Nov 07, 2021 09:54 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

Giovedi 30 settembre e' stato aggiunto un accordo dell'ultimo minuto al Senato degli Stati Uniti per evitare il cosiddetto 'shutdown' cioe' la chiusura o la sospensione delle attività del governo federale. Approvazione bipartisan per evitare la paralisi per mancanza della copertura finanziaria. Il disegno di legge, approvato l'ultimo giorno dell'anno fiscale Usa, non prevede l'innalzamento del tetto del debito al quale si erano opposti i repubblicani. Il testo e' stato approvato anche alla Camera, un provvedimento questo che costringe gli impiegati americani a prendere ferie non retribuite. Nel frattempo, Democratici e Repubblicani dovranno trovare un accordo e votare su un provvedimento che consenta agli Stati Uniti di ripagare i propri debiti, pena un default catastrofico. Il rischio di arrivare allo “shutdown”, però, non era l’unico argomento di cui sta discutendo il Congresso. Nel giro di pochi giorni, infatti, dovrà votare su un provvedimento che consenta agli Stati Uniti di ripagare i propri debiti e su due delle più importanti iniziative legislative del presidente : un disegno di legge sulle infrastrutture e un ambizioso progetto di riforme economiche e sociali.

 

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La firma del Presidente degli Stati Uniti ha cosi' evitato il temuto arresto - anche se momentaneo - dell’esecutivo americano e soprattutto un catastrofico default. Joe Biden ha infatti cancellato tutti gli appuntamenti in agenda, nel tentativo di compattare il suo partito, e vincere un'aspra battaglia fra i moderati e i progressisti, che mirava a blindare la sua agenda economica. L'obiettivo raggiunto riguarda un voto a stretto giro su un provvedimento che lo finanzi fino agli inizi di dicembre, e che includa risorse per far fronte ai danni causati dai recenti uragani e per la questione afghana. Ben più complicata è la partita sull'aumento del tetto del debito, che vede i repubblicani compatti nell'opposizione. Per sciogliere i nodi ci sono poche settimane: entro il 18 ottobre il tetto del debito va alzato o gli Stati Uniti scivoleranno in default, il primo nella loro storia.

 

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Alla luce dei tempi stretti di azione le grandi banche e le grandi aziende americane, così come gli investitori a Wall Street, si posizionano per lo scenario peggiore. Pur convinti che alla fine il tetto del debito sarà alzato, il timore diffuso è quello di un errore politico involontario che causi un default con conseguenze mondiali. È in questo quadro che Biden e i suoi uomini sono impegnati in prima linea in un vortice di telefonate e incontri. Il problema maggiore da superare è la spaccatura del partito democratico che sta creando non pochi problemi anche all'esperta Speaker della Camera Nancy Pelosi. I progressisti alla Camera hanno minacciato di bocciare il piano da 1'000 miliardi di dollari sulle infrastrutture se non ci sarà anche un voto sulla misura da 3'500 miliardi di dollari che prevede investimenti nell'istruzione e nella sanità. Quest'ultimo provvedimento però non è ancora completo e rischia, vista la sua portata, di non passare in Senato, dove i due senatori moderati Kyrsten Sinema e Joe Manchin hanno già espresso le loro riserve. È proprio su Sinema e Manchin che si stanno concentrando gli sforzi di Biden, che vuole spuntare da loro l'impegno pubblico a sostenere la maxi manovra pur sapendo che si tratta di una scommessa. L'appoggio all'iniziativa potrebbe infatti non essere abbastanza per i progressisti, che vogliono un voto e a breve. Nell'impasse che si è venuta a creare Biden si gioca la partita della sua vita politica. Se dopo l'Afghanistan perdesse sul fronte economico, per Biden la presidenza sarebbe ancora più in salita.