Lug 08, 2018 09:57 CET
  • Fiabe persiane (88): la storia di piccolo piccolo (I)

C'era qualcuno, non c'era qualcun'altro, oltre al buon Dio non c'era essun altro. Sotto la cupola turchina del cielo, c’era una volta una famiglia povera : un uomo ed una donna e tre figli.

L’unica loro ricchezza era una mucca che forniva loro il latte da cui ricavavano il formaggio e lo yogurt. Un giorno però la mucca smise di dare il latte ed allora decisero di scannarla e di usare la sua carne. Quando uccisero la mucca, ne presero la pelle e la usarono per fare una sorta di borraccia. L’uomo pensò che la carne della mucca non era sufficiente per l’inverno di tutti ed allora decise di cacciare la moglie da casa con una scusa.

Prese la borraccia di pelle e ne bucò il fondo e quindi la diede alla moglie e disse : « Porta dell’acqua dal fiume ma se non me la porterai e non sarai ubbidiente non ti farò più entrare in casa ».

La povera donna prese la borraccia e si recò al fiume ma lì ogni volta che riempiva il contenitore questo si svuotava. Poco dopo capì che la borraccia era bucata e che era impossibile riempirla. Capì che il marito aveva deciso di buttarla fuori di casa. Tornò e supplicò il marito di aprirle ma lui disse che se non aveva l’acqua se ne doveva andare. La donna disse che la borraccia era bucata ed era impossibile riempirla ma il marito non diede retta alla povera donna. E così, mentre nevicava e non c’era nessuno, la povera donna si diresse verso la montagna nella speranza di trovare un rifugio.

***

La donna salì verso la montagna mentre nevicava ; il terreno era ghiacciato e la donna pensò che presto non sarebbe più riuscita a camminare. Strappò allora la borraccia di pelle e allacciò un pezzo di pelle sotto ognuno dei suoi piedi e continuò a camminare sulla neve. Andò avanti e dopo tanto tempo vide del fumo uscire da un punto del monte. Si diresse verso il fumo e giunse così all’ingresso di una grotta.

Entrò e rimase stupita. Quella non era una grotta : era arredata come la migliore delle case ed in essa si trovavano tutti gli utensili e le stoviglie immaginabili. C’era un camino e la zona si avvicinò e lì vide che stava ribollendo una zuppa. Prese una scodella e dopo essersi cibata di un pò di zuppa si sentì molto bene. La donna iniziò a interrogarsi sul chi fosse il proprietario di quella grotta. Sentì allora il rumore di un gruppo di animali ed allora capì che stava arrivando qualcuno. Si nascose dietro la sporgenza di una pietra ed attese. Sentì allora una voce che diceva : « I cammelli hoooooi…i cavalli hoooooi…..le pecore hooooooi…..le mucche hoooooooooi ». La donna vide che cammelli, cavalli, mucche e pecore entrarono nella grotta ed ognuno si mise in un angolo. La donna non riusciva però a vedere chi fosse la persona che le dirigeva. All’improvviso si accorse che sul dorso di una pecora c’era un omino, alto quanto un pettine, che parlava alle bestie e dirigeva le mandrie.

L’omino scese dal dorso della pecora, si avvicinò al fuoco, stese per terra un pezzo di pelle e poi si sedette sopra di esso appoggiandosi alla parete. L’omino si guardò attorno e disse : « Sento odore di esseri umani ». L’omino iniziò allora a perlustrare la grotta ma non trovò nessuno. Allora gridò : « Chiunque tu sia esci fuori, non ti farò del male ».

La donna uscì fuori dal suo nascondiglio e raccontò all’omino la sua triste storia. L’omino, che si chiamava « piccolo piccolo » ed aveva una testa calva disse : « Tu sei come mia mamma ed io potrei essere tuo figlio. Io non ho famiglia. Perchè non rimani quì da me. Io di giorno porto a pascolare gli animali ; tu rimani a casa, fai le pulizie e cucina ».

La donna fu felice ed accettò l’invito di « piccolo piccolo ». I due iniziarono a vivere tranquillamente proprio come una mamma ed un figlio e trascorsero bei giorni in quel freddo inverno.

Un giorno però la donna spiegò a piccolo piccolo che aveva nostalgia dei suoi figli e voleva rivederli.

Allora indossò dei vestiti di pelle che aveva cucito e si diresse verso la sua capanna.

***

Amici se Dio vorrà vi racconteremo la prossima puntata il seguito della fiaba. Per ora vi salutiamo con la solita formula:  

siamo saliti e c’era cielo e la nostra fiaba era vera, siamo scesi e c’era acqua e la nostra fiaba era menzogna. Fino alla prossima fiaba, che Dio vi protegga!

 

 

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