Moschee nel mondo (5) La Moschea Al Nabi I
La moschea nella cultura e nel pensiero islamico viene considerata la casa di Dio, il luogo dove i fedeli esprimono la loro adorazione nei confronti dell'unico Dio Onnipotente. Non a caso, questi edifici, sono anche la massima espressione dell'architettura e di numerose arti sviluppatesi nei secoli, nel mondo islamico. Con questa rubrica, vogliamo farvi conoscere, le piu' belle moschee del mondo!
Amici anche oggi, prosegue il discorso sulla moschea Al-Nabi o Al-Nabawi di Medina, il secondo luogo piu’ sacro per i musulmani del mondo, meta ogni anno di migliaia di pellegrini.
Inizialmente la moschea di Medina, che come abbiamo detto aveva mura di pietra e fango, ed era coperta di foglie e legno di palma, aveva un pavimento fatto di sassolini. Cio’ permetteva all’acqua piovana di scorrere e di essere assorbita nel terreno e non allagare il luogo di culto. Secondo i testi storici, inizialmente il pavimento della moschea era di terra battuta; un giorno, quando un signore stava pregando, ci fu una pioggia e lui riempi’ il suo camica di sassolini e li mise sotto ai propri piedi. Il profeta dell’Islam, vide la scena e disse che era un’ottima azione e quindi ordino’ di coprire tutto il pavimento in tale maniera. Oggi comunque, non c’e’ traccia dei sassolini e vi sono stesi tappeti bellissimi che vengono realizzati in diverse misure in apposite botteghe.

Sempre ai tempi del profeta Mohammad, la pace di Dio sia su di lui e sulla sua immacolata famiglia, vennero edificate tre porte per la moschea An-Nabi di Medina.
La prima era quella in direzione di Gerusalemme, verso il quale i musulmani pregavano nei primi tempi; quando poi al profeta venne ordinato di cambiare la direzione della preghiera verso la Mecca, questa porta venne chiusa e ne venne aperta un’altra a nord della moschea.
Ad ovest della moschea vi era un’altra porta che venne detta Ateke’, una delle donne della Mecca che accetto’ la fede islamica e si trasferi’ a Medina; questa porta venne chiamata cosi’ proprio perche’ era difronte alla porta della casa di Ateke’.
Questa porta, e’ anche nota con il nome di Bab-ur-Rahmat o Porta della Misericordia.
Questo nome venne dato alla porta dopo che un giorno, un uomo, entro’ da essa e chiese al profeta di far piovere; il profeta prego’ Iddio ed allora si scateno’ una pioggia che prosegui’ per 7 giorni; al settimo giorno l’uomo torno’ dal profeta e chiese la fine della pioggia ed allora egli prego’ nuovamente e le nubi andarono via.
La terza porta della moschea di Medina si chiama “Bab-e-Jebreil”, o Porta di Gabriele, e secondo la tradizione islamica, durante la battaglia con la tribu’ di Bani Ghorayza, il profeta ebbe l’apparizione dell’Arcangelo Gabriele presso questa porta; Bab-e-Othman e’ l’altro nome di questa porta, dato che si affacciava sulla casa dell’omonimo compagno del profeta.
Le porte successivamente aumentarono ma come abbiamo anticipato, nel terzo anno dell’egira, tutte le porte vennero chiuse tranne quella che si affacciava sulla casa di Ali.
Oggi, la moschea An-Nabi di Medina, vanta 7 portoni principali e la bellezza di 81 ingressi minori.

Rozatul Mutahhara’, e’ una delle parti importanti della moschea di Medina dove di trova il Minbar, ovvero il pulpito ed il Mihrab, ovvero la nicchia della preghiera, che venivano utilizzati dal profeta dell’Islam durante la sua vita. Sempre nella stessa area, oggi, si trova anche la salma di Mohammad (la pace di Dio sia su di lui e sulla sua famiglia immacolata), e quella dei primi due califfi. A sovrastare queste tombe vi e’ oggi una stanza coperta con l’oro, sulla quale si trova poi una cupola verde, colore simbolo del profeta e della sua famiglia.
Secondo le tradizioni islamiche, questa parte della moschea An-Nabi di Medina, Rozatul Mutahhara’, e’ uno dei giardini del Paradiso.