Ott 06, 2021 08:23 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

Non sono pochi gli esperti di economia che affermano: L'era dell'esorbitante privilegio del dollaro USA come valuta di riserva primaria del mondo sta volgendo al termine.

Il mercato interno americano non è in ripresa, anche a causa di un progressivo abbassamento degli stipendi e del sempre più alto numero di disoccupati. L'egemonia americana è in crisi e questo è certamente un buon segno, anche perché si darà maggiore spazio ad altre economie, mantenendo un miglior equilibrio mondiale.Ma, una cosa deve far riflettere, ovvero che, pur in presenza di un crollo economico interno pesantissimo, il mantenimento di una propria banca e quindi la possibilità di stampare moneta propria, può comunque aiutare a fronteggiare la crisi o quantomeno rimanere a galla.Negli ultimi anni, sia la Russia che la Cina hanno cercato di ridurre l'uso della valuta statunitense nelle loro economie. In particolare, le parti stanno attivamente aumentando gli insediamenti bilaterali in valute nazionali, oltre a sviluppare i propri sistemi finanziari e di pagamento. Come evidenziato in un rapporto dell'agenzia interna al Congresso americano che offre informazioni ed analisi sulle politiche pubbliche alle Commissioni e ai singoli deputati o senatori (US Congressional Research Service), gli Stati Uniti sono molto preoccupati per le prospettive di de-dollarizzazione in corso in Russia e Cina negli ultimi anni, al fine di rendere le loro economie indipendenti dalla residua influenza della valuta statunitense nel mercato globale. Il report ha indicato come da più di dieci anni la Russia e la Cina stanno facendo sforzi per ridurre l'uso del dollaro statunitense nelle loro economie, una tendenza che, indicano gli autori dello studio, messa in atto cercando di proteggersi dalle sanzioni di Washington, così come di ridurre l'influenza della politica economica e monetaria degli Stati Uniti. "Anche se la Russia e la Cina hanno un po' ridotto il loro uso del dollaro nel commercio, entrambi i paesi, come la maggior parte degli altri, dipendono ancora pesantemente dal dollaro.  Tuttavia, nel tempo, se gli sforzi di de-dollarizzazione avranno successo, questo potrebbe influenzare le sanzioni statunitensi, l'economia statunitense e, di conseguenza, la stessa leadership economica globale degli Stati Uniti", si legge nel documento.

 

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Gli analisti statunitensi hanno ricordato che dalla seconda guerra mondiale, il dollaro americano è rimasto la valuta di riserva dominante nel mercato globale, il che permette agli Stati Uniti di mantenere una posizione di primo piano nell'arena finanziaria ed economica internazionale, notano gli esperti incaricati dello studio."La posizione dominante del dollaro americano nelle transazioni transfrontaliere dà agli Stati Uniti un'importanza e una leva uniche attraverso politiche come le sanzioni finanziarie che impediscono l'accesso al sistema finanziario americano o l'uso del dollaro americano nel commercio internazionale", hanno sottolineato gli autori del rapporto del Congresso americano.