Ago 18, 2018 15:06 CET
  • Iraniani Famosi (77): Razi o Razhes (p.5)

Oggi andiamo avanti col discorso sul grandissimo medico, filosofo e chimico persiano, il celebre Razi o Razhes.

Abu Bakr Muhammad ibn Zakariya al-Razi, noto anche col nome di al-Razi, o ar-Razi, o Ibn Zakariyya e in latino col nome di Rhazes o Rasis (Rey, 865 – 930), fu uno scienziato pluridisciplinare persiano che ha fornito grandi contributi in ambito medico, chimico e filosofico.
Nella puntata precedente abbiamo detto che egli nacque verso l'865 nella città di Ray (arabo Rayy). Al-Razi, infatti, significa « della città di Ray »), un'antica città nei pressi di Teheran,Iran. Qui egli effettuò gran parte delle sue ricerche e dei suoi lavori. Da notare che Avicenna abitò per un periodo di tempo in questa città. Rhazes fu incaricato di dirigere l'ospedale di Ray, ma ben presto si trasferì a Baghdad, dove gli fu assegnata la direzione dell'ospedale Muqtadari. In questo periodo studiò numerosi casi clinici. Si interessò anche di musica, settore nel quale fu riconosciuto come artista eccezionale.
È tuttora considerato uno dei più grandi alchimisti di ogni tempo, e i suoi lavori e scritti sono rimasti in uso per più di dieci secoli.
Scoprì l'impiego dell'alcool in medicina e fu il primo a preparare l’acido solforico.
Rhazes scrisse 184 libri e articoli su diversi argomenti scientifici. Oggi diamo uno sguardo più approfondito alle principali opere di Razi.  

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I due testi alchemici i più noti di Razhes sono: "al-Asrār" ("I Segreti") e "Sirr al-Asrār" ("Il Segreto dei Segreti").
al-Asrār (الأسرار "I Segreti"). Questo libro è stato scritto in risposta ad una richiesta dell'amico e collega, nonché ex-studente, Abū Mohammed b. Yūnis di Bukhārā, che divenne poi un rinomato matematico, filosofo e studioso di scienze naturali. In questo libro, come pure nel successivo Sirr al-asrār, Razhes divide l'argomento di "materia" in tre categorie:
1. conoscenza ed identificazione dei composti attivi (droghe) della pianta, dell'animale o del minerale e descrizione del tipo migliore da utilizzare.
2. conoscenza delle attrezzature e degli attrezzi utilizzate dagli alchimisti e dai farmacisti.
3. conoscenza di sette procedure e tecniche alchemiche: sublimazione e condensazione del mercurio, precipitazione dello zolfo e dell'arsenico e calcinazione di minerali (oro, argento, rame, piombo e ferro), sali, vetro, talco, conchiglie di animali e cera.
Quest'ultima categoria contiene un'ulteriore descrizione di altri metodi e ricette usate per la trasmutazione:
a)la miscela da aggiungere e i solventi necessari.
b) la quantità di calore (fuoco) usata, e i 'corpi' e le 'pietre', ('al-ajsād' e 'al-ahjār') che hanno o meno la possibilità di essere trasformati in altre sostanze.
c) l'uso di un mordente liquido che colora rapidamente e permanente alcuni metalli per una vendita più lucrosa.

Riprendendo un testo dell'VIII secolo sugli amalgami attribuito a Ibn Hayyān (Jabir/Geber), Rhazi descrive i metodi e le procedure di colorazione di un oggetto d'argento per imitare l'oro e le tecniche per la rimozione di questa colorazione al fine di ottenere di nuovo l'argento. Inoltre descrive anche la doratura e l'argentatura di altri metalli (allume, sali di calcio, ferro, rame e tuzia o ossido di zinco), come pure come i colori da usare perché non si appannino o mutino nel tempo. Il motivo della descrizione di queste procedure non è quello di ingannare ma piuttosto una deliberata scelta tecnica ed economica. Questo diventa evidente dalle citazioni dei prezzi di mercato e del grande merito che attribuisce agli artigiani e agli alchimisti, scrivendo che i risultati dei loro sforzi potranno "render loro lo sguardo esattamente come oro!". Tuttavia non manca chi afferma che vi fosse in realtà un altro motivo per una descrizione così accurata dei metodi e delle operazioni, vale a dire quello di produrre qualcosa che assomigliasse all'oro per poterlo vendere rapidamente al fine di aiutare un buon amico che aveva bisogno di denaro contante.

La descrizione minuziosa di queste tecniche alchemiche di doratura e di argentatura dei metalli hanno portato molti biografi musulmani a concludere che Rhazi fosse un gioielliere prima di dedicarsi allo studio dell'alchimia.

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Sempre nell’opera Al-Asrar, e’ di grande interesse è la classificazione dei minerali in sei divisioni, che mostra una connotazione chimica moderna:
1. Quattro SPIRITI (al-arwāh): mercurio, cloruro d'ammonio, zolfo e solfato d'arsenico (orpimento e realgar).
2. Sette CORPI (al-ajsād): argento, oro, rame, ferro, grafite, zinco (kharsind) e stagno.
3. Tredici PIETRE (al-ahjar): piriti marcasite (marqashita ), magnesia, malachite, tuzia ossido di zinco (tutiya), talco, lapislazuli, gesso, azurite, magnesia, ematite (ossido di ferro), ossido di arsenico, mica ed amianto e vetro (allora identificato come fatto da sabbia e da alcali di cui il cristallo trasparente damasceno è considerato la cosa migliore),
4. sette VETRIOLI (al-zajat): allume (al-shubub)e vetrioli di colore bianco (qalqadzs) , nero, rosso, giallo (qulqutar) e verde (qalqand) (solfati impuri di ferro, di rame, ecc.).
5. sette BORATI: fra cui il natron e il borato di sodio impuro.
6. undici SALI (al-amlah): compresa la salamoia, il sale comune, la cenere, la nafta, la calce viva, l'urina, la roccia e i sali marini.
Di ciascuna di queste sostanze descrive come scegliere quelle di migliore qualità, i colori migliori e varie adulterazioni.

L’altro testo di chimica di Razi e’ Sirr al-asrār (سر الأسرار"Il Segreto dei Segreti").
Questo è il libro di Rhazes più famoso ed ebbe molta notorietà anche in Occidente. In esso si tratta con sistematicità delle operazioni chimiche di base, ed è di straordinario interesse per la storia della farmacia.