Pandemia e la crisi economica negli Stati Uniti - 5
La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.
Dopo il crollo per il lockdown, l’economia Usa stenta a recuperare. Un’altra brutta tegola per Trump, che proprio sull’economia pensava di avere il suo vero asso nella manica per il voto di novembre.
Secondo gli ultimi dati del Dipartimento per il lavoro diffusi prima delle elezioni, che dunque fotografano lo stato del paese mentre i cittadini votano alle urne o per posta. E non sono buoni per il presidente.
A settembre del 2020 sono stati creati 661mila posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è aumentato di mezzo punto, arrivando al 7,9%. Ma il recupero dei 22 milioni di posti persi da marzo è ancora ben lontano: solo 11,4 milioni di persone sono tornate a lavorare e l’economia Usa, anche dopo le fughe in avanti estive su quarantena e mascherine, mostra il fiato con evidenti segni di rallentamento.Per la prima volta da aprile, ad esempio, il numero di nuovi posti di lavoro è stato inferiore al milione. Per dare un’idea della frenata, a giugno erano +4,8 milioni.Senza contare che i posti di lavoro creati non sono quasi mai davvero nuovi, ma semplicemente riassunzioni in fabbriche e negozi che lentamente riaprono.Da punto di forza, dunque, l’economia potrebbe diventare il vero tallone d’Achille del presidente. I 4mila miliardi di dollari federali spesi per lo stimolo nei primi mesi della pandemia sono finiti a luglio, e gli effetti sembrano tutt’altro che duraturi.
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"Il dato sull'occupazione americana è molto sorprendente, quasi sconvolgente", lo dice l' esperto di macroeconomia, il professor Fabrizio Pagani. "Ci si aspettava che ad aprile l'economia Usa creasse oltre un milione di posti e invece ne sono arrivati appena 226mila. Il motivo? La domanda di lavoro c'è, ma apparentemente manca l'offerta. Oppure, forse, la risposta è un po' più complessa. Il mondo del lavoro Usa esce frantumato da questa pandemia. C'è troppa volatilità sui dati e troppa dislocazione sul mercato del lavoro, sulla logistica. Si tratta di fatti nuovi, che non si erano mai visti prima".
Il prof. Pagani, che e' anche il capo della segreteria tecnica dell'ex ministro italiano dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, consigliere economico dell'ex Presidente del Consiglio Enrico Letta ed ex sherpa del G20, prova a spiegare i deludenti dati del mercato del lavoro Usa.Diciamo così: domanda e offerta di lavoro non sono più stabili. In altre parole, mentre prima domanda e offerta s'incrociavano in modo tutto sommato naturale, ora a causa della dislocazione e cioè dei troppi spostamenti il mercato è diventato più complesso, più difficile da decifrare. C'è stato un rimescolamento. Con la pandemia si è creata più volatilità, perché si crea molta domanda dove non c'è abbastanza offerta, oppure si crea offerta in settori dove non c'è domanda. Ecco questo è il concetto di dislocazione", afferma Pagani.