Il sentiero della luce (883)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Da alcuni mesi abbiamo iniziato la lettura del quarantunesimo brano del Corano, la sura Fussilat ("Chiaramente Esposti"), titolo che fa riferimento ai versetti del Corano, e che è preso dal terzo versetto. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e comprende 54 versetti. Inizia come altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco quindi il versetto numero 45 della sura dei Chiaramente Esposti:
«وَلَقَدْ آتَیْنَا مُوسَى الْکِتَابَ فَاخْتُلِفَ فِیهِ وَلَوْلَا کَلِمَةٌ سَبَقَتْ مِن رَّبِّکَ لَقُضِیَ بَیْنَهُمْ وَإِنَّهُمْ لَفِی شَکٍّ مِّنْهُ مُرِیبٍ»
Già demmo a Mosè il Libro su cui polemizzarono. Se non fosse per una precedente Parola del tuo Signore, sarebbe già stato deciso tra di loro; sono invece immersi nel dubbio [a proposito del Corano]. (41:45)
Nei versetti precedenti a questo, il Corano ricordava che i miscredenti del periodo del profeta dell’Islam, ritenevano che la parola divina non era miracolosa perchè era nella loro lingua, l’arabo, e che per essere miracolosa avrebbe dovuto essere in qualche altra lingua.
Il Corano ricorda che questi capricci erano stati fatti anche quando i profeti precedenti a Mohammad (la pace sia con lui), avevano riferito il messaggio divino. Per esempio, anche ai tempi di Mosè (la pace sia con lui), la gente aveva detto le stesse cose. Dio non punisce i peccatori immediatamente, altrimenti, coloro che avevano rinnegato le sacre Scritture precedenti, avrebbero trovato immediatamente il castigo.
Nell’Islam il dubbio è un qualcosa di ammesso e lecito, anzi è un qualcosa di necessario per indurre il fedele alla ricerca della verità, ma il dubbio nutrito dai miscredenti nei confronti del Corano e delle sacre scritture precedenti non era un dubbio lecito, ma un dubbio motivato dall’ostinazione, il capriccio ed il pregiudizio. Alcune delle persone che vivevano al tempo dei profeti, si mettevano a pensare per trovare ogni giorno una nuova argomentazione per accusare i messaggeri di Dio.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – La Misericordia divina implica che ai miscredenti ed ai peccatori venga dato tempo, persino dopo le loro malefatte, in modo che abbiano l’opportunità di pentirsi, rimediare e ritornare verso Dio. Se non fosse cosi, nessuno avrebbe la possibilità di prendere atto dei propri errori e rimediare, e ogni persona dovrebbe andare all’inferno dopo il primo errore; in quel caso, non si potrebbe nemmeno parlare di un Dio misericordioso.
Secondo – Il dubbio viene detto il ponte che porta alla verità. Soltanto che questo dubbio deve essere ragionevole e costruttivo; se qualcuno si accanisce a cercare dubbi, in altre parole sta tentando di allontanarsi dalla verità.
Ed ora leggiamo il versetto 46 della sura Fussilat o dei Chiaramente Esposti:
«مَّنْ عَمِلَ صَالِحًا فَلِنَفْسِهِ وَمَنْ أَسَاءَ فَعَلَیْهَا وَمَا رَبُّکَ بِظَلَّامٍ لِّلْعَبِیدِ»
Chi fa il bene lo fa a suo vantaggio, e chi fa il male lo fa a suo danno. Il tuo Signore non è ingiusto con i Suoi servi. (41:46)
Qui il Corano sottolinea che il bene o il male compiuto dall’uomo, ha effetti rispettivamente positivi e negativi per lui stesso, e per lo più proporzionati alle loro azioni, e che ciò è motivato dalla Giustizia del Signore.
Anche nella giustizia umana una serie di leggi, stabiliscono delle pene per alcuni reati, ma la legge del Signore non è di questo tipo; la punizioni per ogni azione non avviene in base ad una legge, ma arriva come conseguenza diretta di quella stessa azione.
Per esempio, se una persona mangia un cibo avvelenato, si sente male come conseguenze diretta; il sentirsi male non è una punizione che gli venga inflitta in base ad una legge o con la sentenza di un tribunale.
I peccati hanno delle conseguenze dirette che si palesano in alcune forme in questo stesso mondo, e poi si presentano nella loro vera forma nell’altro. Ad esempio nel Corano, si ricorda che chi si è cibato degli averi degli orfani, si accorge che quegli averi si trasformano in fuoco nel suo ventre.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Fino a quando abbiamo la capacità di scegliere, non possiamo addossare agli altri la responsabilità delle nostre azioni.
Secondo – Non dobbiamo ritenere Dio il responsabile dei nostri problemi, semplicemente perchè Dio non fa del male ai proprio servi. Le nostre disgrazie sono esito delle nostre stesse azioni.
Ed ora leggiamo i versetti 47 e 48 della sura Fussilat o dei Chiaramenti Esposti:
«إِلَیْهِ یُرَدُّ عِلْمُ السَّاعَةِ وَمَا تَخْرُجُ مِن ثَمَرَاتٍ مِّنْ أَکْمَامِهَا وَمَا تَحْمِلُ مِنْ أُنثَى وَلَا تَضَعُ إِلَّا بِعِلْمِهِ وَیَوْمَ یُنَادِیهِمْ أَیْنَ شُرَکَائِی قَالُوا آذَنَّاکَ مَا مِنَّا مِن شَهِیدٍ»،
[Appartiene] a Lui la scienza dell'Ora e non c'è frutto che esca dal suo involucro o femmina gestante o partoriente di cui non abbia conoscenza. Nel Giorno in cui li convocherà [dirà]: “Dove sono coloro che Mi associavate?”; risponderanno: “Ti informiamo che tra noi non c'è nessuno che lo testimoni”. (41:47)
«وَضَلَّ عَنْهُم مَّا کَانُوا یَدْعُونَ مِن قَبْلُ وَظَنُّوا مَا لَهُم مِّن مَّحِیصٍ»
E coloro che invocavano si saranno allontanati da loro ed essi si renderanno conto di non aver nessuna via di scampo. (41:48)
Solo Dio conosce l’Ora in cui ci sarà il Giorno del Giudizio, ma Egli ha deciso di insegnare alcune cose su quel giorno ai suoi servi, attraverso i profeti e le Sacre Scritture.
Ci sono però dei segreti su tale giorno che gli uomini ignorano; ciò mentre Dio conosce qualsiasi segreto, e non c’è frutta che cresca o bambino o animale che nasca, senza che Dio sia al corrente.
Per quanto riguarda i miscredenti che adoravano altre divinità oltre all’unico Dio, si spiega che nell’altra vita verrà chiesto loro dove siano i loro idoli, e loro non avranno altra risposta se non quella dell’ammissione delle loro colpe e del loro errore. Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Il fatto che il momento dell’arrivo del Giorno del Giudizio non sia noto, non significa che tale giorno non arriverà. Ci sono altre cose di cui non si sa il momento dell’arrivo, ma che sicuramente arriveranno.
Secondo – Dio non conosce solo le questioni generali inerenti all’Universo, ma anche ogni piccolo e infinitesimale particolare. Nulla gli è oscuro.
Terzo – Nella nostra vita non dobbiamo arrivare ad adorare esseri o oggetti incapaci. Solo Dio ci può aiutare in questa e nell’altra vita.
Quarto – Nel Giorno del Giudizio la manifestazione di Dio sarà talmente imponente da ridurre in polvere il ricordo di qualsiasi fasulla divinità mondana.
Davood Abbasi