Ago 13, 2018 07:07 CET
  • Iraniani Famosi (67): Abū Naṣr Muḥammad ibn Muḥammad Fārābī,

Anche oggi si parla di uno dei più grandi scienziati e soprattutto filosofi della storia umana, ovvero Farabì.

Gentili ascoltatori, oggi parliamo di un “iraniano famoso” nel vero senso della parola il cui nome e’ rimasto nella storia della scienza umana e che e’ stato talmente grande da essere conteso tra diversi paesi; anche se era persiano e chiaramente iraniano altre nazioni lo vogliono per se.

Stiamo parlando di Abū Naṣr Muḥammad ibn Muḥammad Fārābī, filosofo dell'epoca d'oro islamica. Nato a Otrar (detta anche Farab), nell'attuale Turkestan, allora semplicemente Transoxiana e regione della Persia, da famiglia nobile, in seguito agli intensi e prolungati studi, accumulò tale conoscenza della filosofia da essere apostrofato come "il secondo maestro", in riferimento ad Aristotele, detto "il primo maestro". Effettivamente fu un importante filosofo, psicologo, sociologo, politologo e musicista. Viene ricordato anche per il suo tentativo di elaborare una sintesi fra il pensiero platonico e quello aristotelico.

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Il padre, di origine persiana, era militare alla corte turca. I suoi primi studi scolastici li seguì a Farab e a Bukhara, nel 901 si trasferì a Baghdad, per completarli; qui studiò grammatica, logica, filosofia, musica, matematica e scienze. Era il pupillo di Abu Bishr Matta ibn Yunus. Studiò anche sotto il chierico nestoriano Yuhanna ibn Haylan ad Harran. Fu affiliato alla scuola di filosofia alessandrina che aveva sede ad Harran, Antiochia e Merv prima di stabilirsi definitivamente a Baghdad dove dimorò per quaranta anni.

Fu ad Aleppo nell'anno 943 e fece parte del circolo letterario della corte di Sayf al-Dawla Hamdani. Fu probabilmente la disperazione nel riformare la società in cui viveva a farlo inclinare verso il sufismo. I suoi viaggi lo portarono in Egitto e a Damasco nel 950 dove egli morì all'età di 80 anni.

Al-Farabi è stato uno dei primi musulmani ad occuparsi di logica ed a sviluppare una logica non aristotelica. Approfondì le tematiche sui numeri, sulle relazioni e le categorie logiche, sulla relazione fra logica e grammatica, e su una forma di inferenza non aristotelica.

Nell'opera "Città virtuosa" discusse delle tematiche religiose e approfondì la questione di Dio.
Affermò, prendendo spunto da Plotino, che l'essere primo (Dio), è sicuramente la causa di tutti gli altri esseri, oltre ad essere il migliore è unico e indivisibile, non ha inizio ed è permanente ed autosufficiente. Affinché un altro essere derivi da lui basta la sua essenza, non occorre nessun meccanismo o strumento naturale estraneo a lui.