Ago 07, 2019 12:16 CET
  • Donne in Occidente(39):Donne in filosofia

Le donne costituiscono la metà della popolazione mondiale e sono  la protagonista della costruzione di cultura ed umanità.

Nel corso dei secoli, la donna ed il suo rapporto con l’uomo è stato oggetto di diverse analisi e interpretazioni. Anche nella filosofia occidentale la condizione della donna è uno degli argomenti tanto discusso.

Nella puntata precedente abbiamo parlato dell’immagine della donna nei pensieri del filosofo greco Aristotele.

Per lui, il più ascoltato e citato fra I teorici greci la donna è un essere umano 'imperfetto':”Le donne sono 'maschi sterili'.”Secondo lui la donna è più fredda dell'uomo e, siccome il calore è energia, l'uomo comanda. Aristotele crede che la relazione tra maschio e femmina sia per natura tale che il maschio è più alto, la femmina più bassa, l'uomo domina e la donna è dominata..”

Aristotele ha avuto un influenza enorme sul pensiero di altri filosofi occidentali tra cui Jean-Jacques Rousseau(1712-1778) filosofo, scrittore e musicista francese.

Nel pensiero di Rousseau la donna viene descritta come un individuo rigidamente determinato dal proprio sesso, la cui finalità generativa comporterebbe per lei una seria responsabilità nei confronti del marito così come nei confronti della società.

In generale: «(...) tutta l'educazione delle donne dev'essere in funzione degli uomini. Piacere e rendersi utili a loro, farsene amare e onorare, allevarli da piccoli, averne cura da grandi, consigliarli, consolarli, rendere loro la vita piacevole e dolce: ecco i doveri delle donne in ogni età della vita e questo si deve loro insegnare fin dall'infanzia». 

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Rousseau nel suo libro Emilio dice che la donna non possegga la stessa qualità di ragione dell'uomo, così che per lei non sia possibile mantenere una pari condizione di moralità: «incapaci di giudicare da sé, esse debbono accettare la decisione dei padri e dei mariti come quella della Chiesa», per questo motivo Rousseau ritiene necessario che Sophie sia guidata attraverso la religione e attraverso l'amore per la virtù, anche se l'essenzialità del fondamento teologico, sul quale si basa una retta condotta della propria esistenza terrena, non le sarà mai del tutto comprensibile.

In conclusione, una donna che non capisca che i ruoli di moglie e madre si palesano come esclusivi del suo sesso, e si ribelli ai doveri che le spettano ostentando il desiderio di diverse occupazioni, non solo agisce spinta dall'ignoranza dell'inviolabile volontà naturale, ma opera anche contro se stessa poiché: «la donna vale più come donna che come uomo; dovunque faccia valere i suoi diritti, si trova in vantaggio; dovunque voglia usurpare i nostri, resta al di sotto di noi (uomini)».

 «le donne, da parte loro, non si stancano di lamentarsi che le educhiamo alla vanità e alla civetteria (…) per conservare più facilmente la nostra supremazia (…) Quale follia! (…) Decidete pure di educarle come gli uomini (…) Più esse vorranno rassomigliare al sesso forte, tanto meno avranno potere su di esso: allora gli uomini saranno veramente i padroni».

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Molti filosofi e pensatori dell’Ottocento e Novecento avevano la stessa visione di Rousseau sulla donna e la guardavano sempre con sospetto.

Il filosofo Tedesco Immanuel Kant(1724-1804) pur sostenendo sempre la pari libertà tra la donna rispetto all’uomo  e l’eguale raziocinio nei due sessi, nel suo pensiero politico e sociologico sottolinea la passività della donna e la definisce come I “membri passivi” della società. Secondo il filosofo tedesco la conoscenza dell’Uomo è basata  su dirette esperienze razionali mentre quella femminile si acquisisce dalla passione.

Kant  pur affermando che coloro che si sposano sono uguali ma, conclude che deve rimanere il principio che l’uomo sarà il padrone “ perchè tale dominio si basa solo sulla superiorità naturale della facoltà dell’uomo rispetto a quella della donna”.

Sempre Kant, scrittore molto analitico e raffinato afferma:

“Nello stato rozzo di natura, la donna è l’animale domestico”.

Per Georg Wilhelm Friedrich Hegel filosofo Tedesco (1770-1831) l’unico spazio concesso alle donne è la famiglia, quella famiglia che per gli uomini non è altro che un punto di partenza per la vita pubblica, culturale, politica.

“L’uomo ha la sua vita affettiva, sostanziale, nello Stato, nella scienza…nella famiglia la donna ha la sua destinazione sostanziale”.

Le donne non devono assolutamente chiedere di più perchè “le donne non sono fatte per la filosofia, se le donne stanno a capo del governo, lo Stato è in pericolo”.

 

 

 

 

SK

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