Il sentiero della luce (906)
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Da alcune puntate abbiamo avviato la lettura del quarantatreesimo brano del Corano, la sura Az-Zukhruf ("Gli Ornamenti d’Oro"). Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e come le altre sure meccane, parla soprattutto di argomenti di base della fede come il Monoteismo, la Profezia e la Resurrezione. Comprende 89 versetti e inizia come, altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Ecco ora i versetti numero 70, 71, 72 e 73 della sura Az-Zukhruf o degli Ornamenti d’Oro:
«ادْخُلُوا الْجَنَّةَ أَنتُمْ وَأَزْوَاجُکُمْ تُحْبَرُونَ»،
entrate nel Paradiso, voi e le vostre spose, sarete onorati (43:70)
«یُطَافُ عَلَیْهِم بِصِحَافٍ مِّن ذَهَبٍ وَأَکْوَابٍ وَفِیهَا مَا تَشْتَهِیهِ الْأَنفُسُ وَتَلَذُّ الْأَعْیُنُ وَأَنتُمْ فِیهَا خَالِدُونَ»،
circoleranno tra loro vassoi d’oro e calici, e colà ci sarà quel che desiderano le anime e la delizia degli occhi – e vi rimarrete in perpetuo. (43:71)
«وَتِلْکَ الْجَنَّةُ الَّتِی أُورِثْتُمُوهَا بِمَا کُنتُمْ تَعْمَلُونَ»،
Ecco il Paradiso che vi è stato fatto ereditare per quel che avete fatto. (43:72)
«لَکُمْ فِیهَا فَاکِهَةٌ کَثِیرَةٌ مِّنْهَا تَأْکُلُونَ»
E vi saranno molti frutti e ne mangerete». (43:73)
Dopo aver promesso ai servi del Signore una vita senza timore e paura, nell’altro mondo, questi versetti descrivono la condizione di coloro che entrano nel Paradiso. La questione interessante è che nel Paradiso entreranno le coppie di coniugi che hanno lottato insieme in vita contro i problemi ed hanno conservato la propria fede, compiendo buone azioni. Il Corano descrive il tutto come un’esplosione di gioia; in quel luogo, verrà posto rimedio a tutta la tristezza che gli uomini hanno sopportato in vita, anche perchè essere fedeli e scegliere il bene non è indolore. Coloro che entrano in Paradiso saranno colmi di gioia e questo sentimento sarà visibile sui loro volti. In quel luogo godranno di tutti i doni a cui avevano rinunciato nella vita mondana; verranno serviti nel migliore dei modi ed i piaceri non avranno fine.
I versetti, più avanti, fanno riferimento ad altri due doni paradisiaci, il fatto che tutto quello che si vuole si materializza subito e cosa può essere più piacevole di questo? L’altro dono è quello dell’eternità di questo piacere e godimento.
Tutto questo viene ereditato dai benefattori per via delle loro buone azioni. Al termine dei versetti che abbiamo letto si parla pure degli alberi paradisiaci, sempre carichi di frutti bellissimi, di cui si cibano gli abitanti del Paradiso.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Le coppie fedeli, rimangono in coppia anche nell’altra vita.
Secondo – Coloro che in questa vita hanno rinunciato ai piaceri per compiere buone azioni e non commettere azioni ingiuste, nell’aldilà verranno premiati con piaceri molto più grandi.
Terzo – Il piacere ed il godimento mondano è breve e limitato ma quello del Paradiso è eterno.
Quarto – Senza buone azioni, pensare di poter entrare in Paradiso è un’illusione.
Quinto – Una delle bellezze del Paradiso, è l’abbondanza e la varietà dei frutti presenti in esso.
Ed ora leggiamo i versetti numero 74, 75 e 76 della sura degli Ornamenti d’Oro:
«إِنَّ الْمُجْرِمِینَ فِی عَذَابِ جَهَنَّمَ خَالِدُونَ»،
I malvagi rimarranno in eterno nel castigo dell’Inferno (43:74)
«لَا یُفَتَّرُ عَنْهُمْ وَهُمْ فِیهِ مُبْلِسُونَ»،
che non sarà mai attenuato e in cui si dispereranno. (43:75)
«وَمَا ظَلَمْنَاهُمْ وَلَـکِن کَانُوا هُمُ الظَّالِمِینَ»
Non saremo Noi ad essere ingiusti nei loro confronti: sono loro gli ingiusti. (43:76)
Dopo aver descritto la situazione di coloro che raggiungono il Paradiso, il Corano, probabilmente per fornire anche un paragone a chi legge, descrive la condizione dei peccatori nell’altra vita. Anche loro rimangono in eterno nella condizione in cui si trovano, una condizione dolorosa ed umiliante. Considerando gli altri versetti del Corano e le spiegazioni degli Imam, i discendenti del profeta, solo quei peccatori che avrebbero continuato a peccare all’infinito, rimarranno nell’inferno per sempre, e gli altri peccatori, non rimarranno all’inferno in eterno.
I versetti spiegano che non è Dio ad aver fatto del male a questa gente ma sono loro ad aver costruito la propria disgrazia con le loro mani. Anche nel sistema giudiziario umano, c’è una proporzione tra i reati e le pene, e tale proporzione non dipende però dal periodo del reato, ed infatti ci possono essere reati verificatisi in un periodo di tempo molto breve, ma che hanno pene molto pesanti.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Nel sistema educativo coranico, la buona novella del Paradiso e accompagnata dal monito costituito dall’Inferno; ciò per evitare che le persone vengano prese da inutile superbia o al contrario dalla rassegnazione.
Secondo – Proprio come le buone azioni regalano il Paradiso, allo stesso modo le cattive azioni conducono verso l’Inferno.
Terzo – Dio non fa del male a nessuno, e la punizione per le cattive azioni, è esito di quelle stesse azioni.
Ed ora leggiamo i versetti 77 e 78 della sura Az-Zukhruf o degli Ornamenti d’Oro:
«وَنَادَوْا یَا مَالِکُ لِیَقْضِ عَلَیْنَا رَبُّکَ قَالَ إِنَّکُم مَّاکِثُونَ»،
Urleranno: «O Mâlik, che ci finisca il tuo Signore!». Risponderà: «In verità siete qui per rimanervi». (43:77)
«لَقَدْ جِئْنَاکُم بِالْحَقِّ وَلَـکِنَّ أَکْثَرَکُمْ لِلْحَقِّ کَارِهُونَ»
Già vi portammo la verità, ma la maggior parte di voi detestava la verità. (43:78)
Le condizioni dei peccatori e degli ingiusti, all’inferno, sono talmente difficili che chiedono di essere uccisi e di morire all’angelo guardiano dell’Inferno, ma tale desiderio non viene esaudito.
I versetti ricordano che il motivo più importante della disgrazia di coloro che vanno all’inferno è la loro resistenza nei confronti della verità e della giustizia; in vita, queste persone non dava ascolta alla verità e preferiva seguire il proprio istinto e le proprie passioni e i propri interessi.
Dalla riflessione su questi versetti apprendiamo che:
Primo – Nella vita mondana, dobbiamo stare attenti alle nostre azioni per non essere costretti ad invocare la nostra stessa morte nell’altra vita.
Secondo – La punizione divina colpisce colore che sapevano ma hanno volontariamente ignorato la via del bene.
Terzo – Arrendersi dinanzi alla verità è motivo di felicità per l’uomo in questa e nell’altra vita; al contrario opporsi alla ragione ed al bene, è motivo di disgrazia eterna.
Davood Abbasi