Lug 03, 2019 12:35 CET
  • Fanatismo: falso volto dell'Islam (83): il Daesh

Fanatismom, falso volto dell’islam (83) Amici nelle settamane scorse vi abbiamo spiegato che il  gruppo estremista Daesh in arabo e conosciuto in Occidente come Isis o Isil è ispirato dal Salafismo quindi considera la lotta armata un dovere di ogni musulmano. Come al-Qaeda e molti altri gruppi estremisti odierni è un prodotto dell'ideologia wahabbita. Segue un'interpretazione fondamentale e non vera dell'Islam.

Le origini di Daesh vanno ricercate all’interno dell’Iraq nel periodo successivo l’operazione militare americana che ha portato alla caduta del regime di Saddam Hussein.

La creazione del ramo di al-Qaeda in Iraq avvenne ad opera di Abu Musab al-Zarqawi che era un militante  della Giordania.

Dopo la morte di al Zarqawi, venne annunciata la nomina del suo successore, Abu Hamza al Muhajir conosciuto con il nome di battaglia di Abu Ayyub al-Masri

Al Masri stabilì una propria leadership, mantenendo il gruppo operativo e spingendo la violenza settaria a livelli più alti.

Tra il 2008 ed il 2011 il potere del movimento venne notevolmente ridimensionato fino a svanire quasi del tutto; nel 2007.

Nello stesso momento, un movimento noto come il “Risveglio sunnita” portò gli sceicchi locali a rivoltarsi contro al Qaeda in Iraq, convincendo la popolazione sunnita a voltare le spalle a questo gruppo estremista, in quanto stranieri e nemici. Pian piano però questo cosidetto Risveglio sunnita che venivano economicamente appoggiato dagli Usa , invece di combattere gli estremisti, formò l’alleanza tra le tribù sunnite e Daesh nella campagna contro il governo centrale dell’Iraq.

Nell’aprile del 2010 venne ucciso Abu Omar al-Baghdadi e Abu Hamza al-Muhajir. Prese il potere poi  Abu Bakr al Baghdadi. Sotto il nuovo leader le cose cominciarono a cambiare.

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Abu Bakr al-Baghdadi è un nome da battaglia. Il suo vero nome è Ibrahim Awed Ibrahim Ali al-Badri al-Samarrai (o semplicemente Ibrahim al-Badri). Nato a Samarra, in Iraq, nel 1971, al-Baghdadi si trasferisce a Baghdad all’età di 18 anni.

Tra il 1996 e il 2000 vive in Afghanistan. Alcuni credono che fosse già un  militante durante il regime di Saddam Hussein. Altri suggeriscono che si sia radicalizzato durante i quattro anni in cui è stato rinchiuso a Camp Bucca, una struttura statunitense nel sud dell’Iraq dove sono stati detenuti molti comandanti di al-Qaeda. Nel 2009, quando la prigione di Camp Bucca chiude, al-Baghdadi viene rilasciato.

Quando il 18 aprile del 2010 l’allora capo dello ‘Stato islamico dell’Iraq’, Abu Omar al-Baghdadi, viene ucciso, i vertici dell’organizzazione lo nominano responsabile del gruppo.

Abu bakr Al-Baghdadi ricostituì l'alto comando del gruppo affidando incarichi a ex militari e ufficiali dei servizi segreti del partito Ba'th che avevano servito sotto il regime di Saddam Hussein. Questi uomini, molti dei quali già prigionieri delle forze americane, arrivarono a costituire un terzo dei venticinque più alti gerarchi di al-Baghdadi. Uno di loro era l'ex colonnello Samīr al-Khalifawi, anche conosciuto come Ḥajji Bakr, che ebbe l'incarico di supervisionare le operazioni del gruppo.

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Fu proprio nel 2011 che la Siria fu colpita da una crisi pianificata da certe monarchie della regione tra cui l’Arabia Saudita. Nel contempo la guerra civile siriana iniziata nel marzo 2011

Ciò permise all’Isis di inviare sul  territorio siriano membri iracheni e siriani dell'Isis con esperienza nella guerriglia per formare un'organizzazione all'interno del Paese e per esportare la guerra ed influenzare ideologicamente le cosidette forze ribelli e dell’opposizione.

Guidato da un siriano chiamato Abu Muḥammad al-Jawlani, il gruppo cominciò a reclutare combattenti e a costituire celle terroristiche in tutto il Paese. Il 23 gennaio 2012 il gruppo annunciò la sua formazione come Jabhat al-Nuṣra li-Ahl al-Shām, più conosciuto come Fronte al-Nusra. Al-Nuṣra crebbe rapidamente diventando una forza combattente sostenuta dall'opposizione siriana.

Nel luglio del 2012 Abu Bakr al-Baghdadi pubblicò in linea una dichiarazione audio nella quale annunciava che il gruppo stava ritornando verso le roccaforti dalle quali furono scacciati prima del ritiro delle truppe americane. Ha dichiarato inoltre l'inizio di una nuova offensiva in Iraq chiamata "Abbattere i muri" con l'obiettivo di liberare i membri del gruppo rinchiusi nelle prigioni irachene. La violenza in Iraq cominciò a crescere quello stesso mese e nel luglio 2013 i decessi mensili avevano superato i 1.000 per la prima volta dall'aprile 2008. La campagna "Abbattere i muri" culminò nel luglio del 2013 con il gruppo che effettuava incursioni simultanee a Taji e nella prigione di Abū Ghurayb, liberando più di 500 prigionieri, molti dei quali veterani della guerriglia irachena.