Il sentiero della luce
Il sentiero della luce (874)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Da oggi inizia la lettura del quarantunesimo brano del Corano, la sura Fussilat ("Chiaramente Esposti"), titolo che fa riferimento ai versetti del Corano, e che è preso dal terzo versetto. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e comprende 54 versetti. Inizia come altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco quindi i primi quattro versetti della sura dei Chiaramente Esposti:
«بِسْمِ اللَّـهِ الرَّحْمَـنِ الرَّحِیمِ»«حم»،
In nome di Allah, il Compassionevole, il MisericordiosoوHâ', Mîm (41:1)
«تَنزِیلٌ مِّنَ الرَّحْمَـنِ الرَّحِیمِ»،
Rivelazione da parte del Compassionevole, del Misericordioso. (41:2)
«کِتَابٌ فُصِّلَتْ آیَاتُهُ قُرْآنًا عَرَبِیًّا لِّقَوْمٍ یَعْلَمُونَ»،
Un Libro i cui versetti sono stati esposti chiaramente; un Corano arabo, per uomini che conoscono, (41:3)
«بَشِیرًا وَنَذِیرًا فَأَعْرَضَ أَکْثَرُهُمْ فَهُمْ لَا یَسْمَعُونَ»
annunzio e monito; ma la maggior parte di loro si sottrae, senza ascoltare. (41:4)
29 sura o brani del Corano iniziano con le lettere separate, subito seguite da frasi che ricordano la grandiosità e la miracolosità di questo libro. Anche la sura Fussilat o dei Chiaramente Esposti è cosi, e dopo le lettere separate, ricorda come Dio, con la sua Benevolenza infinita, abbia voluto donare agli uomini il Corano, una sorgente di cui usufruiscono i fedeli, e da cui si privano i rinnegatori ed i miscredenti.
I versetti del Corano non sono stati inviati all’uomo per iscritto, e non sono stati nemmeno scritti dal profeta. Mohammad (s), ha comunicato alla gente ciò che gli veniva rivelato di volta in volta dall’arcangelo Gabriele, e per questo l’insieme delle sue parole ha assunto il nome di Corano, in arabo Qur’an, ossia ciò che si legge. Quattro apostoli del profeta scrivevano ciò che il profeta comunicava alla gente, e cosi assunse pure il nome e la forma di Kitab (Libro, scritta).
Il Corano è comunicato in chiara lingua araba e le sue parole sono facilmente comprensibili per coloro che sono alla ricerca della verità. Oltre a informare gli uomini della verità, il Corano li incoraggia ad effettuare buone azioni e a prendere le distanze dalle azioni inique e riprovevoli.
Molte persone, però, nel corso della storia, hanno voltato le spalle al messaggio dei profeti ed alle Sacre Scritture, perchè essi limitavano i loro piaceri e non erano allineati ai loro interessi materiali. Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Il Corano è la parola divina, non la parola del profeta dell’Islam. I contenuti di questo libro sono una manifestazione della Misericordia e della Benevolenza divina nei confronti dell’uomo. Seguire gli insegnamenti di questo libro, non può fare altro che donare felicità agli uomini.
Secondo – Tutto ciò che ha un ruolo nella crescita dell’uomo e nella guida di esso verso la giusta meta, è spiegato con chiarezza nel Corano e con diversi modi. Raccontando la storia dei popoli passati, utilizzando metafore e parabole, promettendo paradiso e inferno, emanando leggi...il Corano cerca di comunicare il suo messaggio in maniere diverse.
Terzo – Il Corano dona sapienza, coscienza e luce al cuore ed alla mente. Chi è alla ricerca della verità, deve attingere dalla fonte che questo testo rappresenta.
Quarto – I giusti criteri di educazione stabiliscono che la speranza deve essere accompagnata dal timore e quindi la promessa del paradiso va accompagnata dalla promessa dell’inferno. Credere solo in uno di questi aspetti, può avere effetti disastrosi sulla formazione delle persone.
