Giu 09, 2018 12:52 CET
  • Fiabe persiane (83): i quattro giovani (iii), il racconto del vecchio

C'era qualcuno, non c'era qualcun'altro, oltre al buon Dio non c'era essun altro. La settimana scorsa vi abbiamo spiegato che per volere del fato, il quarto giovane, che era un principe fuggitivo, diventò il re della città dove erano giunti e diede ai suoi tre amici, il figlio del commerciante, il figlio del contadino ed il giovane dal bell’aspetto ricchezza e posizioni importanti.

Un giorno quando organizzò un ricevimento con i suoi amici ed i dignitari della sua corte un nobile anziano alzò la mano e chiese di poter raccontare una vicenda. Ecco ciò che l’anziano raccontò…

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Tanti anni fà, quando ero giovane, lavoravo per uno dei grandi uomini della nostra terra. Passarono gli anni e poco alla volta iniziai a sentire le acciaccature della vecchiaia ; più il tempo trascorreva e più mi convincevo del fatto che questo mondo e’ effimero e privo di valore.

Una sera pensai : « Povero illuso ! Ti vanti della tua posizione in questo mondo, un mondo che non ha avuto pietà di mille re e che li ha spodestati al momento opportuno. Devi pensare a te stesso prima che sia troppo tardi ; la vita e’ breve ! ».

Per questo decisi di non lavorare più e di dedicarmi alla preghiera. Un giorno quando era andato al mercato per comprare qualcosa vidi un cacciatore che cercava un acquirente per ciò che aveva catturato : due volatili. Ebbi pena per quegli animali e decisi di liberarli ; chiesi quanto costavano ed il cacciatore disse « due Dirham ». Io avevo precisamente « due Dirham » e potevo liberarli, ma sarei rimasto senza nulla da mangiare. In un istante il mio cuore mi diceva di comprare quegli uccelli, un istante dopo il moi cuore mi diceva di lasciare stare e di sfamarmi. Poi pensavo ancora che liberarli era una buona azione e Dio mi avrebbe aiutato. E fu così che come un marinaio che sfida il mare in tempesta, decisi di dare tutti i miei soldi per comprare quei due uccelli e liberarli.

 

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Quando li acquistai non aprii subito la gabbia perchè ebbi paura che lì qualcuno li catturasse di nuovo. Portai la loro gabbia fuori città e lì li liberai in una radura verdeggiante. I due uccelli si posarono sui rami di un albero e cantarono felici. All’improvviso uno di loro mi rivolse la parola e disse : « Ci hai fatto un grande favore. Ci hai donato nuova vita. E’ vero che hai pagato due dirham, ma quello era tutto ciò che possedevi. Nemmeno tutti i tesori della terra basterebbero per ringraziarti. Ora però scava sotto quest’albero perchè quì si trova un tesoro. Prendilo per te ».

Io rimasi incredulo e risposi : « Voi riuscite a vedere i tesori sotterranei ma com’e’ che un normale cacciatore riesce a catturarvi ? ».

L’altro, che era rimasto silenzioso fino a quel momento rispose : « Buon uomo, e’ stato volontà di Dio. Lui ha voluto che noi venissimo catturati e poi ha voluto che vedessimo questo tesoro ».

Iniziai allora a scavare la terra nel punto dove mi indicavano e trovai un ricco tesoro. Presi solo qualche moneta per poter provvedere alle mie spese e sotterrai nuovamente il tesoro perchè non volevo che la ricchezza terrena mi deviasse nuovamente dalla vita pia che avevo avviato.

Se ora il re desidera, vorrei regalare a lui quel tesoro ».

Il giovane re ringraziò e rispose : « Solo tu sei degno di quel tesoro. Con la tua azione hai seminato il seme del bene ed esso ha dato i suoi frutti. Se davvero non hai bisogno di quel tesoro prendilo e portalo quì e dividilo tra i bisognosi ».

Fu così che quel giorno, sia il re che i suoi amici, anche grazie al racconto dell’anziano, appresero che nella vita al di sopra di ogni cosa, c’era solo ed unicamente la volontà di Dio.

 

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