Il Sentiero della Luce 950
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Cari amici di Pars Today Italian, siamo lieti di accompagnarvi anche oggi con l’interpretazione semplice e scorrevole dei versetti del Corano, l’ultimo testo rivelato dal Signore e la Sacra Scrittura di un miliardo e mezzo di persone al mondo.
Amici, anche questa settimana continuiamo la lettura del cinquantesimo brano del Corano, la Sura Qaf di cui il nome deriva appunto dal primo versetto. Questa sura è stata comunicata al nobile profeta dell’Islam negli anni di residenza alla Mecca e come le altre sure meccane, parla soprattutto di argomenti di base della fede come il Monoteismo, la Profezia e la Resurrezione. Comprende 45 versetti e inizia come, altre 28 sure del Corano con le “lettere separate”, come abbiamo spiegato, un segreto tra Dio ed il profeta.
Oggi conosceremo meglio dal versetto 16 al 22 di questa Sura coranica.
Ascoltiamo oea i versetto 16 della Sura Qaf:
وَلَقَدْ خَلَقْنَا الْإِنْسَانَ وَنَعْلَمُ مَا تُوَسْوِسُ بِهِ نَفْسُهُ ۖ وَنَحْنُ أَقْرَبُ إِلَيْهِ مِنْ حَبْلِ الْوَرِيدِ
“In verità siamo stati Noi ad aver creato l’uomo e conosciamo ciò che gli sussurra l’animo suo. Noi siamo a lui più vicini della sua vena giugulare”. (50:16)
Come abbiamo visto, nei precedenti versetti, Iddio Altissimo ricorda più volte all’uomo che nulla di ciò che ogni singolo iondividuo pensa e fa non sfugge mai al Signore e Lui conosce le sfumature più sottili della mente umana. Inoltre tutte le azioni buone o cattive degli uomini vengono registrati dai suoi due angeli custodi, i quali nel Giorno del Giudizio gli consegnano le sue opere nei minimi dettagli. Ogni parola, ogni azione e persino ogni piccolo gesto ha una ripercussione nel Mondo Eterno dove a testimoniare pro o contro le persone saranno proprio le sue azioni e i suoi membri del corpo.
L’onnipresenza divina, che suscita al contempo nel credente timore e senso di sicurezza, è espressa con divina sintesi in questo elevatgissimo versetto. La coscienza della presenza di Allah, gloria Lui l’Altissimo, nella vita dei Suoi servi è esperienza spirituale quotidiana e puntuale di tutti i musulmani che credono con sincerità e che assolvono ai doveri che Egli l’Altissimo ha imposto.
Da questo versetto impariamo che:
1. Iddio l’Onniscente conosce l’interiore e esteriore di tutti gli uomini e nulla gli potrà mai sfuggire.
2. Se l’uomo non fosse vigile e attento al prorio Io, o la Nafs come viene indicato nella terminologia coranica, sarà soggetto alle mille tentazioni che lo trascineranno negli abissi del mondo materiale.
A questo punto ascoltiamo i versetti 17 e 18 della Sura Qaf:
إِذْ يَتَلَقَّى الْمُتَلَقِّيَانِ عَنِ الْيَمِينِ وَعَنِ الشِّمَالِ قَعِيدٌ
“Quando i due che registrano seduti alla sua destra e alla sua sinistra, raccoglieranno [il suo dire]”, (50:17)
مَا يَلْفِظُ مِنْ قَوْلٍ إِلَّا لَدَيْهِ رَقِيبٌ عَتِيدٌ
“[l’uomo] non pronuncerà nessuna parola senza che presso di lui ci sia un osservatore solerte”. (50:18)
Il Sacro Corano in diversi versetti fa riferimenti espliciti ai due che registrano o i due che raccolgono. Si trattat dei due angeli custodi incaricati dal Signore di annotare le azioni degli uomini oppure i due angeli che procederanno all’esame che subiremo nella tomba subito dopo la nostra morte terrena.
Abbiamo detto che Allah Gloria a Lui l’Altissimo, conosce tutte le nostre azioni e intenzioni. Lui ci sente nei sentimenti e i ppensieri e tutto ciò che diciamo, anche se fossero degli bisbigli non Gli sfuggono, anche perchè moltissimi peccati e opere ingiuste più gravi hanno l’origine nelle parole che noi pronunciamo.
Da questi due versetti abbiamo compreso che:
1. I due ange,li incaricati da Dio l’Altissimo sono uno strumento Divino per registrare ogni nostra azione.
2. Gli uomini, tutti e senza alcuna eccezione, sono responsabili di ciò che dicono o fanno e nulla viene tralasciato nel Giorno del Giudizio.
3. Credere sinceramente nella presenza degli angeli e del mondo occulto è uno dei criteri della sincera fede nel Signore.
E infine ascoltiamo i versetti 19, 20, 21 e 22 della Sura Qaf;
وَجَاءَتْ سَكْرَةُ الْمَوْتِ بِالْحَقِّ ۖ ذَٰلِكَ مَا كُنْتَ مِنْهُ تَحِيدُ
L’agonia della morte farà apparire la verità: ecco da cosa fuggivi”. (50:19)
وَنُفِخَ فِي الصُّورِ ۚ ذَٰلِكَ يَوْمُ الْوَعِيدِ
“Sarà soffiato nel corno. Ecco il Giorno della minaccia”! (50:20)
وَجَاءَتْ كُلُّ نَفْسٍ مَعَهَا سَائِقٌ وَشَهِيدٌ
“Ogni anima verrà accompagnata da una guida e da un testimone”. (50:21)
لَقَدْ كُنْتَ فِي غَفْلَةٍ مِنْ هَٰذَا فَكَشَفْنَا عَنْكَ غِطَاءَكَ فَبَصَرُكَ الْيَوْمَ حَدِيدٌ
“[Uno dirà]: «Davvero trascuravi tutto ciò: [ora] abbiamo sollevato il tuo velo e quindi oggi la tua vista è acuta». (50:22)
Come sappiamo la maggior parte degli uomini ha una paura intensa dalla propria morte e cerca di distrarrsi dal pensiero di dover abbandonare il mondo materiale. Molto spesso gli uomini parlando della morte usano solo la terza persona come se questa fosse una realtà che riguarda solo gli altri, mentre tutti i Testi Sacri e a maggior ragione l’ultima e la più completa di essi, il Sacro Corano spesso ricorda all’uomo che è prima o poi destinato a abbandonare il corpo per diventare solo lo spirito, e ciò accadrà sicuramete che l’uomo lo voglia accettare o meno.
Va ricordato però che nella dottrona monoteistica, la morte non costituisce assolutamente la fine della vita bensi è un trasferimento della vita da una forma a un’altra ancora più elevata e perfetta.
Da questi versetti impariamo che:
1. Timore di morire è un sentimento naturale che deriva dalla poca conoscenza della vita dopo la morte.
2. Il momento del decesso per la maggior parte delle persone è un momento duro e difficile a causa delle sue opere impure.
3. La dimenticanza è una caratteristica comune in tutti gli uomini ma trascurare la propria morte è un segno di scarsa fede nel Signore dei Mondi.
4. Il mondo profano con tutte le sue attrazioni in realtà costituisce una catena all’anima umana. Dipendere dal mondo materiale è la fonte della maggior parte delle disgrazie dell’uomo.