Il sentiero della luce (900)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Da alcune puntate abbiamo avviato la lettura del quarantatreesimo brano del Corano, la sura Az-Zukhruf ("Gli Ornamenti d’Oro"). Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e come le altre sure meccane, parla soprattutto di argomenti di base della fede come il Monoteismo, la Profezia e la Resurrezione. Comprende 89 versetti e inizia come, altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco ora i versetti numero 29 e 30 della sura Az-Zukhruf o degli Ornamenti d’Oro:
«بَلْ مَتَّعْتُ هَـؤُلَاءِ وَآبَاءَهُمْ حَتَّى جَاءَهُمُ الْحَقُّ وَرَسُولٌ مُّبِینٌ»،
E anzi, concessi [i doni più disparati] a quelle genti e ai loro avi, finché giunse loro la Verità e un Messaggero esplicito. (43:29)
«وَلَمَّا جَاءَهُمُ الْحَقُّ قَالُوا هَـذَا سِحْرٌ وَإِنَّا بِهِ کَافِرُونَ»
Ma quando la Verità giunse loro, dissero: «È magia, noi non crediamo in essa!». (43:30)
La tradizione divina, nei confronti dei popoli, è quella di informarli della Verità, in modo che nel Giorno del Giudizio, non abbiano nulla da contestare e non possano dire di non aver saputo. Fino a quando la parola divina non è arrivata ad un popolo, è chiaro che non vi è nessuna punizione per chi non era al corrente della verità; lo stesso discorso è stato valido per le tribù della Mecca e gli arabi in generale. Dio inviò tra di loro un profeta della loro stessa stirpe che aveva il dono di poter parlare benissimo ed in maniera chiarissima, in modo che venisse compreso da tutti.
Come la maggiorparte dei popoli, però, anche in questo, molte persone, si opposero alla parola divina e la descrissero come magia, accusando il profeta Mohammad (la pace sia con lui), di essere uno stregone. Nonostante ciò, il Corano spiega che Dio non privò loro dei suoi doni, e fece in modo che avessero una vita agiata, ciò per dare loro tempo e occasione di riflettere, pentirsi e scegliere la giusta strada nella vita.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Ciò che è stato inviato da Dio, è Verità nella sua totalità, e le leggi umane che vanno nella direzione opposta a quelle divine, non possono che essere sbagliate, anche se è possibile che la gente le preferisca.
Secondo – Il fatto che una persona o una società sia ricca e benestante, non indica necessariamente che sia fedele o dalla parte della ragione. È possibile che sia anche nel torto ma che Dio stia dando tempo a quella gente, prima di punirla.
Terzo – Quando l’uomo comprende la Verità, non può più dire di non aver saputo in vita e quindi la sua scelta tra il bene ed il male, diviene volontaria e cosciente.
Ed ora leggiamo i versetti 31 e 32 della sura Az-Zukhruf:
«وَقَالُوا لَوْلَا نُزِّلَ هَـذَا الْقُرْآنُ عَلَى رَجُلٍ مِّنَ الْقَرْیَتَیْنِ عَظِیمٍ»،
E dicono: «Perché questo Corano non è stato rivelato ad un grande uomo di una di queste due città?». (43:31)
«أَهُمْ یَقْسِمُونَ رَحْمَتَ رَبِّکَ نَحْنُ قَسَمْنَا بَیْنَهُم مَّعِیشَتَهُمْ فِی الْحَیَاةِ الدُّنْیَا وَرَفَعْنَا بَعْضَهُمْ فَوْقَ بَعْضٍ دَرَجَاتٍ لِّیَتَّخِذَ بَعْضُهُم بَعْضًا سُخْرِیًّا وَرَحْمَتُ رَبِّکَ خَیْرٌ مِّمَّا یَجْمَعُونَ»
Sono forse loro i dispensatori della Misericordia del tuo Signore? Siamo Noi che distribuiamo tra loro la sussistenza in questa vita, che innalziamo alcuni di loro sugli altri, in modo che gli uni prendano gli altri a loro servizio. La Misericordia del tuo Signore è però [di gran lunga] migliore di quello che accumulano. (43:32)
Una delle scuse degli abitanti della Mecca per sottrarsi alla fede era il fatto che Dio non aveva scelto il suo Messaggero tra le figure famose e influenti delle due maggiori città dell’Arabia, cioè la Mecca e Taif. Il profeta dell’Islam, Mohammad, la pace sia su di lui e la sua immacolata famiglia, era nato orfano, era stato cresciuto dal nonno e dallo zio e non era affatto ricco.
Nell’immaginario degli arabi di allora, il profeta di Dio doveva essere qualcosa di simile ad un capotribù, quindi se lo immaginavano ricco, forte, potente e dominante nella sua tribù, tutte caratteristiche che il profeta dell’Islam non aveva.
