Islam e le minoranze religiose (4)
vi presentiamo un'altra puntata della serie 'i diritti delle minoranze religiose nell’Islam.
Amici come vi ricorderete nella puntata precedente abbiamo esaminato le condizioni che l’Islam pone agli altre altre comunità religiose per godere dei benefici sociali e individuali previsti dalla giurisprudenza islamica per le seguaci di altre religioni. Il concetto di firmare un accordo di convivenza pacifica e lontano da ogni forma di ostilità è un principio coranico applicato dai tempi del governo islamico più autentico ovvero il governo guidato dallo stesso Profeta Mohammad, Pace e Bnedizione di Dio su di lui.
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Il famoso accordo di pace di cui parla anche il Sacro Corano, è una forma completa di accordo tra i musulmani e i miscredenti dove le autorità del governo islamico si impegnano a garantire la sicurezza e la salvezza dei miscredenti a patto che loro in un contratto scritto e firmato si impegnassero a porre fine a igni forma di lotta e ostilità contro i musulmani e accettassero di seguire le leggi in vigore del governo islamico. Tale concetto viene spiegato nei versetti 6 e 7 della Sura At Touba del Sacro corano: “E se qualche associatore ti chiede asilo, concediglielo affinché possa ascoltare la Parola di Allah, e poi rimandalo in sicurezza. Ciò in quanto è gente che non conosce!
Come potrebbe esserci un patto tra Allah e il Suo Messaggero e i politeisti, ad eccezione di coloro con i quali stipulaste un accordo presso la Santa Moschea? Finché si comportano rettamente con voi, comportatevi rettamente verso di loro. Allah ama i timorati”.
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Abbiamo visto che il Sacro Corano facendo riferimento ai miscredenti e ai politeisti, nonostante dichiarasse inequivocabilmente la loro deviazione dalla Retta Via, ma quando si tratta di dare l’opportunità agli uomini di conoscere la Prola di Allah e la Verità più Sublime, gli tatta con la massima misericordia invitando i musulmani a dare il rifugio e la sicurezza anche ai non credenti affinché potessero riconoscere la via giusta dalla miscredenza e la Verità dalla mistificazione.
In base a questo principio coranico, tutti coloro che firmassero l’accordo di pace e rispetto con i musulmani sono in salvo e meritano di essere rispettati e protetti dal governo islamico.
Perch’ questo accordo di pace sia ritenuta valida ed autentica vi sono delle condizioni che devono essere assolutamente rispettati.
In base alla Sharia islamica, l’accordo di pace stipulato tra i musulmani e la comunità non islamiche è indispensabile che non possa nuocere in alcun modo i musulmani. In altre parole per essere considerato legittimo un accordo di pace tra i musulmani e i miscredenti è indispensabile che gli interessi dei musulmani venisse assicurato e che attuare tale accordo non danneggi la comunità islamica come si legge nel versetto 4 della Sura At Touba: “Fanno eccezione quei politeisti con i quali concludeste un patto, che non lo violarono in nulla e non aiutarono nessuno contro di voi: rispettate il patto fino alla sua scadenza. Allah ama coloro che [Lo] temono”.
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La seconda condizione per legittimare questo accordo è che la comunità atea non sia in ostilità con i musulmani e che le leggi islamiche venissero rispettate da parte loro. Il governo islamico può entarare in trattative di pace con i miscredenti quando è certo che loro non stanno progettando di danneggiare l’Islam o i musulmani. Va ricordato che questi concetti furono avanzati dal Sacro Corano e applicato rigorosamente dal nobile Profeta di Dio quando dopo le guerre, una volta sconfitti i nemici, chi riusciva a porre il suo dominio e il suo potere non solo non andava in contro ad alcun tipo di accordo di pace ma venivano versati fiumi di sangue dei civili e delle popolazioni inermi. Ed ecco come con la rivelazione dell’ultimo Messaggero di Allah e la Parole di Dio, al posto di feroce vendetta e sangunosi genocidi post guerra, venne stabilito un altro tipo di approccio basato sulla coesistenza pacifica e sul rispetto reciproco.