Donne in occidente(26), donna libera o schiava?
Amici anche oggi proseguiremo il discorso della strumentalizzazione del corpo femminile in pubblicità nei paesi occidentali. Abbiamo già detto che la donna è diventata solo una merce che si può comprare, consumare per poi liberarsene come un qualsiasi oggetto “usa e getta”.
Secondo la teoria del capitalismo se si consuma di più, si produce anche di più. Se i prodotti non vengono consumati, lo sviluppo economico non sarà realizzabile.
Un’amara realtà è che la mercificazione e l’oggettivazione delle donne nelle società occidentali vengono giustificate in nome di “libertà e uguaglianza” tra I due sessi.
Studi e indagini concordano tutti nell’evidenziare come, nel mondo delle parole e delle immagini, il corpo femminile venga sessualizzato, mercificato e oggettivato in modo quantitativamente e qualitativamente diverso da quello maschile. Secondo Chiara Volpato, ordinario di Psicologia sociale all’Università di Milano-Bicocca autrice del saggio “Deumanizzazione. Come si legittima la violenza” (Edizioni Laterza), l’oggettivazione è una "forma di deumanizzazione che riduce l’individuo a oggetto, strumento, merce".
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Infatti l’immagine della donna nei media è davvero contraddittorio, banalizzante e pericoloso. Spesso umiliante. Perfino quando si fanno strada proposte diverse, si realizzano immagini femminili lontane da quelle comuni, vere, “normali”. Come quella della super-donna, moglie/madre/lavoratrice perfetta, sempre in linea. Ovviamente secondo canoni maschili.
Il trattamento oggettivante riservato alla donna riflette e sostiene le discriminazioni che ancora sussistono nei confronti del genere femminile in ambito lavorativo, politico e sociale, accentua la tolleranza di stereotipi e indirettamente anche di molestie, oltraggi, violenze. Non si riesce ancora nella società occidetanle- o hanno paura forse - di disfarsi di concezioni tradizionaliste sui generi e abbattere le credenze sulla diversità sociale. Le oggettivazioni possibili sono molte, in contesti diversi. Delle pubblicità abbiamo già parlato molto. Le immagini femminili oggettivate e sessualizzate invadono i media di tutti i paesi occidentali. Nei media: le donne vengono raccontate in modo limitato, tutte uguali e interscambiabili, prive di personalità, attraverso corpi o parti di esso. Compresse nel tempo, sempre giovani e belle, bambine sessualizzate e adulte infantilizzate. E ciò influenza il concetto che hanno di sé e del loro corpo. In tutti i casi, secondo la letteratura scientifica, è rilevante il ruolo giocato dall'informazione che veicola messaggi ripetitivi che sottolineano forza fisica e dominanza sessuale negli uomini, bellezza, magrezza e passività nelledonne.
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E l’oggettivazione della donna nel mondo della politica: si è parlato del fenomeno della donna-tangente, il regalo sessuale di un sistema affaristico. È stata usato il concetto di “utilizzatore finale” per definire l’incontro con una escort. Si è parlato di rapporti commerciali-sessuali tra politici e ragazze. Poi, comunemente, si riportano foto di ministre per commentarne il look. Dire se sono belle o brutte, provocanti o “inguardabili”. Ministre sulle copertine. Quote rosa sminuite, svalutate.
Le donne vengono oggettivate, è vero, ma anche loro stesse si “oggettivano” anche. Spesso sono anche le stesse donne a prestarsi. Proponendosi nei modi descritti. Adattandosi a queste letture. Mettendo di loro sempre il corpo in prima linea. È indispensabile spogliarsi, materialmente e psicologicamente, ad esempio per rivendicare, lottare, difendere I loro diritti?
La realtà è che negli ultimi anni le donne occidentali hanno apparentemente ottenuto dei notevoli successi nel campo dei diritti e godono di maggiori libertà, ma la domanda che ci si pone è che se con tutta questa libertà sociale e indivudale che è stata concessa in modo sfrenata e senza limite alla donna, anche la sua dignitià viene rispettata? Oggi la donna moderna occidetnale si è finalmente liberata dall’ansia, dallo stress e dalle preoccupazioni? Ed è riuscita ad abbracciare la pace e la tranquillità?