Una persona degna della missione di profeta, non deve essere ricca ma deve aver raggiunto il massimo della crescita umana; deve essere giusto nelle azioni, sincere, deve essere generoso, coraggioso e deve conoscere i problemi della gente e dei bisognosi; tutti i profeti della storia avevano tali caratteristiche.
Il Corano, rispondendo ai contemporanei del profeta, ricorda che non sono loro a scegliere chi debba riferire il messaggio divino ed è Dio che conosce meglio di chiunque altro le sue creature e il loro merito.
Anche nella vita comune, le differenze che si osservano tra le persone, sono basate sulla saggezza divina. Se tutte le persone fossero dello stesso livello di intelligenza, con gli stessi talenti e le stesse capacità fisiche e mentali, la vita societaria non sarebbe possibile. Dio ha creato gli uomini con diverse capacità fisiche e mentali, in modo che ognuno possa svolgere un’attività diversa, possa servire gli altri in un settore e farsi aiutare dagli altri per ciò in cui ha meno talento.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Per molte persone, la grandezza di una persona dipende dalla ricchezza, dalla potenza e dalla fama di essa, mentre presso il Signore, questi criteri non hanno senso.
Secondo – I doni, spirituali e materiali, sono simbolo della benevolenza divina e indicano l’amore del Signore per la gente. Quando però il sostentamento della gente, dipende dalla Saggezza divina, come può la missione di un profeta, dipendere da altri all’infuori di Dio?
Terzo – La persistenza e la salute della società dipende dalla cooperazione di tutte le persone e dall’uso delle capacità di tutti i membri della società. Le differenze tra le persone, hanno l’obiettivo di creare lo spirito di collaborazione nella società e rispondere alle necessità di tutti, non per vantarsi l’uno con l’altro e umiliarsi a vicenda.
Ed ora leggiamo i versetti 33, 34 e 35 della sura Az-Zukhruf:
«وَلَوْلَا أَن یَکُونَ النَّاسُ أُمَّةً وَاحِدَةً لَّجَعَلْنَا لِمَن یَکْفُرُ بِالرَّحْمَـنِ لِبُیُوتِهِمْ سُقُفًا مِّن فِضَّةٍ وَمَعَارِجَ عَلَیْهَا یَظْهَرُونَ»،
Se non fosse per il fatto che [in tal modo] gli uomini sarebbero diventati una sola comunità [di miscredenti], avremmo fatto d’argento i tetti delle case di coloro che non credono al Compassionevole, e scale per accedervi. (43:33)
«وَلِبُیُوتِهِمْ أَبْوَابًا وَسُرُرًا عَلَیْهَا یَتَّکِئُونَ»،
[Ugualmente avremmo fatto] per le loro case, porte e divani [d’argento] sui quali distendersi, (43:34)
«وَزُخْرُفًا وَإِن کُلُّ ذَلِکَ لَمَّا مَتَاعُ الْحَیَاةِ الدُّنْیَا وَالْآخِرَةُ عِندَ رَبِّکَ لِلْمُتَّقِینَ»
e ornamenti d’oro. Tutto ciò non sarebbe che godimento effimero di questa vita, mentre l’Altra vita, presso il tuo Signore, è per i timorati. (43:35)
Rispondendo nuovamente alle parole dei miscredenti, che si chiedevano perchè il profeta del Signore non fosse una persona ricca, qui il Corano ricorda che tali parametri mondani non hanno valore presso Dio e dinanzi a Lui, esseri puri e timorati sono i veri valori e motivo di superiorità.
L’oro e l’argento e gli Ornamenti che attirano la vista della gente (da qui anche il nome della sura), sono privi di valore dinanzi al Signore. Dio in questo versetto ricorda che potrebbe far si che i miscredenti e i rinnegatori diventino talmente ricchi da poter costruire d’argento il tetto delle loro case, ma spiega che ciò porterebbe tutte le genti verso la miscredenza.
Ciò per dire che le ricchezze di questo mondo sono prive di valore reale e le vere preziosità sono quelle dell’aldilà, e dipendono dalle azioni dell’uomo in questa vita.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – La maggiorparte della gente ragione in base a ciò che vede e quanto vede che la vita di persone prive di fede è agiata, pensa che la via scelta da loro sia giusta.
Secondo – Il valore dell’uomo dipende da lui stesso e non dalla casa, dall’automobile e da ciò che possiede. In altre parole, il valore dell’uomo dipende da quanto è ornato al suo interno e non all’esterno.
Terzo – I benefattori, in questa vita, verranno premiati dal Signore nell’altra con qualcosa di migliore rispetto alla ricchezza mondana.
Davood Abbasi