May 27, 2024 11:15 CET

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l'interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l'ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.

Amici, anche oggi continueremo con la lettura e un semplice commento del sessantottesimo brano del Corano, la Sura Al Qalam, Il Calamo, di cui il nome deriva appunto dal contenuto del primo versetto. Stando alle fonti islamiche questa nobile Sura è stata rivelata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla città santa di Mecca e come molte altre sure coraniche, parla soprattutto di argomenti che riguardano il Giorno del Giudizio e la Creazione, e tutto ciò che riguarda la vita sociale ed individuale dell'uomo. Questa nobile Sura comprende 52 versetti di cui la maggior parte dedicata appunto agli argomenti particolarmente importanti tra cui la straordinaria personalittà e generosita dell’ultimo Messaggero di Dio, il nobile Profeta Mohammad, Pace e Bnedizioni su di lui, il suo comportamento con gli amici e la sua immensa clemenza con i nemici trattando inoltre il tema della resurrezione, il destino dei credenti e miscredenti nel Giorno del Giudizio e molti altri principi morali raccomandati dal Nobile Profeta dell'Islam Mohammad, e dai profeti che lo hanno preceduto, siano lodati dal Signore.

 

Oggi conosceremo meglio dal versetto 17 al versetto 33 di questa nobile Sura coranica.

 

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Amici, ascoltiamo ora i versetti 17, 18, 19 e 20 della Sura Al Qalam, Il Calamo:

 

إِنَّا بَلَوْنَاهُمْ کَمَا بَلَوْنَا أَصْحَابَ الْجَنَّةِ إِذْ أَقْسَمُوا لَیَصْرِمُنَّهَا مُصْبِحِینَ

Li abbiamo messi alla prova come abbiamo messo alla prova quelli del giardino che avevano giurato di fare il raccolto al mattino”. (68:17)

 

وَلَا یَسْتَثْنُونَ

senza formulare riserva”, (68:18)

 

فَطَافَ عَلَیْهَا طَائِفٌ مِنْ رَبِّکَ وَهُمْ نَائِمُونَ

 

Venne un uragano, proveniente dal tuo Signore, mentre dormivano”: (68:19)

 

فَأَصْبَحَتْ کَالصَّرِیمِ

e al mattino fu come se [il giardino] fosse stato falciato”. (68:20)

 

Nel programma precedente abbiamo visto come alcune persone ricche e potenti della Mecca, non erano pronte a sottomettersi alla Parola Divina a causa della loro arroganza e orgoglio, e disprezzavano il Profeta di Dio e i suoi compagni. Questi versetti ammoniscono i miscredenti di quanto siano precarie le loro ricchezze e proprietà e persino i loro figli, perché se Dio volesse, perderebbeo tutto in una notte.

 

Questi versetti raccontano la storia dei proprietari di un giardino, la cui storia era nota tra la gente della Mecca, e Dio ne fa riferimento; Un orto il cui proprietario era un filantropo e ogni anno, al momento del raccolto, donava una parte dei frutti dell'orto ai poveri e ai bisognosi.

 

Ma quando morì, i suoi figli decisero di tagliare la porzione dei bisognosi e di privarli dei frutti dell'orto. Per volontà di Dio, un fulmine di notte colpì il terreno e tutti gli alberi del giardino bruciarono e si trasformarono in un mucchio di cenere.

 

Da questi versetti impariamo che:

 

1. La proprietà e la ricchezza possono trasformarsi in una delle prove di Dio, sia che venga data o meno la quota delle persone indifese e bisognose.

2. Privare i bisognosi dal loro sostentamento suscita l'Ira di Dio e priva il proprietario della grazia del Signore.

3. A volte una persona fa dei calcoli apparentemente logici, ma contrariamente al suo desiderio e alla sua immaginazione, il risultato è tutt'altra cosa.

 

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Ed ora ascoltiamo i versetti 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28 e 29 della Sura Al Qalam, il Calamo:

 

فَتَنَادَوْا مُصْبِحِینَ

L’indomani si chiamarono gli uni con gli altri, di buon mattino”: (68:21)

 

أَنِ اغْدُوا عَلَى حَرْثِکُمْ إِنْ کُنْتُمْ صَارِمِینَ

Andate di buon’ora alla vostra piantagione, se volete raccogliere». (68:22)

 

فَانْطَلَقُوا وَهُمْ یَتَخَافَتُونَ

Andarono parlando tra loro a bassa voce”: (68:23)

 

أَنْ لَا یَدْخُلَنَّهَا الْیَوْمَ عَلَیْکُمْ مِسْکِینٌ

 

«Che oggi non si presenti a voi un povero!» (68:24)

 

وَغَدَوْا عَلَى حَرْدٍ قَادِرِینَ

 

Uscirono di buon’ora, in preda all’avarizia, pur avendo i mezzi [per fare l’elemosina]”. (68:25)

 

فَلَمَّا رَأَوْهَا قَالُوا إِنَّا لَضَالُّونَ

 

Quando poi videro [quel che era avvenuto], dissero: «Davvero abbiamo sbagliato [strada]! (68:26)

 

بَلْ نَحْنُ مَحْرُومُونَ

 

[Ma poi convennero:] Siamo rovinati». (68:27)

 

قَالَ أَوْسَطُهُمْ أَلَمْ أَقُلْ لَکُمْ لَوْلَا تُسَبِّحُونَ

 

