Lug 22, 2018 10:23 CET
  • Iraniani famosi (28):  Kasaì Marvazì, gloria del Marv

In questo programma vi presentiamo i personaggi della nostra terra che soprattutto per via di alcuni cambiamenti degli ultimi due secoli della geografia dell’Iran sono talvolta oggetto di pretese da parte di nazioni straniere. In questo programma conosceremo il famoso poeta e letterato persiano Kasaì Marvazì.

Abol Hassan Kasaì Marvazì, tra i più famosi poeti della storia della letteratura persiana, nasce nel 952 cristiano nella città di Marv, ad est dell’allora Iran, in una delle culle della cultura e della lingua dell’antica Persia.

Marv, in realtà, e’ una delle città più antiche della galassia culturale dell’Iran; fu una delle città popolate dalle genti ariane molto prima della nascita di Cristo; nelle epigrafi del periodo di Dario il Grande, la città di Marv viene citata con il nome di Margaush e chiamata anche Bakhtar, che significherebbe Occidente. I geografi del mondo antico la chiamavano Marghiana ed assunse importanza soprattutto sotto il dominio Arsacide. Nel periodo successivo, quello Sassanide, la zona conservò la sua importanza ed il suo lustro e dopo l’arrivo dell’Islam fu la culla di grandi dinastie reali.

Insieme a Neishabur, Balkh e Herat, Marv rimase una delle quattro città importanti dell’Iran nord-orientale e la sua posizione strategica le diede un valore particolare.

Fu capitale del Khorassan fino a quando i Tahiridi la trasferirono a Neishabur; i Samanidi, successivamente, portarono la capitale a Bukhara. Sotto i Selgiuchidi, più precisamente sotto il dominio del sultano Sanjar, Marv fu capitale e forse la città più prestigiosa della nazione. Per dare un’idea dell’importanza, soprattutto culturale, di questa città, bisogna ricordare che nel 550 dell’egira, 12esimo secolo cristiano, Marv aveva 10 biblioteche pubbliche e solo una di queste conservava 12 mila libri.

Il viaggiatore musulmano Yaqut Hamawi che visitò la città prima dell’invasione mongola la descrive come molto bella; l’aggressione delle orde mongoliche la distrusse completamente dopo cinque giorni di resistenza; 700 mila persone vennero fatte passare a fil di spada dopo la caduta della città che non riacquisì mai più il lustro di un tempo.

***

Nel periodo in cui visse Kasaì Marvazì, citato anche con il nome di Kisaì in alcune fonti, Marv era il rifiugio dei dotti soprattutto per via della biblioteca che negli ultimi giorni del suo impero il re Sassanide Yazdgerd aveva trasferito da Ctesifonte in questa città.

Secondo lo storiografo musulmano del 13esimo secolo cristiano Yaqut Hamawì, una delle biblioteche importanti di Marv era quella creata dalla dinastia Samanide dove molti studiosi famosi, tra cui Avicenna, condussero i loro studi.

La città di Marv, con simili condizioni, era anche un luogo ideale per l’attività dei poeti. Proprio per merito dei Samanidi, che amavano la lingua persiana, nel nono e decimo secolo cristiano molti poeti di corte iniziarono a comporre versi in persiano.

Uno dei primi fu Masoudì Marvazì, colui che compose un primo Libro dei Re o Shahnamè; dopo di lui ci fu Abu Nasr Marghazì.

Il terzo grande poeta della corte Samanide fu porte Abol Hassan Kasaì, che visse nel periodo di debolezza della dinastia dei Samanidi; Kasaì, inizialmente, scriveva elogi per il re ma più in avanti si pentì di essere stato “un poeta di corte” e scrisse solo versi in lode al profeta della sua sacra progenie.

Secondo le testimonianze esistenti, fino al 12esimo secolo cristiano, la raccolta di poesìe di Kasaì era disponibile al completo, ma oggi abbiamo solo alcuni dei loro versi; gli storiografi che narrano di aver letto le sue poesie dicono che riguardano tutte la lode del profeta e delle figure luminose della religione islamica.

Kasaì e’ noto per i suoi paragoni e la creazione di immagini poetiche uniche; similitudini che parlano del mattino, dei narcisi, dell’arcobaleno del fior di loto e di tanti altri bei simboli della poesìa persiana.

***