Ott 21, 2018 14:21 CET
  • Iraniani Famosi (153): Abbas Attar

Cari amici in questo programma vi stiamo presentando i grandi personaggi del nostro paese, soprattutto quelli dell’eta’ classico-antica, ma oggi apriamo una parentesi per parlare di un personaggio di grandissima fama, venuto a mancare nei giorni scorsi. Vogliamo parlarvi del fotografo Abbas Attar.

Come spiegato nella premessa, oggi vi vogliamo parlare di uno dei piu’ grandi fotografi contemporanei, che e’ venuto a mancare il 25 aprile 2018 all’eta’ di 74 anni.
Abbas Attar, e’ stato uno dei più importanti fotografi in assoluto, e probabilmente quello iraniano più noto.  Thomas Dworzak, presidente della Magnum, l’agenzia per la quale ha lavorato nell’ultima parte della sua vita, e di cui e’ stato anche direttore, lo ricorda come un “padre per intere generazioni di giovani fotografi. Iraniano trapiantato a Parigi, era un cittadino del mondo che ha documentato senza sosta guerre, disastri, rivoluzioni e sconvolgimenti e le sue convinzioni, per tutta la sua vita”.
Attar ha dedicato i suoi reportage più importanti agli eventi politici e sociali dei paesi in via di sviluppo. Si è occupato, a partire dagli anni '70, di guerre e rivoluzioni in Biafra, Bangladesh, Ulster, Vietnam, Medio Oriente, Cile, Cuba, e Sudafrica.
Dal 1978 al 1980, Abbas ha fotografato la rivoluzione in Iran.
Tornò nel paese nel 1997 dopo diciassette anni di esilio volontario. Il suo libro Iran Diary 1971-2002 è un’interpretazione critica della storia iraniana, fotografata e scritta come un diario privato.

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Tra gli altri lavori della sua vita ricordiamo che dal 1983 al 1986, ha viaggiato in Messico, mentre dal 1987 al 1994 si è occupato del mondo islamico dallo Xinjiang al Marocco.
Con il libro Allah O Akbar (Dio e’ il piu’ grande), mostra le tensioni nelle società del mondo musulmano, divise tra la memoria di un ricco passato e il desiderio di modernizzazione; questo suo lavoro ha attirato molte attenzioni.
Con il lavoro Volti della Cristianità, un viaggio fotografico (A. Abrams, 2000), si è occupato del cristianesimo dal punto di vista spirituale, rituale e politico. Il suo ultimo lavoro, Nel nome di chi? Il mondo Islamico dopo l'11 settembre (Thames and Hudson 2009), è il frutto di un viaggio in 16 Paesi e durato 7 anni.
ʿAbbās ʿAṭṭār si è occupato negli ultimi anni di buddhismo, con lo sguardo scettico che lo ha sempre contraddistinto.
11 libri sono l’esito della sua lunga attivita’ artistica.