Ott 08, 2018 11:25 CET
  • Iraniani Famosi (140): Ja’far Barmaki’

Cari amici oggi vi presentiamo un famoso politico persiano del periodo islamico, ovvero Ja’far Barmaki’.

Abū l-Faḍl Jaʿfar ibn Yaḥyā al-Barmakī e’ stato uno dei personaggi importanti della storia islamica, visir persiano della dinastia Abbaside che per la sua giustizia e la sua onesta’ inizio’ ad essere temuto, con tutta la sua famiglia, dal califfo che serviva e per questo alla fine venne accusato e ucciso ingiustamente.
Ma Ja’far Barmaki’ e la sua famiglia perche’ sono cosi’ importanti. In pratica, loro diressero e amministrarono il califfato abbaside con diligenza, dando un’impronta persiana ad uno dei periodi di massimo splendore della civilta’ islamica.
Ja’far era figlio di Yahya ibn Khalid, visir del califfo abbaside al-Mahdi e di suo figlio Hārūn al-Rashīd. 

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Dotato di grande eloquenza e profonda erudizione giuridica, Jaʿfar, che era fratello di latte di Hārūn per essere stato quest'ultimo allattato dalla moglie di Yaḥyā il Barmecide, fu nominato, nel 792, da Hārūn suo governatore delle province occidentali, pur senza prender possesso della carica fino al 796, allorché gli fu ordinato di recarsi di persona in Siria per stroncare una rivolta in quella regione rimasta affezionata alla ormai distrutta dinastia omayyade. Fu poi governatore del Khorasan e infine nominato comandante della guardia personale del califfo, nonché ṣāḥib al-barīd (responsabile del barīd) e del ṭirāz di corte. Fu anche scelto come tutore del figlio del califfo, ʿAbd Allāh al-Maʾmūn, prescelto nel 798 dal padre per essere il secondo nella lista successoria, dopo il fratello al-Amīn. La sua realizzazione più notevole fu però l'azione di forte stimolo garantita a Baghdad dal movimento traduttorio di numerose opere greche in lingua araba. In margine a ciò non va neppure dimenticata la costruzione di una cartiera nella capitale califfale, subito dopo che il fratello al-Faḍl, wālī in Khorasan, aveva dato ordini perché se ne costruisse una a Samarcanda, come conseguenza della battaglia del Talas e della cattura di guerrieri cinesi che erano a conoscenza delle tecniche per fabbricare carta dagli scarti di lavorazione della canapa o del lino.
Il motivo ufficiale della sua condanna a morte fu un presunto amore per la sorella del califfo, ma fu con tutta probabilita’ una scusa inventata da Harun per eliminare un personaggio che era amatissimo dalla gente e che lui temeva.
Giunse nell'802, al ritorno dal hajj, la decisione di Rashīd di dar corso nella notte del 9 gennaio dell'803 all'esecuzione di Jaʿfar, il cui cadavere fu poi inchiodato a una delle porte di uno dei vari ponti che a Baghdad consentivano l'attraversamento del Tigri. Che il vero motivo del misfatto fosse la volontà del califfo di eliminare la potente famiglia visirale barmecide, che aveva legato le sue sorti alla causa abbaside fin dal momento della rivoluzione che portò alla caduta degli Omayyadi, lo dimostra l'arresto che contemporaneamente fu disposto del fratello di Jaʿfar, al-Faḍl, e degli altri loro fratelli, nonché quello dell'anziano Yaḥyā, oltre al sequestro di ogni bene appartenuto ai Barmecidi.