col sostengo di Al-Saud, questi ultimi con la scusa di voler diffondere l’islam wahabbita assaltarono e saccheggiarono le città sante del mondo islamico e distrussero le tombe-santuario del Profeta Muhammad(as) ed i suoi discendenti.
Nel 1218 i wahhabiti entrarono in Mecca dove distrussero tutti i luoghi sacri e le cupole, inclusa quella che serviva da copertura al pozzo di Zamzam.
Essi nel 1926, attaccando Medina, l’altra città sacra dei musulmani, dissacrarono le tombe di al-Baqi, cimitero storico e sacro della città, così come ogni moschea che trovarono e dimostrarono mancanza di rispetto per i martiri e i familiari e compagni del Profeta (as) lì sepolti. I musulmani in disaccordo con loro vennero marcati come infedeli e successivamente uccisi. Fecero anche un tentativo di demolizione della tomba del Profeta (as), ma per qualche motivo abbandonarono l’idea.
bn Jabhan dice: “Sappiamo che la tomba che si eleva sulla sepoltura del Profeta è contro i nostri principi, ed avere questa tomba in una moschea è un peccato abominevole”.
Le tombe di Hamza e degli altri martiri di Uhud vennero demolite, la moschea del Profeta (S) venne bombardata. Su protesta dei musulmani, Ibn Saud diede delle rassicurazioni sui restauri ma la promessa non venne mai realizzata.
Il 1925 Jannat al-Mualla, il sacro cimitero di Mecca, venne distrutto insieme alla casa dove nacque il Santo Profeta (S).
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Secondo la tradizione islamica però l’edificare strutture sulle tombe dei profetu e dei devoti credenti è una pratica permessa e lecita se l’obiettivo è ispirare reverenza nei loro confronti agli occhi delle persone comuni, in modo che non disdegnino coloro che occupano quelle tombe.
Nel versetto 32 della sura Hajj, il signore riferendosi alla riverenza ai simboli sacri dell’islam afferma:”Questo è quanto [vi è stato prescritto], e chi rispetta i sacri simboli di Allah, sa che ciò scaturisce dal timore del cuore.”
Inoltre un fedele rispettando e difendendo i luoghi sacri e le tombe dei profeti e dei pii credenti esprime la propria gratitudine nei confronti di questi grandi personaggi che fecero tanti sacrifici per divulgare il verbo divino.
Il Signore nella sura Ash-Shura(Consultazione) ordina ai fedeli di amare non solo il Profeta, ma anche i suoi famigliari e parenti: “ Di': “Non vi chiedo alcuna ricompensa, oltre all'amore per i parenti”. A chi compie una buona azione, Noi daremo qualcosa di migliore. In verità Allah è perdonatore, riconoscente.”
È da notare inoltre che nel sublime corano, Iddio Altissimo oltre a invitare i fedeli a rispettari i simboli sacri dell’islam, riconosce lecito edificare una struttura sulle tombe. Nella sura Kahf(Caverna) v’è la prova di liceità di questo atto. In questa sura il Signore racconta la storia de“i compagni della Caverna”, un gruppo di giovani che abbandonarono la loro città e si ritirarono in una caverna, per sfuggire alle persecuzioni di un tiranno pagano, che voleva costringerli ad abiurare il loro credo.
Per volere di Dio, dormirono per 300 anni e dopo il loro risveglio videro che il culto dell’unico Dio aveva sostituito permanentemente il paganesimo e che i fedeli non venivano più perseguitati. Dopo la loro morte come riportato dal versetto 21 della sura Kahaf, la gente decisero di costruire un santuario, vicino alla loro grotta in segno di riverenza. ” Discutevano sul caso loro e dicevano: “Innalzate su di loro un edificio. Il loro Signore meglio li conosce”. Quelli che infine prevalsero, dissero: “Costruiamo su di loro un santuario”.
Da questo versetto si può anche comprendere che la costruzione di moschee vicino alla tomba dei prescelti del Signore è una tradizione coranica ed è meglio che si costruisca una moschea in questi casi, in modo che in essa si preghi ed il ricordo della persona sepolta rimanga così nella mente dei fedeli che si recano in essa.