Set 24, 2016 07:56 CET
  • Islam, la mia scelta(124):La storia di Malaak

Una vita religiosa basata su norme divine aiuta molto l’uomo a trovare la pace e la soddisfazione interiore e a superare le difficoltà affrontate nella vita.

Infatti la felicità e la soddisfazione interiore è un obiettivo che ognuno cerca di raggiungere.

I filosofi, gli intellettuali i medici, gli artisti e tutti quanti sono alla ricerca delle vie che portano alla felicità e vogliono trovare delle scorciatoie per sfuggire alle preoccupazioni ed ai dolori. Però tutte le scelte da loro proposte procurano al massimo una felicità immaginaria oppure parziale. In molti casi queste sono delle medicine che ci aiutano temporaneamente, mentre, quando il loro effetto finisce, le afflizioni si raddoppiano.

Una realtà che non si può negare è che la felicità eterna non si può raggiungere, tranne che con la fede nel Signore ed inseguendo la Sua guida. Siccome Egli ha creato l’umanità, sa benissimo ciò che la rende felice, ciò che è benefico per essa, ciò che la affligge e ciò che la danneggia.

Amici in questa puntata insieme a voi ascolteremo la storia del ritorno all’islam della signora Malaak dagli Usa .

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La signora Malaak è nata in Virgina negli Stati Uniti. Lei è una ricercatrice di successo che si occupa degli studi biologici. Malaak parlando del suo ritorno all’islam ci racconta:” un giorno lessi per caso un libro scritto da certi scrittori non musulmani sulla fede islamica. In quel libro gli autori accusavano i musulmani di adorare una pietra nera(cioè la Ka’aba alla Mecca) e di esercitare violenza sulle donne. Loro pretendevano perfino che l’islam fosse solo la religione degli arabi e che il termine “Allah”, Dio dei musulmani, non fosse di proprietà dell'islam ma fosse di origine pagana e derivava dal termine “Al-Lot” dato dagli arabi meccani all’idolo che adoravano. Le parole di questi autori sull’islam mi sembravano così illogiche che non continuai più la lettura di quel libro. Però nella mia mente curiosa c’erano numerose domande per le quali non aveva nessuna risposta. Un giorno all’università incontrai delle ragazze musulmane e gli chiesi perchè adorassero la pietra senza anima. Una di loro, a sentire la mia domanda rimase molto stupita e rispose che i musulmani non adoravano mai un pezzo di pietra;anzì loro credevano solo in un Dio Unico che non aveva nè compagni nè figli. lei prosegendo poi mi spiegò che girare attorno alla Kaaba era solo uno dei riti della fede islamica che simboleggiava la negazione di tutti gli idoli e divinità tranne Iddio altissimo e ciò non significava affatto adorare un pezzo di pietra.  Poi gli chiesi sulla questione della violenza sulle donne nell’islam. l’altra ragazza mi spiegò che l’islam era contro qualsiasi tipo di violenza contro le donne aggiungendo che le donne musulmane pur indossando il veloislamico,  partecipavano liberamente alle attività sociali. Lei proseguì ancora che la donna veniva rispettata molto nell’islam e che l’islam non voleva che la donna diventasse lo strumento del prepotere maschile che voleva la donna oggetto di piacere. E in base al corano, sacro libro dei musulmani, uomo e donna, entrambi avevano uguali diritti.”

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“Loro mi spiegarono ancora che l’islam riconosceva e rispettava tutti i profeti divini che furono inviati dal Signore per guidare i popoli. Però la fede islamica, come l’ultima religione inviata da Dio, perfezionava e rifiniva le religioni divine precedenti. A sentire le loro spiegazioni logiche e chiare sull’islam rimasi molto stupita e nello stesso tempo triste. Mi dipspiaceva davvero molto che in Occidente la gente venisse intenzionalmente mal informata su questa religione divina.

Le mie nuove amiche musulmane erano tutte europee e questa realtà testimoniava il fatto che l’islam non apparteneva solo a una razza o ad un certo popolo e che questa era una religione universale.

In quel periodo cominciai anche a lavororare. Anche al lavoro conobbi una donna musulmana nera. Lei mi diede l’indirizzo di un centro islamico che si trovava vicino alla miacasa. Ci andai per curiosità e per ottenere più informazioni sull’islam. loro mi accolsero a braccia aperte e mi chiesero di andarci anche venerdì. All’inizio non mi accorsi perchè insistevano che io ci andassi venerdì però quando quel giorno entrai nel centro islamicodavanti a me vidi una scena solenne e indescrivibile: numerosi fedeli di diverse etnie e razze disposte uno accanto all’altro nelle file  pregavano tutti umilmente un Dio unico. Dopo la preghiera mi avvicinai a una donna americana e le chiesi come si sentisse. Lei mi rispose che da poco si era convertita all’islam e che facendo salat si sentiva molto calma e tranquilla. Lei mi spiegò che una delle numerese bellezze della salat fu il fatto che tutte le persone a prescindere dal loro colore, razza e ceto sociali si posizionavano in file, uno accanto all'altro. Dentro di me fu accesa una forte passione per conoscere l’islam. quindi continuai a frequentare quel centro islamico e dopo un po abbracciai l’islam. quando mio padre si accorse della mia conversione  si infuriò molto e strappò tutti i miei libri però io non reagì negativamente e solo lo guardai con affetto perchè l’islam ci consigliava sempre di trattare bene i genitori anche se furono non musulmani. Lui a vedermi così calma si vergognò molto. E dopo qualche ora venne da me e  mi disse di  seguire qualsiasi ideologia che ritenevo più opportuna  ”, conclude la neo-musulmana americana