Il più equilibrato tra loro disse: «Non vi avevo forse avvertito di rendere gloria ad Allah?». (68:28)

 

قَالُوا سُبْحَانَ رَبِّنَا إِنَّا کُنَّا ظَالِمِینَ

 

Dissero: «Gloria al nostro Signore, invero siamo stati ingiusti. (68:29)

 

Proseguendo sul tema dei versetti precedenti, leggiamo: I proprietari del giardino, sperando di accumulare il loro raccolto abbondante, decisero di andare al giardino la mattina presto, lontano dagli occhi dei poveri e dei bisognosi, e raccogliere i frutti tutti in una sola volta prima che nessuno venga a sapere. Ignari che di notte un fulmine molto forte aveva trasformato il loro giardino in un mucchio di cenere, si avviarono verso il giardino la mattina presto. Una volta sul posto, sono rimasti sorpresi e hanno detto che avevano sbagliato la strada e avevano perso il proprio giardino gridando disperatamente: questo non può essere il nostro giardino!

 

Ma un po' più tardi, quando hanno prestato più attenzione, si sono resi conto che non erano su terreno sbagliato e che proprio quello era il loro giardino. Loro volevano privare i bisognosi, ma con l'ira Divina e la discesa dei fulmini celesti, in realtà privarono se stessi da ciò che gli era stato donato dal Signore.

 

Intanto uno di loro, che era più saggio, disse ai fratelli: Vi ho detto fin dal principio di evitare di essere ingrati a Dio e di dare ciò che spetta di diritto agli svantaggiati. Alla fine, vedendo il giardino bruciato, i fratelli si svegliarono e confessarono la loro decisione sbagliata. Si pentirono davanti a Dio dicendo: Signore, abbiamo fatto torto a noi stessi e ai bisognosi e abbiamo privato sia noi che i bisognosi dei Tuoi doni.

 

Da questi versetti impariamo che:

 

1. Dio il Misericordioso ha riservato ai poveri una parte della proprietà dei ricchi. Se questo diritto non venisse rispettatoo, ne consegue l’Ira Divina.

2. Nella cultura islamica, la carità e il sacrificio forniscono la base per ricevere le benedizioni di Dio, e d'altro canto, l'avidità e l'avarizia ostacolano il successo e l’abbondanza.

3. A volte il rimorso non è benefico e non ripristina le perdite passate; Ma è utile per il futuro che le persone non ripetano i propri errori.

 

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E infine ascoltiamo i versetti 30, 31, 32 e 33 della nobile Sura Al Qalam, Il Calamo:

 

فَأَقْبَلَ بَعْضُهُمْ عَلَى بَعْضٍ یَتَلَاوَمُونَ

 

Si volsero poi gli uni agli altri, biasimandosi a vicenda”. (68:30)

 

قَالُوا یَا وَیْلَنَا إِنَّا کُنَّا طَاغِینَ

 

Dissero: «Guai a noi, invero siamo stati iniqui”. (68:31)

 

عَسَى رَبُّنَا أَنْ یُبْدِلَنَا خَیْرًا مِنْهَا إِنَّا إِلَى رَبِّنَا رَاغِبُونَ

 

È possibile che il nostro Signore ci compensi di questo con qual cosa di migliore. Noi bramiamo il nostro Signore». (68:32)

 

کَذَلِکَ الْعَذَابُ وَلَعَذَابُ الْآخِرَةِ أَکْبَرُ لَوْ کَانُوا یَعْلَمُونَ

 

Questo fu il castigo, ma il castigo dell’altra vita è ancora maggiore, se solo lo sapessero”! (68:33)

 

Capire i segni che il nostro Signore ci invia è segno di intelligenza, il pentimento che ne deriva sollecita il dono più grande di Allah, la sua Misericordia, e già la capacità di pentirsi è un dono di Allah.

 

I proprietari del giardino, pur ammettendo il proprio errore, hanno voluto incolpare l'uno l'altro dicendo: perché avete fatto una proposta del genere. Voi siete la causa di questo disagio e privazione. Tale approccio è del tutto sbagliato in quanto il suggerimento degli altri non può essere ne il motivo di silenzio ne tantomeno giustfica l’accettazione del proprio punto di vista sbagliato. In questo modo si può dire che tutti loro furono in qualche modo coinvolti nel commettere questo peccato.

 

Ad ogni modo, i proprietari del giardino si resero conto del loro grosso errore e confessarono la propria crudeltà e ribellione. Si rivolsero a Dio e dissero: Speriamo che Dio ci perdoni e ci dia un giardino migliore invece di questo.

 

Nell'ultimo versetto relativo a questa storia, si afferma in una conclusione generale: la punizione di Dio in questo mondo è dura e dolorosa ma il Suo Castigo nell'aldilà è ancora più dolorosi.

 

Da questi versetti impariamo che:

 

1. Per giustificare il nostro errore, non dovremmo cercare di incolpare gli altri.

 

2. Se alla presenza di Dio, la confessione del peccato, del rimpianto e del pentimento è sincera, sarà accettata; Ma il pentimento esclusivamente verbale non funziona.

 

3. La mano di Dio è aperta per compensare ciò che abbiamo perso. Pertanto, i peccatori non dovrebbero essere disperati e considerarsi sconfitti per sempre.

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