Il sentiero della luce (894)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Da alcuni mesi abbiamo avviato la lettura del quarantaduesimo brano del Corano, la sura Ash-Shûrâ ("La consultazione"), visto che il versetto 38 ricorda che i credenti “si consultano vicendevolmente”. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e comprende 53 versetti. Inizia come altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco quindi il versetto numero 44 della sura Ash-Shura o della Consultazione:
«وَمَن یُضْلِلِ اللَّـهُ فَمَا لَهُ مِن وَلِیٍّ مِّن بَعْدِهِ وَتَرَى الظَّالِمِینَ لَمَّا رَأَوُا الْعَذَابَ یَقُولُونَ هَلْ إِلَى مَرَدٍّ مِّن سَبِیلٍ»
Colui che Allah svia, non avrà oltre a Lui patrono alcuno. Vedrai gli ingiusti che, alla vista del castigo, grideranno: “C'è un modo per ritornare?”. (42:44)
Una delle tradizioni divine è quella di guidare le persone sul retto sentiero, attraverso la ragione e l’intelletto, collocati nel loro essere, e poi attraverso il messaggio trasmesso all’umanità attraverso i Suoi messaggeri. Ciò affinchè le persone possano distinguere chiaramente la via giusta nella vita e non possano dire, un domani, di non aver capito e di non aver saputo che le loro azioni erano errate.
Proprio per tale ragione, coloro che pur avvistando la retta via, decidono di agire diversamente per questione di interessi o passioni, scelgono volontariamente la perdizione e quindi dovranno rispondere di questo loro fare.
La punizione iniziale nei loro confronti, è proprio il fatto che non si accorgono più di quanto sia brutto il loro fare; ne il Paradiso e ne l’Inferno possono essere raggiunti con l’obbligo, e sono solo l’esito delle azioni volontarie e delle scelte delle persone. Il Corano ci spiega che nell’altra vita, appena i peccatori si ritroveranno dinanzi all’esito delle loro azioni inique volontarie, chiederanno subito qual e’ la via per tornare indietro e poter rimediare, ma a quel punto, sarà ormai troppo tardi per poter rimediare. È un pò come la vita stessa; non si torna alla giovinezza ed all’infanzia, e si può solo andare avanti.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – Non esiste lo smarrimento o l’iniquità originale. Dio non colloca nessuno, sin dall’inizio, sul sentiero della perdizione. Una parte degli uomini commette peccati volontariamente, in questa maniera si priva della possibilità di distinguere la ragione dal torto, si immerge sempre più nel peccato, e costruisce la propria rovina.
Secondo – I peccatori ed i malvagi devono ricordarsi che non c’è forza che possa ribellarsi a Dio. Prima o poi dovranno rispondere delle loro malefatte.
Ed ora leggiamo i versetti 45 e 46 della sura della Consultazione:
«وَتَرَاهُمْ یُعْرَضُونَ عَلَیْهَا خَاشِعِینَ مِنَ الذُّلِّ یَنظُرُونَ مِن طَرْفٍ خَفِیٍّ وَقَالَ الَّذِینَ آمَنُوا إِنَّ الْخَاسِرِینَ الَّذِینَ خَسِرُوا أَنفُسَهُمْ وَأَهْلِیهِمْ یَوْمَ الْقِیَامَةِ أَلَا إِنَّ الظَّالِمِینَ فِی عَذَابٍ مُّقِیمٍ»،
Li vedrai, ad esso esposti, umiliati e impotenti, lanciarsi sguardi furtivi, mentre i credenti diranno: “In verità, coloro che avranno causato la loro rovina e quella delle loro famiglie, nel Giorno della Resurrezione saranno i perdenti”. In verità gli ingiusti avranno duraturo castigo. (42:45)
«وَمَا کَانَ لَهُم مِّنْ أَوْلِیَاءَ یَنصُرُونَهُم مِّن دُونِ اللَّـهِ وَمَن یُضْلِلِ اللَّـهُ فَمَا لَهُ مِن سَبِیلٍ»
Non avranno patroni che li aiuteranno contro Allah. Colui che Allah svia non ha nessuna via [di salvezza]. (42:46)
Questi versetti raccontano la paura terribile dei peccatori nel Giorno del Giudizio. Coloro che in vita hanno diffuso il terrore tra la gente, in quel giorno assaggiano il sapore di una paura senza eguali, al punto da non poter alzare la testa. Procedono a testa bassa fino ad entrare nell’inferno. La loro umiliazione è profonda e guardano di sfuggita il fuoco che li accoglierà. In quel momento, a peggiorare la loro umiliazione, vi è la voce dei fedeli, che ricordano loro la loro ricchezza e la loro potenza nella vita, dicendo loro di assaggiare ciò che si sono meritati. Non solo i capi ed i leaders del male, ma anche i loro seguaci si accorgono di aver barattato con la disgrazia eterna la loro vita. Cosa può essere peggiore della distruzione della vita propria e di quella della propria famiglia?
Dinanzi alla punizione dell’Inferno, non ci sarà nulla e nessuno ad aiutare i peccatori; potrebbero aiutarli Dio, i suoi profeti e i suoi prescelti, ma i peccatori hanno interrotto qualsiasi legame con loro, e quindi non possono chiedere il loro aiuto. Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – L’onore e l’umiliazione reale si assaggia nel Giorno della Resurrezione. Molte persone amate e rispettate in questo mondo, verranno umiliate e altre che non vengono prese in considerazione e non hanno sostegno, in quel Giorno saranno felici e verranno premiate.
Secondo – Il più grande danno per l’uomo, è la perdita del più grande capitale, l’opportunità della vita, e non ottenere nulla in cambio.
Terzo – La fede è motivo di dignità e felicità delle persone in questa e nell’altra vita.
Ed ora leggiamo il versetto 47 della sura As-Shura o della Consultazione:
«اسْتَجِیبُوا لِرَبِّکُم مِّن قَبْلِ أَن یَأْتِیَ یَوْمٌ لَّا مَرَدَّ لَهُ مِنَ اللَّـهِ مَا لَکُم مِّن مَّلْجَإٍ یَوْمَئِذٍ وَمَا لَکُم مِّن نَّکِیرٍ»
Rispondete al vostro Signore, prima che venga un Giorno il cui termine Allah non differirà. In quel Giorno non avrete rifugio e non potrete negare alcunché. (42:47)
I profeti nel corso della storia hanno invitato la gente ad adorare il Signore e non a seguire loro. Questo versetto si rivolge ai peccatori e agli ingiusti e ricorda loro che prima della fine della loro vita, prima che sia troppo tardi, e prima che debbano chiedere di tornare in vita quando sarà troppo tardi, ossia nel Giorno del Giudizio, possono abbandonare il sentiero dell’errore e prendere la strada giusta. Il Corano invita queste persone a pentirsi e rimediare, dato che non c’è scampo al Signore e nell’altra vita, sarà a Lui che tutti verranno ricondotti e tutti dovranno rispondere delle proprie azioni; per chi si sarà reso meritevole del castigo, non vi sarà alcun rifugio ed alcun modo di scappare.
Dalla riflessione su questo versetto apprendiamo che:
Primo – L’obbedienza alla volontà del Signore, è ciò che ci può liberare dal fuoco dell’inferno e donarci la felicità di questo e dell’altro mondo.
Secondo – Prima che la breve opportunità della vita si concluda, dobbiamo pensare anche all’altro mondo e di quel momento in cui non ci sarà la possibilità di tornare indietro e rimediare.
Davood Abbasi
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