Donne in occidente (27):donna e immigrazione
Amici nelle puntate precedente abbiamo esaminato il tema della strumentalizzazione del corpo femminile in pubblicità nei paesi occidentali e abbiamo detto che la donna è ormai diventata solo una merce che si può comprare, consumare per poi liberarsene come un qualsiasi oggetto “usa e getta”.
Oggi invece tratteremo un altro tema caldo: donna e immigrazione.
La migrazione umana è un fenomeno sociale dovuto a diversi motivi. Oggi le donne, come gli uomini, migrano per motivi economici, politici. Altre cause sono le guerre e i conflitti civili, razziali, etnici e religiosi che si verificano in alcuni paesi e che spingono loro a cercare rifugio all'estero.
Alcune donne invece emigrano per abbracciare le cosidette opportunità e libertà che il mondo occidentale promette di offrir loro.
Però le donne immigrate una volta raggiunte alla destinazione si trovano a dover affrontare enormi problemi non previsti.
Realizzarsi nella società come donna significa individuare sia la propria personale identità sia rivendicare il proprio ruolo e i propri spazi. Purtroppo le donne immigrate faticano ad ottenere un riconoscimento e intergrazione dignitiosa nella società occidentale. Tralasciando elementi essenziali per favorire l’inserimento sociale, quali: permesso di soggiorno, una sistemazione abitativa o un lavoro, alle donne straniere resta da affrontare un altro ostacolo ad una vera integrazione: la diversità culturale.
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Le donne immigrate sono discriminate almeno per due aspetti: in quanto donne e in quanto immigrate, per questi motivi molti sociologi sostengono che la donna immigrata è doppiamente penalizzata. Queste donne spesso sembrano invisibili eppure sono portatrici di un tesoro di saperi e di competenze che faticano a svelare a causa di preconcetti.
È importante sottolineare come i preconcetti siano sempre lesivi della dignità delle persone. Il rischio di esclusione delle donne immigrate è maggiore rispetto alle altre donne, poiché esse, per potersi effettivamente inserire nella società, devono superare anche ostacoli culturali propri della comunità autoctona e, talora, degli stessi gruppi etnici di appartenenza. Inoltre, la donna immigrata difficilmente dispone della rete familiare e/o amicale alla quale fare riferimento, specialmente nei momenti critici della sua esistenza e ciò crea situazioni di isolamento.
La solitudine e l’isolamento spesso non consentono a queste donne di affrontare, senza conflitti, i problemi legati alla maternità e alla cura dei figli, proprio perché diventa difficile per loro conciliare i propri quadri di riferimento culturale: valori, norme, stili di vita con quelli della società ospitante. Le donne migranti sono chiamate ad assolvere un difficile compito che risulta essere cruciale per il processo di integrazione dei migranti nella società. Esse si trovano a dover fronteggiare, spesso da sole, ad una serie di situazioni di incontro e confronto con persone ed istituzioni del paese di accoglienza che le costringono ad elaborare, più o meno volontariamente e consapevolmente, strategie di mediazione e dialogo tra diversità a loro sconosciute.
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Un esempio, di questa nuova condizione, è il momento dell’inserimento scolastico dei figli; la necessità per le madri immigrate di comprendere l’istituzione scolastica e preparare il figlio all’ingresso in essa, impone loro uno sforzo notevole di mediazione dovendo dimostrare disponibilità ad aprirsi a nuove forme d’istruzione spesso conoscendo poco la lingua di quel paese che invece i loro figli hanno già appreso, ciò crea situazioni paradossali, poiché le madri ricorrono alla mediazione linguistica e culturale dei figli durante i colloqui con i docenti ritrovandosi in questo caso in una situazione di doppia subalternità verso gli insegnanti e verso i figli, indebolendo così il loro ruolo di educatrici . Considerare prioritario, da parte delle istituzioni , aiutare le donne straniere a migliorare le conoscenze linguistiche permetterebbe di rafforzarne l’autostima, perché non deve essere sottovalutato l'importante e il delicato compito di mediatrici che le donne straniere svolgono nel contesto sociale. Stimolare occasioni di incontro, scambio e aggregazione, attivando una rete di auto-aiuto può rappresentare uno strumento per permettere a loro di partecipare ad attività al di fuori della loro comunità etnica, allo scopo di sviluppare una nuova coscienza culturale necessaria a favorire l'integrazione sociale.