Lug 08, 2018 10:25 CET
  • Fiabe persiane (90): la storia di piccolo piccolo (III)

C'era qualcuno, non c'era qualcun'altro, oltre al buon Dio non c'era essun altro. Nel corso della puntata precedente abbiamo narrato la prima parte della storia di « piccolo piccolo » una sorta di gnomo che accolse nella sua caverna una donna e poi anche suo marito ed i suoi figli. « Piccolo piccolo » considerava la coppia come i propri genitori ed i loro figli come i proprio fratelli.

Lo gnomo chiese un giorno al padre di chiedere la mano della principessa della loro città per lui. Il padre, pur non avendo speranze di riuscire, andò a corte e formulò la richiesta ed il re, per prenderlo in giro, gli disse che avrebbe dovuto mettere in fila, da casa sua fino a corte, dei cammelli dal ginocchio nero che avessero come carico oro ed argento. L’uomo tornò da « piccolo piccolo » che in un batter d’occhio fece quello che il re aveva chiesto. E fu così che ad un tratto, il re ed i cortigiani videro la scena a cui non riuscivano a credere. Ma ora, ecco il seguito della fiaba…

***

Chiamato dai suoi vizir, il re andò a vedere di persona dalla sua finestra. In effetti, dalla montagna, dove si trovava la caverna di « piccolo piccolo », fino al suo castello, erano in una fila ordinata cammelli dal ginocchio nero. Erano tutti stracarichi e proprio di oro ed argento.

Il re pensò che non avrebbe dato lo stesso sua figlia in sposa ad uno gnomo ma poi si accorse che visto che aveva promesso in pubblico di darla in sposa a tale condizione, non realizzando la sua promessa, avrebbe messo a repentaglio il suo regno. Chi sarebbe stato disposto ad obbedire ad un re che non manteneva le promesse?

Quindi si rassegnò ed accolse « piccolo piccolo » a corte ed ordinò che iniziassero i festeggiamenti. Si festeggiò per sette giorno e sette notti ed alla fine, la settima notte, la principessa e « piccolo piccolo » convolarono a nozze.

Il giorno dopo « piccolo piccolo » che era amato profondamente dalla bella principessa, prese la mano della moglie e la portò a vivere con se e con la sua piccola famiglia nella caverna.

Vissero felici e contenti ed ogni giorno « piccolo piccolo », portava le sue mandrie a pascolare con il padre ed i fratelli.

Un giorno disse però alla moglie che quando lui era assente, lei doveva stare attenta alla sua coda, quella specie di tovaglia di pelle che lui stendeva sotto di se prima di sedersi. « Piccolo piccolo » disse che se quel pezzo di pelle fosse bruciato, lei avrebbe dovuto cercarlo per anni per trovarlo ; così a lungo che vestendo scarpe di ferro queste si sarebbero bucate come uno scolapasta e che prendendo in mano un bastone di ferro, questo sarebbe diventato esile come un ago.

***

La giovane principessa però non credette alle parole di « piccolo piccolo » e così incuriosita, un giorno buttò nel fuoco il pezzo di pelle di proprietà del marito mentre lui era assente.

All’improvviso « piccolo piccolo » apparve e disse : « Perchè mi hai fatto questo ? Ora io sparirò e per trovarmi dovrai vestire scarpe di ferro e prendere in mano un bastone di ferro ».

« Piccolo piccolo » sparì all’istante e la donna si pentì profondamente di non aver dato retta al buon marito. Ed allora andò dal fabbro ferraio e si fece costruire un paio di scarpe ed un bastone di ferro.

E così, munito di ciò che il marito le aveva detto, iniziò a cercare il suo amato. Camminò e camminò ed attraverso mari e monti e dopo anni le sue scarpe di ferro avevano tanti di quei buchi da assomigliare ad uno scolapasta ; il suo bastone, invece, corroso dalle intemperie, era ormai divenuto sottile sottile, come un lungo ago.

Un giorno la principessa arrivò in una città deserta, dove nessuno viveva. Vide in lontananza un gruppo di persone che tiravano fuori acqua da un pozzo e la gettavano su un uomo che gridava « brucio, brucio ».

La donna pensò che forse a bruciare era ancora « piccolo piccolo ». La donna si affrettò e riconobbe il marito ma nonostante tutta l’acqua che gli versavano a dosso, lui continuava a bruciare. La donna si ricordò allora dell’anello di matrimonio che suo marito le aveva regalato dicendole che aveva poteri magici. Lei lo mise in un secchio d’acqua e lo versò su « piccolo piccolo ». Finalmente lo gnomo smise di gridare e la principessa si gettò ai suoi piedi chiedendogli scusa.

Lo gnomo e la principessa tornarono alla loro grotta dove gli aspettavano felici la coppia ed i loro figli e fu così che vissero tutti insieme felici e contenti.

 

***

Siamo saliti e c’era cielo e la nostra fiaba era vera, siamo scesi e c’era acqua e la nostra fiaba era menzogna. Fino alla prossima fiaba, che Dio vi protegga!

 

Tag