Giu 28, 2020 08:04 CET
  • Moschee nel mondo (33): moschea di Al Azhar (II)

La moschea nella cultura e nel pensiero islamico viene considerata la casa di Dio, il luogo dove i fedeli esprimono la loro adorazione nei confronti dell'unico Dio Onnipotente. Non a caso, questi edifici, sono anche la massima espressione dell'architettura e di numerose arti sviluppatesi nei secoli, nel mondo islamico. Con questa rubrica, vogliamo farvi conoscere, le piu' belle moschee del mondo!

 In questo programma proseguiamo la presentazione della moschea di Al Azhar del Cairo, una delle piu’ note di tutto il mondo islamico.

Fondata nel 970 dai Fatimidi, è la sede della prestigiosa Università al-Azhar, che con l'Università al-Qarawiyyin di Fès (Marocco) e con l'Università della Zaytūna di Tunisi (Tunisia), rappresenta il vertice del pensiero giuridico e teologico islamico sunnita.

Nel corso della puntata precedente vi abbiamo narrato la sua storia fino al quattordicesimo secolo, quando venne ricostruita a seguito di un terremoto.

La moschea e’ stata al centro degli eventi storici inerenti all’occupazione dell'Egitto da parte delle truppe francesi napoleoniche. Il 22 ottobre 1798, mentre Bonaparte era nella Cairo Vecchia, si ebbe una sommossa: la popolazione della capitale si riversò in armi nelle strade, si fortificò in diversi punti e, in particolare, nella grande moschea di al-Azhar.
Eccitati dagli Shaykh e dagli Imam, gli Egiziani giurarono sul loro profeta di sterminare tutti i Francesi. Tutti quanti essi incontrarono, nelle case o nelle vie, furono sgozzati senza pietà. Bonaparte non si perse d'animo e portò lui stesso il confronto armato nelle strade del Cairo, obbligando i rivoltosi a concentrarsi nella moschea di al-Azhar. Ordinò ai suoi cannoni di colpire la moschea, tanto che i soldati poterono sfondare le porte e, animati dal furore bellico e dallo spirito di vendetta, massacrarono gli Egiziani. Alcuni Shaykh, numerosi Turchi ed Egiziani, imputati di partecipazione alla sommossa, furono giustiziati.

Il 1º giugno 1801, al-Azhar chiuse le porte sull'Egitto occupato dai Francesi e, un anno e un giorno esatti più tardi, il 2 giugno 1802, riaprì per i servizi del venerdì, alla presenza del Gran Vizir ottomano.

 

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Per quanto concerne la primavera araba del 2011, al-Azhar avviò rapidamente un dialogo con tutte le fazioni dell'opposizione a Mubarak. Ciò gli consentì di pubblicare nel giugno di quell'anno un documento di dieci pagine, “La dichiarazione di al-Azhar sull'avvenire dell'Egitto”, in cui l'istituzione difendeva la democrazia, i diritti dell'uomo e le libertà individuali.

Nel gennaio del 2012, essa ritrova la propria indipendenza con un emendamento a una legge del 1961: il Grande Imam non è più scelto dal potere politico ma da un comitato di ʿulamāʾ, e deve lasciare la carica all'età di 80 anni.

Al-Azhar possiede oggi tre minareti. Il primo risale alla fine del XV secolo, durante il sultanato di Qaytbay (1468-1496), che aggiunse all'edificio anche un miḥrāb. Il secondo fu fatto erigere all'inizio del XVI secolo, durante il periodo del penultimo Sultano mamelucco burji Qansuh al-Ghuri (1501-1516).

L’ingresso che si può ammirare ai nostri giorni data al periodo ottomano (1753). Ma dell’edificio della moschea vi parleremo di piu’ nel corso della prossima puntata.

 

 

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