Iraniani Famosi (214): Ibne Faqih Hamedanì
Cari amici, in questa puntata vi parliamo di Ibne Faqih Hamedanì, famoso geografo persiano del decimo secolo.
Ibn al-Faqīh al-Hamadānī vissuto tra l’869 ed il 951 è stato un geografo e storico persiano, famoso per la sua opera Mukhtaṣar Kitāb al-buldān (Compendio del Libro delle contrade). Della sua vita non si conosce nulla, né alcuna sua opera ci è pervenuta, ma sappiamo dalle citazioni degli altri studiosi del suo tempo che fu un grande storico e geografo. Il lavoro che a lui dedicò l'orientalista olandese Michael Jan de Goeje si è basato sulle informazioni che di lui e del suo lavoro forniscono altri due autorevoli autori arabi: Ibn al-Nadīm e al-Muqaddasi. Nel 1923 tuttavia, lo studioso turco Zeki Velidi Togan ha creduto di rintracciare il Mukhtaṣar Kitāb al-buldān in un manoscritto contenuto nella Biblioteca del Mausoleo dell'Imām ʿAlī al-Reża a Mashhad, malgrado non sia possibile affermare con certezza la paternità dell'opera, visto che mancano del tutto la prima e l'ultima pagina. La rilevanza anche storica dell'opera di Ibn al-Faqīh al-Hamadānī è bene espressa da André Miquel che sottolineò l'abbondanza di tematiche di adab presenti nel Mukhtaṣar Kitāb al-buldān e le numerose osservazioni storiche che accompagnavano le descrizioni geografiche, in cui non faceva difetto un lessico specialistico della disciplina.
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Secondo le ultime ricerche condotte in Iran, Ibne Faqih Hamedanì è il primo studioso in assoluto che esibì una trascrizione delle iscrizioni lasciate da Dario il grande, re della dinastia Achemenide, sulla montagna di Bistun, ad ovest dell’Iran, vicino Kermanshah. L’iscrizione di Bistun è la più grande iscrizione rupestre del mondo e sin dai tempi antichi affascinava le popolazioni. Ibne Faqih Hamedanì riporta una traduzione più o meno precisa della scritta, lasciata in tre lingue, anche se nessuna di esse al tempo era stata decifrata. Gli studiosi iraniani hanno spiegato che considerando che Ibne Faqih era di Hamedan, ovvero l’antica Ecbatana, la capitale invernale del regno Achemenide, egli aveva appreso dalla gente e probabilmente dai più anziani il contenuto delle scritte. La cosa incredibile, è che quelle scritte sono del quinto secolo a.C. mentre Ibne Faqih scrisse le sue opere 15 secoli dopo; in altre parole, i contenuti dell’iscrizione di Dario erano stati tramandati tra gli abitanti di Hamedan per ben 15 secoli e Ibne Faqih le aveva riportate nella sua opera.