Gen 07, 2020 12:03 CET
  • Cosa produce l’Iran? (19)  L'industria alimentare IV

Nel nome di Dio. Cari amici, salve a voi; l’Iran e’ la 18esima economia mondiale e dipende solo per il 25% dall’esportazione di petrolio. E quindi e’ lecito domandarsi “Cosa produce l’Iran”? Seguiteci e lo saprete...

Una delle condizioni importanti per l’industria produttiva di ogni paese e’ la capacita’ di attirare investimenti stranieri.

In questo settore come possiamo valutare l’operato dell’Iran?

Oggi cercheremo di dare una risposta a questa domanda. Non mancate!

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Dal 6 gennaio 2015, il famoso “implementation day” o giorno dell’attuazione degli accordi nucleari del luglio 2014 tra l’Iran e le cinque potenze del Consiglio di Sicurezza più la Germania, sono finora 13 miliardi di dollari gli investimenti esteri per la Repubblica Islamica. Questa somma e’ stata impiegata in 165 progetti e la voce “industria e miniere”, ha la maggior fetta in questi investimenti con 5.5 miliardi di dollari (83 progetti), pari al 42% del totale.

E’ l’immagine fornita dall’Organizzazione per gli Investimenti Stranieri dell’Iran, che ha chiarito che questi numeri riguardano gli accordi gia’ finalizzati o addirittura attuati; ed infatti, nel settore industria, gia’ 40 degli 83 progretti industriali realizzati con l’investimento straniero sono gia’ stati inaugurati con 1.8 miliardi di dollari.

Per il solo anno del 2016, secondo quanto conferma anche l’UNCTAD (la conferenza Onu sul Commercio e lo Sviluppo) gli investimenti stranieri in Iran sono aumentati del 64%, raggiungendo la somma di 3.372 miliardi di dollari. Complessivamente si può dire che per l’Iran si tratta di una cifra ancora modesta; secondo Gholamreza Manouchehri, responsabile per lo sviluppo e l’ingegneria dell’NIOC, la compagnia nazionale del petrolio iraniano, solo l’oil & gas nel paese mediorientale ha bisogno di 30 miliardi di dollari di investimenti all’anno, e di questa somma Teheran puo’ procurare solo il 30% attraverso le fonti interne; in altre parole, per evitare l’inefficienza dei pozzi e dei giacimenti, l’amministrazione Rohani deve avere come minimo 21 miliardi di investimenti stranieri annui.

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Una questione che può consolare Teheran, e’ forse il fatto che secondo i dati dell’UNCTAD, il trend degli investimenti stranieri nei paesi in via sviluppo nel mondo e’ negativo (-14%) e nel 2016, Teheran e’ riuscita invece a far salire nettamente il dato (+64%).

L’altro segnale positivo che proviene dall’analisi degli investimenti stranieri e’ che al contrario del passato, ora gli investimenti non sono diretti solo a Teheran ma anche nelle province iraniane dove sono sempre più le fabbriche e i poli industriali; ed infatti la regione ad aver attirato maggiori investimenti nel 2016 e’ a sorpresa il Khorassan Shomalì con 3.378 miliardi (nord-est dell’Iran), seguito dall’Azerbaijan Sharqi’ 1.5 miliardi (nord-ovest dell’Iran).

Una normativa stabilita dal governo iraniano e che deve essere rispettata affinche’ gli investimenti siano possibili, e’ che almeno il 30% dei prodotti di un’industria avviata grazie agli investimenti stranieri devono essere esportati all’estero. Un idea che dimostra la volonta’ e l’ambizione del governo di Teheran per dare forza all’economia.

Anche qui le sorprese non mancano. Prima degli accordi nucleari il maggiore investitore straniero in Iran era la Cina che pero’ oggi si trova solo al terzo posto.

Nel 2016, il primo posto e’ stato della Spagna, mentre al secondo posto figura la Germania.