Islam, la mia scelta (164): Sonk Un da Corea del Sud
Lettaralmente la parola Islam significa abbandono, resa e sottomissione a Dio Altissimo nello scopo di obbedirGli, di salvarsi dall’associazionismo e dal peccato; non vi è un bene che Dio non abbia indicato e ordinato e non vi è un male o un peccato che non abbia vietato e consigliato di evitare; l’applicazione delle prescrizioni dell’Islam garantisce a tutti una vita di piena di sicurezza e di pace in virtu' di leggi che difendono i diritti di tutti.
Dio l'Altissimo ricorda:
(6: 151) Di’ : Venite, vi reciterò quello che il vostro Signore vi ha proibito e cioè: non associateGli alcunché, siate buoni con i genitori, non uccidete i vostri bambini in caso di carestia: il cibo lo provvederemo a voi e a loro.
L’Islam è proprio la religione della pace globale con tutto quello che la parola contiene come significato: a livello interno della società o a livello dei rapporti fra popoli e stati nel mondo.
Il profeta dell'Islam disse:
Il musulmano è colui che risparmia alla gente i misfatti della sua lingua e delle sue mani; il mujahid è colui che fa il possibile per obbedire a Dio; ed il muhajir è colui che sfugge gli errori e i peccati. (Ibn-e-Habban n° 4862).
L’Islam infatti è una religione, che stabilisce leggi e regole in tutti i campi delle relazioni e dei rapporti umani, nella guerra come in tempo di pace, nel matrimonio, nell’economia, nella politica, nelle pratiche cultuali e sociali; una religione che fonda i principi della società esemplare che definisce il rapporto del fedele con il Creatore, con la società e con l’ambiente in cui vive. Amici in questa puntata insieme a voi ascolteremo le testimonianze della neo-musulmana coreana Sonk Un Hi. Restate con noi!
Sonk Un Hi, cittadina della Corea del Sud, ha abbracciato l’Islam circa 3 anni fa. Lei racconta così la storia della sua conversione: ”Studiavo in un collegio in Giappone. E fu proprio là che incontrai il mio futuro marito. Lui era un musulmano iraniano. Dopo un po’ decidemmo di sposarci. Per poter sposarlo dovevo prima di tutto diventare musulmana. Quindi per conoscere meglio l’Islam viaggiammo insieme in Iran. A causa della propaganda anti-iraniana nei nostri media, nella mia mente si era creata un’immagine negativa di questo paese. Nei primi giorni del mio viaggio in Iran ero molto spaventata e piangevo molto. A vedere le donne con il chador, (il velo), pensai che esse vennissero infastidite tanto dagli uomini e che quindi per proteggersi nei loro confronti si coprissero con il chador. Pian piano, conoscendo di più gli iraniani mi accorsi però di aver sabagliato del tutto su questo popolo e sull’Islam. Le donne musulmane iraniane erano molto attive nella società: lavoravano e studiavano all’università… così la mia paurà si trasformò in curiosità ed entusiasmo per conoscere l’Iran e l’Islam e fu così che iniziai a condurre delle ricerche al riguardo. E alla fine dopo un po’ divenni musulmana. Con l’aiuto di mio marito, anche altri due nostri amici della Corea del Sud e del Giappone si convertirono all’Islam.
Ora io indosso l’hijjab e senza alcun problema svolgo anche delle attività nella società. L’hijjab infatti non è un ostacolo alle attività femminili ma è una protezione per la dignità e l’onore di una donna. Quando mio marito recita l'Azan(il richiamo alla preghiera islamica), smetto di lavorare. Mi siedo e lo ascolto con tanta gioia ed emozione. Purtroppo non posso ancora fare la salat perchè non riesco a pronunciare bene le parole che fanno parte della preghiera islamica; sto imparando la pronuncia dei termini e presto, inshallah, inizierò anche a eseguire la salat. Nel mese di Ramadan per la prima volta feci il digiuno. Quel Ramadan, fu uno dei mesi più belli della mia vita dopo la mia conversione all’Islam”.
Sonk Un parlando della situazione della donne in Corea ribadisce:”Nel mio paese le donne lavorano e studiano proprio come gli uomini però loro hanno dimenticato il loro principale compito cioè essere buone madri e buone mogli. In Iran, però, una donna dedica molto tempo all’educazione dei figli, anche quando lavora fuori casa. E questa è una grande differenza tra una donna musulmana iraniana e la donna coreana o giapponese.
Devo confessare che ora io sono innamorata dell’Islam e dell’Iran. Anche se i miei genitori e parenti vivono in Corea però non vorrei tornarci più. La famiglia di mio marito è molto gentile e simpatica. In Iran la famiglia gode di una posizione notevole nella vita di ogni persona e questa bella realtà mi piace molto. Io continuo ancora ad approfondire la mia conoscenza sull’Islam e sto anche frequentando dei corsi di lingua persiana.
Purtroppo nel mio paese ci sono pochi testi e libri sull’Islam in giapponese o coreano. L’Iran dopo la vittoria della rivoluzione islamica è cresciuto notevolmente, quindi gli iraniani dovrebbero approffittare di questa situazione particolare in cui si trovano per migliorarsi come paese musulmano.