Apr 20, 2016 08:01 CET
  • Fanatismo: il falso volto dell’Islam (12)

Amici nella puntata precedente vi abbiamo parlato di certi pensieri falsi e interpretazioni errate sull’Islam di Ibne Taymmya, l’ispiratore della setta del Wahabismo ed i suoi seguaci, i quali discordavano palesemente non solo dal principale testo sacro della fede islamica, cioè il Corano, ma contrastavano pure con l’intelletto umano.

Ibne Qayyim al-Jawziyya, uno dei seguaci fedeli di Ibne Taymyya, per esempio nei suoi libri descriveva Iddio l'Altissimo sostenendo: 

“Il trono su cui si innalza il Signore è così grande che copre la distanza tra i due cieli e poggia su 8 giganti montoni che si sono disposti su un mare profodo di due cieli. E questo mare si è appoggiato al settimo cielo!”.

Ciò voleva dire che Dio per reggere il suo trono ha bisogno di questi montoni. Tutto mentre uno dei principi fondamentali dell’Islam, che viene ricordato e ribadito ripetutamente nel sublime Corano è il fatto che il Signore è l’assoluto e non ha bisogno di nulla ed ha in sè stesso la propria perfezione.

Sulla concezione di Dio, Ibn Taymyya pretende ridicolosamente che Iddio Altissimo, come le sue creature mortali, si muove e si sposta da un luogo all’altro. Nel suo libro Minhaj al-Sunna al-Nabawiyya (La via della Sunna profetica) lui descrive così questo movimento: ”Ogni sera il Signore scende verso il cielo di questo mondo; e nella notte di Arafa, Allah si avvicina sempre di più alla Terra per esaudire da vicino la preghiera dei suoi servi. Allah dopo essere sceso al cielo di questo mondo rivolgendosi ai suoi servi li chiama così:” C’e qualcuno che Mi invoca in modo che io risponda al suo appello?”.

Ibn Qayyim al-Jawziyya, discepolo di Ibn Taymyya, spiegando piu dettagliatamente nel suo libro Majmu'al-fatawa, le assurde idee del suo maestro su Dio scrive: ”In ogni cielo Allah ha un trono(Arsh) su cui si siede. Quando Lui scende verso il cielo di questo mondo, si appoggia sul trono destinato a Lui e poi chiama i suoi servi:”C’è qualcuno che Mi chieda il perdono in modo che io risponda e lo perdoni?” Poi Iddio l'Altissimo rimane seduto fino alla mattina e verso l’alba lascia il trono del mondo e ascende su, verso un altro trono”.

Musica

Ibn Battuta, un esploratore e viaggiatore marocchino, nel suo diario racconta così la storia del suo incontro con Ibne Taymyya nella moschea di Damasco: ”Ho visto Ibne Taymyya nella moschea di Damasco predicare i fedeli dicendo: ”il Signore scende dal cielo di questo mondo come io adesso vengo giù da questo pulpito”. Appena pronuncio' queste parole, Ibne Taymyya si alzo' e scese dalla scala del pulpito. Tra la folla c’era anche Ibne Zahra, un esperto di fiqh cioè di giurisprudenza islamica, di scuola giuridico-religiosa Maliki che protesto' contro le affermazioni di Ibn Taymyya. Però lui venne subito picchiato da alcuni fedeli fanatici che credevano ingenuamente alle parole di Ibn Taymyya. Anche il giudice di Damasco condanno' e puni' Ibne Zahra per aver prostesto contro Ibne Taymyya. Però gli ulema e i giudici della scuola Maliki e dello Sciafeismo si oppossero a questa punizione e portarono il caso davanti al governatore di Damasco e lui ordino' di arrestare Ibne Taymyya”.

Con tale considerazioni, Ibn Taymyya attribuisce infatti delle caratteristiche antropomorfe a Dio assegnandoGli una esistenza materiale che per poter comunicare con le sue creature ha bisogno di scendere al cielo del mondo e poi ascendere ai cieli superiori. Tutto mentre il moto è una caratteristica indispensabile del mondo materiale e Iddio Altissimo per poter sentire le parole dei suoi servi ed esaudire le loro preghiere non ha bisogno di spostarsi verso il nostro mondo e sederesi sul trono destinato a questo universo. Nel versetto 16 della sura Qaf il Signore afferma: ”In verità siamo stati Noi ad aver creato l'uomo e conosciamo ciò che gli sussurra l'animo suo. Noi siamo a lui più vicini della sua vena giugulare..” e sempre riguardo all’Onnipresenza di Dio nel versetto 115 della sura Baqara(la Giovenca) leggiamo: ”Ad Allah appartengono l'Oriente e l'Occidente. Ovunque vi volgiate, ivi è il Volto di Allah...”, da questi versetti si può trarre la conclusione che il Signore è presente ovunque e niente sfugge alla Sua attenzione. Lui è Onnipotente e per poter sentire le sue creature o fare qualsiasi altra cosa non ha bisogno di spostarsi da un luogo all’altro o muoversi. In una parte del versetto 284 della sura Baqara Allah afferma: ”Ad Allah appartiene tutto ciò che è nei cieli e sulla terra...Allah è onnipotente.” Infatti l’Onnipotenza e l’Onniscienza sono tra gli attributi del Signore che vengono ricordati ripetutatmente nel Corano. Infatti in base a questi versetti del sacro libro dei musulmani, le considerazioni di Ibne Taymyya che si presentava come chi credeva nel ritorno all'Islam delle origini e alle sue fonti originarie (Corano e Sunna) risultano errate. Infatti il Signore per comunicare l’uomo non ha bisogno di usare le parole, le frasi o qualsiasi altro modo di comunicazione creato dall’uomo, Lui comunica i suoi servi attraverso il loro animo ed il loro cuore.

Ibne Taymyya nelle sue fantasie oltre a considerare l’'Arsh e il Kursi (trono) un’unica cosa fermarsi sul significato esteriore, dicendo che il trono ha un’esistenza esteriore ed è una creatura completamente simile a un trono, riserva anche un posto reale e particolare al Profeta Muhammad(as) su questo trono e vicino al suo Creatore. Tutto mentre lo stesso profeta dell’Islam, pur godendo di una posizione spirituale molto elevata e venerata si vanta di essere il servo di Dio, anche nel versetto 110 della sura Kahf(La Caverna) il Signore rivolgendosi al suo Messaggero afferma:” Di': “Non sono altro che un uomo come voi. Mi è stato rivelato che il vostro Dio è un Dio Unico. Chi spera di incontrare il suo Signore compia il bene e nell'adorazione non associ alcuno al suo Signore”.