Nov 12, 2016 07:54 CET
  • Islam, la mia scelta (126) Alexander Webb Russel

L'lslam non è semplicemente un ideale astratto concepito soltanto per meri fini devozionali e non presenta un idolo vuoto che debba essere riverito in ogni momento. L’Islam è una norma di vita, una forza vivente che si manifesta in ogni aspetto dell'esistenza umana. Inoltre nella fede islamica l'individuo è il centro di gravità e lo strumento essenziale per I'instaurazione dell’Islam, o di qualunque altro sistema che debba entrare in azione su vasta scala.

Il fatto è che la natura esterna e la natura interna dell'uomo agiscono e interagiscono fra loro, e che l’Islam ha esteso la propria divina portata a tutti quanti gli aspetti della vita, interni ed esterni.

Amici una delle persone che cercava da anni l’equilibro e la tranquillità nella vita è il signore Alexander Webb Russel che dopo una lunga ricerca li trovò alla fine nella fede islamica. Seguiteci anche oggi per sentire la storia del suo ritorno all’islam, non mancate!

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Alexander Webb Russel è nato a New York lui inizia così la storia della sua conversione all’islam:”a 20 anni, passavo un periodo di forte cristi sprituale. Turbavano numerose domande e dubbi sull’universo, e sull’anima e sulla vita dopo la morte. Quando mi rivolgevo agli esperti di religione nella mia città per chiedere la risposta delle mie domande loro non mi davano risposte convincenti e mi accusavano invece di non essere capaci di scoprire e comprendere i segreti dell’universo. Mi sentivo deluso. In quel periodo non conoscevO l’islam. Un giorno però per caso lessi un libro nel quale l’autore parlava della morte e della sorte dell'uomo dopo la morte. Lui inoltre con le argomentazioni solide dimostrava l’immortalità dell'anima umana e sosteneva che con la morte non finiva l’esistenza dell’uomo e che la sua anima invece si trasferiva nell’altro mondo. Le affermazioni logiche dell’autore sulla vita dopo la morte mi convincevano e mi incuriosirono anche  molto per conoscerlo da vicino. Quindi per trovare lo scrittore del libro andai alla casa editrice che aveva pubblicato il libro e gli chiesi l’indirizzo dell’autore. Quando arrivai a casa presi subito una carte e penna e gli scrissi con molto entusiasmo una lettera; e così fu iniziata una lunga e molto utile corrispondenza tra di noi”

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“Nella mia lettera io gli chiesi alcune delle domande più importanti che mi turbavano di più. Qualche giorno dopo ricevetti una busta con una lettera e alcuni libri all’interno. Lui mi aveva scritto di un Dio unico con il quale si poteva parlare direttamente in qualsiasi tempo e luogo senza alcun mediatore.  Io gli avevo chiesto se si potesse andare in paradiso e raggiungere la Salvezza senza compiere le buone azioni. Lui mi rispose che la nostra beatitudione e Salvezza dipendeva solo dal nostro operato in questo mondo. In una parte della sua lettera lui si riferì anche ad alcuni versetti del corano, sacro libro dei musulmani sulle conseguenze finali delle azioni dell’uomo nell’altro mondo:” Che nessuno porterà il fardello di un altro,e che invero, l'uomo non ottiene che il [frutto dei] suoi sforzi ;e che il suo sforzo gli sarà presentato [nel Giorno del Giudizio] e gli sarà dato pieno compenso,e che in verità tutto conduce verso il tuo Signore”.

Io ero come un pesce fuor d'acqua che cercavo di raggiungere il mare. Io , assettato di sapere, continuai ancora a scrivergli delle lettere e gli chiesi su Dio. Lui mi rispose che secondo l’islam 'Uomo fu il Vicario di Dio sulla Terra  e che il Signore concesse all’uomo la possibilità di scegliere tra il bene e il male. Il musulmano mi spiegò ancora che l’uomo inchinandosi davanti ad un Dio così Onnipotente ed Onniscente non solo non si sarebbe fatto umile anzì si sarebbe liberato dalle superstizioni e così non si sarebbe più piegato alle richieste umilianti di altri esseri umani. Alla miadomanda se l’islam fosse solo un ideale astratto concepito soltanto per meri fini devozionali lui rispose che l'islam era la religione della medianità e dell'equilibrio e che questa fede considerava la vita come un equilibrio tra la ricerca dell’aldilà e l’impegno per il benessere della vita terrena. Lui proseguì poi che gli insegnamenti islamici consigliavano al fedele di dedicare una parte del suo tempo alla preghiera e al culto di Dio ed il resto alle faccende della vita quotidiana ed a lavoro. Dopo una lunga e utile corrispondenza con l’autore musulmano del libro che ormai fu diventato un mio intimo amico io trovai le risposte delle mie numerose domande nell’islam, le domande alle quali le cosidette prestigiose dottrine filosofiche occidentali come quella di Kant e di Hegel non furono riuscite a dare le risposte convincenti. Così io decisi di abbracciare l’islam e diventare musulmano. Dopo la conversione all’islam, davanti a me sono aperte le porte di un nuovo mondo e mi sento molto più libero e felice ”, conclude il neo-musulmano americano Alexander Webb Russel che dopo la sua conversione all’islam ha scelto il nome di Muhammad.