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Proteste globali contro il presidente degli Stati Uniti
Pars Today– Migliaia di cittadini americani ed europei sono scesi in piazza sabato 5 aprile per protestare contro le controverse politiche e azioni di Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, e Elon Musk, capo dell'Ufficio per la Produttività del governo americano.
L'annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti dell'introduzione di nuovi dazi sulle merci importate ha scatenato indignazione pubblica negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. Trump sostiene che l'imposizione di queste tariffe favorirà l'economia americana e che la loro applicazione è in linea con lo slogan "America First", con l'obiettivo di sostenere le industrie nazionali, ridurre il deficit commerciale e riportare i posti di lavoro manifatturieri negli Stati Uniti. Tuttavia, l'entrata in vigore di questa politica ha suscitato preoccupazioni sia all'interno che all'esterno del paese e ha avuto conseguenze economiche che hanno provocato una diffusa indignazione a livello globale.
Negli ultimi giorni, l'annuncio delle nuove tariffe ha scosso i mercati finanziari mondiali. In appena due giorni, il valore delle società quotate nell'indice “S&P 500” è diminuito di 5.000 miliardi di dollari, un record senza precedenti. Il prezzo del petrolio e delle materie prime è crollato, mentre gli investitori si sono riversati sui titoli di stato come beni rifugio. Inoltre, l'instabilità politica è aumentata. Cittadini preoccupati e indignati negli Stati Uniti e in molti altri paesi sono scesi in piazza per manifestare contro le azioni provocatorie di Donald Trump. Le aziende, soprattutto i principali partner economici degli Stati Uniti, temono un aumento del costo della vita, danni alle piccole imprese, la rottura delle tradizionali relazioni commerciali e un incremento delle tensioni politiche ed economiche interne e internazionali.
Anche in Europa, i cittadini di molti paesi hanno protestato nelle strade contro questa politica di Trump, esprimendo il loro malcontento e la loro preoccupazione. Le manifestazioni contro Trump, in particolare in Europa, riflettono il timore di un crollo dei principi del multilateralismo, della solidarietà internazionale e del libero mercato. I governi europei, che da tempo hanno divergenze con Washington su temi come i dazi, la NATO e l’ambiente, ora si trovano in una posizione ancora più difficile.
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, parlando a nome di tutti i paesi dell’Unione Europea, ha dichiarato che i dazi americani avranno conseguenze "gravi" per milioni di persone in tutto il mondo. Ha sottolineato che non esiste una soluzione chiara per gestire la complessità e il caos derivanti da queste tariffe e dai loro effetti a livello globale.
In questo contesto, le proteste globali contro la politica tariffaria di Trump non solo riflettono la preoccupazione delle persone per il futuro dell’economia nazionale e mondiale, ma rappresentano anche un’opposizione diretta all’unilateralismo degli Stati Uniti, che ora si trova ad affrontare una seria sfida. Infatti, l’attuazione di questa politica, nonostante tutte le promesse di Trump, porterà a un maggiore isolamento degli Stati Uniti. Molti paesi cercheranno di rafforzare le relazioni commerciali regionali, bilaterali e multilaterali per contrastare questa politica. Inoltre, le risposte dei vari paesi, tra cui l’imposizione di dazi ritorsivi, aggraveranno ulteriormente la situazione economica.
D'altra parte, queste proteste rappresentano un punto di svolta nella consapevolezza globale sui rischi crescenti delle politiche economiche e politiche ingiuste. La partecipazione di migliaia di cittadini americani a queste manifestazioni – che gli organizzatori hanno definito la più grande ondata di proteste di un solo giorno contro un presidente degli Stati Uniti – è un chiaro segnale della profonda insoddisfazione pubblica nei confronti dell'attuale sistema di potere negli USA e un "no" deciso alle politiche di Trump. Inoltre, evidenzia la profonda frattura tra il governo e il popolo americano.
Jamie Raskin, deputato democratico del Maryland, ha paragonato Trump a Benito Mussolini, leader italiano durante la Seconda guerra mondiale, e a Herbert Hoover, presidente degli Stati Uniti durante la Grande Depressione, ribadendo:" Non c’è futuro con un presidente che ha una politica come Mussolini e un'economia come Herbert Hoover."
Nonostante gli sforzi di Trump per calmare e convincere la società americana a sostenere questa politica, l'indignazione pubblica e le proteste dimostrano una crisi di fiducia, una mancanza di giustizia e il crollo dell’etica nel sistema di potere globale. Di fatto, l’insistenza di Trump nel portare avanti questa politica mostra chiaramente che la democrazia in Occidente è molto fragile, e che nessuna voce, tranne quella del governo degli Stati Uniti, viene ascoltata.
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