Iraniani Famosi (145): Badi' al-Zamān Hamadāni’
Cari amici oggi vi parliamo di un celebre scrittore persiano ovvero Badi' al-Zamān Hamadāni’.
Cari amici ben ritrovati con la programmazione in lingua italiana della radiotelevisione dell’Iran.
In realta’ in pochi sanno che la lingua araba, nella sua precisissima forma moderna, e’ esito del lavoro degli studiosi persiani musulmani, che dopo l’arrivo dell’Islam in Persia, apportarono una riforma scrivendo soprattutto le regole della grammatica di questa lingua.
Uno dei piu’ grandi della prosa araba, nel decimo secolo, fu lo scrittore persiano Badi' al-Zamān al-Hamadāni. Il suo capolavoro sono i maqamat, una raccolta di 52 storie di un furfante, Abu al-Fath al-Iskandari, raccontate da un narratore, 'Isa B. Hisham. Era anche conosciuto come "Badi uz-Zaman" (la meraviglia del mondo).
Torniamo tra pochissimo, non andate via!
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Hamadhani nacque e venne educato ad Hamadan, l'antica capitale di Medi e Persiani nota nell'antichità come Ecbatana, in quello che è oggi l'Iran. Nel 990 si recò a Gorgan, dove rimase circa due anni; quindi si trasferì Nishapur, dove rivaleggiò e superò il dotto Khwarizmi. Dopo aver viaggiato fra Khorasan e Sijistan (moderno Sistan), si stabilì ad Herat sotto la protezione del visir di Mahmud, sultano dei Ghaznavidi. Qui morì all'età di quarant'anni. Era famoso per la memoria straordinaria e per la scorrevolezza del suo discorso, così come per la purezza della lingua. Fu uno dei primi a rinnovare l'uso della prosa rimata, sia in lettere sia in maqama.
Molte enciclopedie scrivono erroneamente di lui che fosse arabo, ma in realta’ era persiano ed anzi, conosceva molto bene anche la sua lingua. Di lui si narra che quando gli leggevano un verso in persiano, lui era in grado di tradurlo immediatamente in arabo.
Le sue maqamat, in origine dovrebbero essere state oltre 400, ma come abbiamo detto, di lui ci sono giunte solo le sue 52 storie.
L’ultima parte della sua vita lui la trascorse a Herat, nell’allora Persia e nell’odierno Afghanistan, e sposo’ la figlia di uno degli uomini piu’ ricchi della citta’. Badi al Zaman mori’ a soli 40 anni e secondo alcuni testi storici, non mori’ di morte naturale ma venne avvelenato. Lui, infatti, era una persona molto schietta e diretta e non rinunciava a criticare in maniera anche pesante i potenti; il suo carattere gli aveva quindi procurato non pochi nemici.
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Le sue lettere vennero pubblicate nel 1881 a Costantinopoli, e poi con un commento a Beirut nel 1890; le sue maqamat a Costantinopoli, e poi con un commento a Beirut nel 1889.
Un’altra raccolta, delle sue poesie venne pubblicato al Cairo nel 1902.
Versioni scritte a mano delle sue maqamat oggi abbelliscono i musei di Francia, Germania e Turchia.
Una buona idea delle sue maqamat, ancora non tradotte in italiano, può essere ottenuta a partire dall'edizione di Antoine-Isaac Silvestre de Sacy di sei dei maqamat con traduzione in francese e note nella sua Arabe Chrestomathie, vol. III. (2ª ed., Paris, 1827). Un esemplare delle lettere è stato tradotto pure in tedesco da A. von Kremers, Culturgeschichte des Orientale, II. pag 470 e seguenti.