Donne in Occidente (16)
Amici la disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro in Occidente è il tema che proseguiremo anche oggi.
Le opportunità economiche che s'incontrano nel corso della vita e la gratificazione per il proprio lavoro offerta in busta paga sono il terreno sul quale si amplia maggiormente il divario tra uomini edonne.
Nel mondo del lavoro esse vengono sottopagate e si occupano delle professioni di basso profilo e vengono classificate fra il personale non qualificate e addetto per esempio ai servizi di pulizia in imprese, enti pubblici e…
La signora Akhoundan l’esperta delle questioni femminili parlando sull’imparità femminile nel mondo del lavoro in Occidente dice:” l’occupazione femminile e la rivendicazione dei diritti di uguaglianza delle donne nel mondo del lavoro è una delle questioni tanto discussa nei paesi occidentali.
La diffusione dei pensieri radicali del femminismo tra le donne occidentali ha avuto per loro le conseguenze più negative che positive. Esse venivano maggiormente assunte per le professioni non qualificate e pagate molto meno degli uomini. E le violenze e molestie sessuali nell’ambito del lavoro rappresentavano le più grandi minacce per loro.
Secondo gli insegnamenti dell’Islam e del Corano l’ uomo è appunto il “responsabile” della propria famiglia e deve mantenere economicamente la propria moglie e i propri figli. Però l'Islam non vieta alla donna di lavorare, al contrario, le permette di darsi al commercio anche senza il consenso del tutore o del marito.
Nell’Islam quindi da una parte la donna non è responsabile di mantenere economicamente la famiglia e dall’altra, lavorando, potrà tenere ciò che guadanga per se stesso senza spendere soldi per casa. Anzì secondo le leggi islamiche la donna ha il diritto di ricevere anche soldi per occuparsi delle faccende domestiche, della casa e dei figli.
Il lavoro femminile nell’Islam viene però circoscritto entro limiti precisi e fondato su principi che richiedono di essere osservati. Tale lavoro non deve mettere in pericolo gli interessi della famiglia, l’altra condizione è che il lavoro sia lecito e adatto alla natura della donna.”
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Ormai passano anni dalla Rivoluzione industriale che ebbe l’inizio dalla metà del XVIII secolo. La rivoluzione industriale fu un processo di evoluzione economica o industrializzazione della società che da sistema agricolo-artigianale-commerciale divenne un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche inanimate. Fu proprio da quel periodo che si dette l'avvio a un lento processo di cosidetta emancipazione femminile, generato in prima battuta dall'ingresso nel mondo del lavoro delle donne, che in gran numero cominciarono ad essere impegnate inizialmente come operaie nelle fabbriche . I movimenti per rivendicare l'uguaglianza fra uomini e donne in particolare nell'ambito del lavoro e iniziarono a nascere in Occidente. Però ancora oggi la discriminazione e la disuguaglianza tra I sessi è una vecchia e inossidabile nemica delle donne occidentali.
Anche la differenza salariale di genere è uno altra sfida da affrontare per le donne al lavoro.
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Pietro Valdes, Managing Director di Badenoch & Clark, azienda specializzata nel recruiting di manager del Gruppo Adecco, annota che "in generale l'uguaglianza tra le condizioni sociali, economiche e culturali di uomini e donne sono ancora lontane, anche se negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti e la distanza si sta riducendo sensibilmente".
Il divario retributivo è un altra problema di cui sofforono le donne al lavoro. Questo divario si ha quando un lavoratore guadagna più di un altro. Le differenze salariali esistono notevolemnete fradonne e uomini.
La disparità salariale fra persone che svolgono lavori simili può verificarsi all'interno di team o uffici, in un'azienda o in un settore. I lavori definiti 'simili' si possono confrontare secondo le qualifiche richieste per poterli svolgere in modo adeguato. Perciò, in linea di principio, uomini e donne che svolgono lavori o compiti simili dovrebbero essere compensati in maniera equa e ricevere lo stesso stipendio orario. Questo significa che il tipo di contratto (a tempo indeterminato o meno) o l'orario di lavoro (full time o part time) non possono essere usati come pretesto per retribuzioni inique.
In molti Paesi le donne hanno in media uno stipendio orario parecchio inferiore a quello dei loro colleghi maschi. Confrontando la media di tutta la popolazione attiva divisa per genere, si nota che questa differenza salariale varia in maniera significativa, fra il 10 e il 40 per cento.
Per quanto riguarda l’Italia, la vita economica e lavorativa delle donne è il tallone d'Achille della parità dei generi. Lo ha detto chiaramente il lavoro del World Economic Forum sulle disparità che lo ribadisce con dati aggiuntivi sulle retribuzioni l'Osservatorio JobPricing. Secondo il Global Gender Gap Index del Wef, infatti, l'Italia è scivolata al 50esimo posto nel 2016 (dal precedente 41esimo posto) su 144 Paesi analizzati nella graduatoria della disparità di genere in senso più ampio.