May 04, 2020 08:57 CET
  • Cosa produce l’Iran? (29) l'esportazione dello Zafferano iraniano

Nel nome di Dio. Cari amici, salve a voi; l’Iran e’ la 18esima economia mondiale e dipende solo per il 25% dall’esportazione di petrolio. E quindi e’ lecito domandarsi “Cosa produce l’Iran”? Seguiteci e lo saprete...

 La posizione dell’Iran nel mercato mondiale come fornitore di punta della spezia piu’ cara che esiste e’ messo in pericolo dal commercio illegale e dalle contraffazioni portate avanti da Emirati Arabi Uniti e Spagna e dall’emergere di un nuovo produttore: l’Afghanistan.

Questa settimana Farhad Saharkhiz, tra i proprietari del brand di zafferano piu’ pregiato dell’Iran, ha lanciato accuse pesanti contro gli Emirati Arabi Uniti e la Spagna.

“Gli Emirati Arabi Uniti importano annualmente 50 tonnellate di zafferano dall’Iran, ma e’ interessante vedere che ne esportano annualmente 100 tonnellate. La Spagna, prosegue Saharkhiz, acquista annualmente 70 tonnellate di zafferano dall’Iran e ne rivende 130 all’anno. Cio’ significa, ha aggiunto, che questi paesi stanno vendendo una miscela di zafferano adulterato col nome del zafferano iraniano, rovinando nel mondo il nome del nostro prodotto”.

Il mercato mondiale di zafferano ha un valore di 1 miliardo e mezzo di dollari ma il produttore del 90% del prodotto mondiale, l’Iran, ha una fetta che a stento arriva ai 250 milioni di dollari. La parte maggiore dei soldi va quindi agli intermediari ed ai venditori finali o alle nazioni che comprano lo zafferano iraniano e poi lo rivendono a prezzi molto piu’ alti, manomettendone persino la composizione iniziale.

Per un chilo di zafferano, devono essere colti all’alba circa 200 mila fiori; un lavoro difficile che spiega perche’ un grammo della migliore qualita’ di zafferano iraniano costi 65 dollari, piu’ dell’oro (che costa circa 42 dollari al grammo). Cio’ comunque non vale per la qualita’ normale di zafferano, il cui prezzo nel mercato iraniano si aggira sui 3-4 euro al chilo e che viene rivenduto in Europa dai 12 ai 16 euro al chilo.

La coltivazione dello zafferano ha una storia di 3 mila anni in Iran. La nazione, pero’, ha continuato a vendere il prodotto sfuso per tutto questo tempo. Il deputato iraniano Farhad Falahati, all’inizio di questa settimana, ha accusato le industrie iraniane di incapacita’ esortandole a studiare prodotti che abbiano come base l’utilissima spezia, per creare maggiore valore aggiunto.

Secondo lo stesso Falahati, uno dei maggiori acquirenti dello zafferano dell’Iran sarebbe una societa’ farmaceutica francese che produce medicine contro la depressione con “l’oro rosso dell’Iran”.

L’ultimo riconoscimento per lo zafferano iraniano, tra l’altro, e’ stato quello dell’iTQi nel 2017 (International Taste & Quality Institute), con sede in Belgio, che ha premiato il prodotto tra 2000 cibi e bevande presentati nell’edizione di quest’anno.

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La capitale mondiale dello zafferano e’ la regione iraniana del North Khorassan, che confina con l’Afghanistan; quest’ultima nazione, che condivide con l’Iran oltre che la lingua persiana anche altre tradizioni (l’Afghanistan di oggi, fino a Herat, era un pezzo dell’Iran fino a 150 anni fa), sta iniziando a sviluppare al proprio interno piantagioni di zafferano. Sarebbe l’Olanda la nazione ad avere iniziato una vicina collaborazione con l’Afghanistan, proprio sulla coltivazione dello zafferano.

Anche in questo caso la denuncia arriva dalla societa’ iraniana Saharkhiz, che spiega che le tecniche di produzione afgane rovinano il prodotto; in piu’, spiega la societa’, gli afgani stanno iniziando ad acquistare i bulbi iraniani che sono “una ricchezza genetica” e non dovrebbero essere concessi agli stranieri.

Su questo punto non e’ d’accordo, pero’, il governo iraniano. Secondo Press TV, il parere del governo di Teheran e’ che lo zafferano e’ sempre migliore dell’oppio. L’Iran ha perso, negli ultimi 38 anni, circa 3500 soldati nella lotta contro i trafficanti di oppio che provengono dall’Afghanistan. Per questo, probabilmente, le autorita’ di Teheran sono anche disposte a vendere i preziosi bulbi di zafferano, nella speranza che le piantagioni del paese si trasformino in un qualcosa di innocuo.

 

 

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