Lug 26, 2022 07:49 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana

Ed è inevitabile che con l’inflazione alle stelle la popolarità del presidente subisca un altro smacco. Secondo una indagine demoscopica condotta da Cbs News la popolarità del presidente è al 42%, con il 58% degli intervistati che disapprova il suo operato.Un giudizio negativo anche per quanto riguarda la gestione del conflitto in Ucraina, con il 55% che boccia il modo in cui il capo della Casa Bianca sta affrontando la crisi e il 45% che lo promuove. Ma i dati peggiori per il presidente riguardano la preoccupazione degli americani per l’inflazione, l’aumento dei prezzi ed in particolare quello della benzina: il 69% ritiene che Biden stia sbagliando l’approccio e appena il 31% condivide la sua linea di azione. Ed un 63% degli intervistati critica la politica economica in generale del presidente. E, se non bastasse, anche la popolarità di Joe Biden continua ad essere in caduta libera nei sondaggi. La posizione del presidente americano presso il pubblico la popolarità è ora al 42%, secondo un nuovo rilevamento di Cbs News, con il 58% degli intervistati che disapprova il suo operato. Un giudizio negativo anche per quanto riguarda la gestione del conflitto in Ucraina, con il 55% che boccia il modo in cui Biden sta affrontando la crisi e il 45% che lo promuove. Lo scorso marzo un analogo sondaggio registrava una popolarità di Biden al 62%, ma da agosto, quando era al 50%, ha iniziato a scendere progressivamente, raggiungendo ora i minimi storici. E questo è il problema più pesante dei democratici a poco più di 7 mesi dalle elezioni di Mid Term.

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Per i politici americani e per gli esperti che amano le vertigini -e per distrarre l’attenzione dai recenti fallimenti- la guerra per procura in Ucraina è la perfetta lite straniera. Sta ringiovanendo il globalismo militarizzato in stile Guerra Fredda come pietra angolare della politica di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Per quelli della sinistra contro la guerra o della destra anti-interventista, questo si presenta come uno sviluppo preoccupante. All’interno dei circoli istituzionali, tuttavia, è una buona notizia incoraggiante. Scrivendo su ‘National Review‘l’affidabile bellicoso Elliot Abrams attendevacon evidente anticipazione «una lunga e pericolosa lotta» con la Russia «che potrebbe durare per generazioni». Nelle pagine di ‘The Week‘ il tipicamente accomodante Damon Linker si è unito a artisti del calibro di Abrams. «L’invasione dell’Ucraina segna il ritorno a un mondo dominato principalmente dalla competizione e dall’ostilità tra gli Stati», ha scritto. «Un mondo simile assomiglia alla Guerra Fredda, ma anche al mondo che ha preceduto la Guerra Fredda». Eravamo tornati ai giorni più bui del Novecento.

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