Feb 13, 2022 10:51 CET
  • Pandemia e la crisi economica negli Stati Uniti - 22

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

La bruciante sconfitta del Partito democratico alle recenti elezioni in Virginia, con il governatore uscente Terry McAuliffe battuto dal repubblicano Glenn Youngkin, richiama il presidente Joe Biden a un immediato cambio di rotta, a un anno dalle elezioni di Midterm che potrebbero costare alla Casa Bianca il controllo di Camera e Senato. Con la sconfitta in Virginia appunto e il sorprendente testa a testa in New Jersey, la presidenza Biden sprofonda al suo livello più basso: dopo il crollo del leader democratico nei sondaggi e l’affronto del senatore Joe Manchin che ha fatto saltare con una sortita spettacolare un accordo parlamentare sul programma economico e sociale della Casa Bianca che sembrava a portata di mano, per Biden le elezioni perse nettamente in uno Stato nel quale un anno fa sopravanzò Trump di ben 10 punti percentuali sono qualcosa più di una sirena d’allarme. Sono il preavviso di uno tsunami che fra un anno con ogni probabilità farà perdere al presidente tanto il controllo della Camera quanto quello del Senato.Per molti, Joe Biden si ritrova, un anno dopo l’elezione, gia' alle corde. E' riuscito a far approvare in Congresso i suoi piani fiscali, di investimenti per le infrastrutture fisiche da 1,2 trilioni di dollari, ma non si sente ancora sicuro. Il motivo? Il Congresso ha approvato il suo piano ma ha rimandato ancora quello per le infrastrutture umane da quasi 2 trilioni, che punta a riformare la società americana come non accadeva dai tempi della Great Society di Johnson.

 

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Torniamo alla sconfitta elettorale per Biden e i democratici; Il presidente americano infatti, avendo perso da gennaio il 10% dei consensi, paga lo stallo delle riforme economiche al Congresso e le divisioni del partito, con i senatori centristi Manchin e Sinema a far ostruzionismo contro i pacchetti di spesa su clima e infrastrutture. Fa paura anche l’inflazione, che ricorda agli anziani la stagione del presidente Carter, quando volò quota 13,3. Anche in New Jersey i repubblicani hanno guadagnato terreno, con lo sfidante Jack Ciattarelli, anche se il governatore democratico Phil Murphy è stato rieletto, bis per il partito che mancava dal 1977. Quanto basta, perché analisti conservatori, come Marc Thiessen, pronostichino la débâcle democratica nel 2022, e il ritorno dei repubblicani alla Casa Bianca nel 2024. Il repubblicano Glenn Youngkin ha espugnato infatti la Virginia, stato storico del Sud che, da tempo, va assumendo il colore blu dei democratici grazie a sobborghi di professionisti liberal, con una tattica formidabile di trumpismo senza Trump per far echeggiare i temi cari alla base dell’ex presidente populista, ma senza i suoi toni stridenti, che spaventano gli elettori moderati. L'uomo d’affari nonche' appassionato di basket, Youngkin, ha battuto sulle parole d’ordine di istruzione ed economia, che risuonano negli spot come richiami a razza, tasse, integrazione forzata, lotta di classe. La battaglia in corso per integrare i programmi scolastici delle scuole pubbliche, con riferimenti allo schiavismo, agli studi afroamericani, la letteratura post coloniale, irrita molte famiglie bianche di ceto medio, che, pur senza cadere nella propaganda di Trump, tengono però alle proprie tradizioni e culture.