Ed ora leggiamo il quinto versetto della sura Fussilat o dei Chiaramenti Esposti:
«وَقَالُوا قُلُوبُنَا فِی أَکِنَّةٍ مِّمَّا تَدْعُونَا إِلَیْهِ وَفِی آذَانِنَا وَقْرٌ وَمِن بَیْنِنَا وَبَیْنِکَ حِجَابٌ فَاعْمَلْ إِنَّنَا عَامِلُونَ»
Dicono: “I nostri cuori sono avviluppati [in qualcosa che li isola] da ciò cui ci inviti, e c'è un peso nelle nostre orecchie. C'è un velo tra noi e te. Fai pure [quello che vuoi] e noi [faremo] quello che vogliamo!”. (41:5)
I miscredenti della Mecca, che comprendevano la veridicità del messaggio del profeta, ma non volevano dargli ascolto per via dei propri interessi, invitavano Mohammad (s) a non stancarsi a ripetere loro le parole divine, dicendogli che non avrebbero creduto lo stesso, qualsiasi fosse stato il suo messaggio. Loro stessi dicevano che era come se qualcosa avesse avvolto i loro cuori, impedendo che le parole del profeta vi arrivassero. Chiedevano di essere lasciati in pace e di poter proseguire con le loro azioni.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – I versetti del Corano sono come la pioggia che scende dal cielo; se questa irrora un terreno fertile, allora da esso spunteranno tante piante. Se la pioggia bagna della roccia, ciò non farà sbocciar nulla.
Secondo – Se una persona si ostina a non accettare la parola divina, nemmeno il profeta in persona può fargli cambiare idea.
Terzo – Imitare ciecamente le tradizioni del passato, può avere come esito quello di ignorare la verità e la ragione.
Ed ora leggiamo i versetti 6 e 7 della sura di Fussilat o dei Chiaramente Esposti:
«قُلْ إِنَّمَا أَنَا بَشَرٌ مِّثْلُکُمْ یُوحَى إِلَیَّ أَنَّمَا إِلَـهُکُمْ إِلَـهٌ وَاحِدٌ فَاسْتَقِیمُوا إِلَیْهِ وَاسْتَغْفِرُوهُ وَوَیْلٌ لِّلْمُشْرِکِینَ»،
Di': “Io non sono che un uomo come voi, mi viene solo rivelato che il vostro Dio è un Dio unico. Rivolgetevi a Lui e implorate il Suo perdono”. Guai agli associatori, (41:6)
«الَّذِینَ لَا یُؤْتُونَ الزَّکَاةَ وَهُم بِالْآخِرَةِ هُمْ کَافِرُونَ»
che non pagano la decima e non credono nell'Altra vita. (41:7)
Dinanzi alle dichiarazioni dei miscredenti della Mecca, che parlavano animati dalla superbia e dalla necessità di difendere i loro interessi e piaceri mondani, il profeta dell’Islam ricordava loro di essere un uomo come tutti gli altri, con l’unica differenza riguardante la ricezione del messaggio divino, che invita ad adorare un unico Dio e ad abbandonare il politeismo e l’ateismo. Tale risposta sottintende che il profeta non vuole costringere nessuno alla fede, ma la sua azione consiste semplicemente nel presentare ciò che è la verità, invitare a rivolgersi verso Dio e chiedere il suo aiuto per poter agire bene nel corso della vita.
Il secondo versetto letto, ricorda che i miscredenti, che avranno un destino terribile, hanno due caratteristiche: rinnegano la Resurrezione dopo la morte e sono indifferenti alla necessità altrui e per questo non aiutano il prossimo.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – I profeti, non invitano la gente a sè ma a credere in Dio; il loro obbiettivo è liberare gli uomini dalla prigionia dell’ateismo e del politeismo.
Secondo – Credere nell’unicità di Dio, deve avere i suoi risvolti e le sue conseguenze nella vita del vero fedele. Il Monoteismo non è solo una questione di fede, ma è anche uno stile di vita.
Terzo – L’uomo fedele resiste e difende il suo modo di vivere e le sue scelte dettate dal Monoteismo.
Quarto – La fede non consiste nel dichiarare qualcosa, ma si dimostra aiutando il prossimo. Un fedele che non aiuta i bisognosi, deve avere qualche problema nella sua fede nell’unico Dio e nella Resurrezione dopo la morte.
di Davood Abbasi