Ott 03, 2020 11:32 CET

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.

Oggi iniziamo la lettura del quarantaduesimo brano del Corano, la sura Ash-Shûrâ ("La consultazione"), visto che il versetto 38 ricorda che i credenti “si consultano vicendevolmente”. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e comprende 53 versetti. Inizia come altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.

Ecco quindi i primi quattro versetti della sura della Consultazione:

 

«حم»،

Hâ', Mîm (42:1)

 

«عسق»،

Aîn, Sîn, Qâf. (42:2)

«کَذَلِکَ یُوحِی إِلَیْکَ وَإِلَى الَّذِینَ مِن قَبْلِکَ اللَّـهُ الْعَزِیزُ الْحَکِیمُ»،

È cosi che Allah, l'Eccelso, il Saggio, rivela a te e a coloro che ti precedettero. (42:3)

 

«لَهُ مَا فِی السَّمَاوَاتِ وَمَا فِی الْأَرْضِ وَهُوَ الْعَلِیُّ الْعَظِیمُ»

[Appartiene] a Lui tutto quello che è nei cieli e tutto quello che è sulla terra. Egli è l'Altissimo, il Grandioso. (42:4)

 

Dopo le lettere separate, che secondo la maggiorparte degli interpreti vogliono rappresentare la Magnificenza del sacro testo, e ricordare che esso è esito delle semplici lettere dell’alfabeto arabo, il terzo versetto ribadisce che il Signore che rivela a Mohammad (la pace sia con lui), rivelò anche ai profeti precedenti. La fonte dei testi sacri nel corso della storia è stata la stessa, e i principi basilari della religione, comunicati ai diversi profeti, sono stati gli stessi. Le differenze riguardavano questioni minori, e ciò è indicativo della Saggezza divina, che in ogni periodo, ha comunicato agli uomini un messaggio anche adeguato e coordinato con le necessità umane in quel periodo.

Il quarto versetto ricorda che tutto ciò che esiste nel Creato, nei cieli o sulla terra, appartiene al Signore che dopo la Creazione di tutto, uomini compresi, non ha abbandonato il Creato e ha continuato ad amministrarlo e per gli uomini, ha posto come guida la loro ragione e i profeti, che hanno comunicato la sua parola e i testi sacri. Natura e religione, hanno un’unica origine e tra Creazione e Legislazione, non vi è alcun contrasto. Dalla breve riflessione su questi versetti, possiamo trarre le seguenti conclusioni:

Primo – Tutti i profeti sono stati in contatto con la stessa fonte e per questo i principi da loro insegnati sono stati gli stessi. In questo senso, non vi è differenza tra il primo e l’ultimo dei profeti divini.

Secondo – La parola dei profeti proviene dal Signore Saggio e Invincibile, e l’attuazione dei loro insegnamenti, è motivo di gloria e di felicità nella vita.

Terzo – Alla radice della parola dei profeti, si trova la Saggezza e la Sapienza infinita del Signore e per questo il contenuto del Corano è forte, indelebile e indistruttibile.

Quarto – Stabilire delle leggi per la vita dell’uomo, è solo degno di chi lo ha creato e ha creato anche il resto dell’Universo.

Ed ora leggiamo i versetti 5 e 6 della sura As-Shurà o della Consultazione:

 

 

«تَکَادُ السَّمَاوَاتُ یَتَفَطَّرْنَ مِن فَوْقِهِنَّ وَالْمَلَائِکَةُ یُسَبِّحُونَ بِحَمْدِ رَبِّهِمْ وَیَسْتَغْفِرُونَ لِمَن فِی الْأَرْضِ  أَلَا إِنَّ اللَّـهَ هُوَ الْغَفُورُ الرَّحِیمُ»،

Si sarebbero spaccati i cieli da sopra, e gli angeli glorificano il loro Signore, Lo lodano e implorano perdono per coloro che sono sulla terra. In verità Allah è il Perdonatore, il Misericordioso. (42:5)

 

«وَالَّذِینَ اتَّخَذُوا مِن دُونِهِ أَوْلِیَاءَ اللَّـهُ حَفِیظٌ عَلَیْهِمْ وَمَا أَنتَ عَلَیْهِم بِوَکِیلٍ»

Allah osserva coloro che si sono presi patroni all'infuori di Lui. Tu non sei responsabile di loro. (42:6)  

 

La grandiosità della parola divina è tale che se veniva comunicata ai cieli, si sarebbero spaccati e si sarebbero ridotti a pezzetti; anche nel versetto 21 della sura Hashr, leggiamo che se il Corano venisse comunicato alle montagne, si sarebbero polverizzate per il timore di Dio.

I versetti parlano anche degli angeli che lodano il Signore e lo glorificano e al contempo pregano affinchè gli uomini che hanno commessi errori, vengano perdonati dal Signore; loro sanno che Dio è il più Amorevole e Misericordioso che ci sia e la sua volontà è di perdonare e di dare agli uomini la possibilità di pentirsi.

È chiaro che però, coloro che perseverano nel peccato di proposito, si privano del Perdono del loro Signore.

L’ultimo versetto, il numero 6, parla di un gruppo di persone che nella vita, invece di seguire Dio e la parola dei suoi profeti, hanno scelto come guida altri, accettando la supremazia di queste entità. In realtà, questo gruppo di uomini ha scelto di rinnegare Dio o di associare altri a Lui e di non rispondere all’invito dei profeti.

I profeti si ritenevano responsabili del destino delle loro comunità, e il profeta dell’Islam si rattristava quando vedeva che alcune persone si dirigevano verso la disgrazia, con le loro azioni. Il Corano però dice al profeta di non affliggersi per coloro che non credono, anche perchè la gente non è obbligata a seguirlo. Al profeta si ricorda che lui non è responsabile delle azioni degli altri e che obbligare la gente non è suo dovere; Dio ha voluto che gli uomini fossero liberi nella scelta della loro via, ma in base alla Sua Saggezza infinita, ha anche stabilito che ognuno fosse responsabile delle sue azioni.

Dio osserva ogni cosa ed è al corrente delle azioni di tutti; ognuno, sia in questa che nell’altra vita, riceverà l’esito diretto delle sue stesse azioni.

Dalla riflessione su questi versetti possiamo trarre queste conclusioni:

Primo – Il cuore di alcuni uomini è più duro delle pietre. I cieli si sarebbero spaccati se avessere ricevuto la parola divina, ma alcuni uomini non reagiscono minimamente dopo averla ascoltata.

Secondo – Quando preghieramo, dobbiamo pregare per tutti coloro che vivono sulla terra, e chiedere a Dio di perdonarli, proprio come gli angeli, che pregano per tutti gli uomini senza fare distinzioni.

Terzo – La fede in Dio, non può essere associata con la sottomissione a poteri che non siano divini.

Quarto – I profeti erano incaricati di riferire la parola divina e invitare, ma non a costringere la gente.

Davood Abbasi