Lug 17, 2016 12:18 CET
  • Come si vive nell’Islam 44

Per comprendere l’importanza e la posizione della madre nell’Islam, oltre agli ahadith citati sopra, è bene ricordare un episodio molto esemplare riportato nel libro di Ahadith, Biharul Anwar, Vol. 74, pag. 49

Una persona andò dall’ultimo Messaggero di Dio Mohammad (SA) e gli chiese: “Quale è la persona che devo rispettare di più?” “Tua madre”, rispose il Profeta (SA). “E poi?” “Tua madre”. “E poi?” “Tua madre”. “E poi?” “Tuo padre”. Rispose in fine il Nobile Profeta facendo cosi’ capire ai suoi discepoli quanto fosse elevata la posizione delle madri nell’Islam.

Oltre al Profeta, anche gli immacolati Imam sia nella loro condotta sia con le parole hanno invitato I musulmani a portare il pieno rispetto per I genitori, e per le madri in particolar modo,

A confermare ulteriormente questo principio islamico basterebbe leggere I versetti 23 e 24 della Sura Asra del Nobile Corano quando recita:

“ Il tuo Signore ha decretato di non adorare altri che Lui e di trattare bene i vostri genitori. Se uno di loro, o entrambi, dovessero invecchiare presso di te, non dir loro "uff!" e non li rimproverare; ma parla loro con rispetto, e inclina con bontà, verso di loro, l'ala della tenerezza; e di': " O Signore, sii misericordioso nei loro confronti, come essi lo sono stati nei miei,allevandomi quando ero piccolo".

In Occidente invece, e con Occidente non intendiamo una delimitata zona geografica o tipo umano, ma quella visione del mondo e della vita sorta abbastanza recentemente e che ormai ha purtroppo raggiunto ogni angolo della terra, con il cosiddetto ‘movimento di emancipazione femminile’, si è cercato di minimizzare e ridurre sempre di più l’importanza e il valore dell’essere madre e moglie, affermando che questa sarebbe una limitazione della donna, che invece deve avere funzioni più importanti.

Così facendo hanno allontanato la donna dal suo istinto e dalla sua natura, l’hanno trascinata fuori dalla casa e dalla famiglia e l’hanno forzatamente assimilata sempre di più all’uomo.

Di conseguenza il fondamento della famiglia, basato sul ruolo della donna, è stato indebolito e presto sono state visibili anche le gravi conseguenze sulla società. Invece di liberare la donna, questa visione e questo movimento di “emancipazione” costituiscono un tradimento della natura umana e soprattutto della donna stessa.

Il ruolo imprescindibile della madre, ad esempio, nello sviluppo, educazione e crescita sana di un bambino, è riconosciuto non solo da tutte le società tradizionali, ma anche dai più fini studiosi occidentali moderni, che sostengono l’importanza della cura e della crescita dei figli, in particolar modo nei primi mesi ed anni della vita. Anche secondo gli psicologi moderni, il bambino apprende più nei primi due anni di esistenza che nel corso dell’intera vita! E questo difficile e importantissimo compito è affidato alla donna.

Per comprendere meglio le conseguenze dell’allontanamento della donna dal nucleo familiare e il successivo ed inevitabile indebolimento della famiglia, sarebbe sufficente dare un’occhiata a come nelle societa’ occidentali come quelle occidentalizzate, la donna subisce gravi e quotidiane ingiustizie  sia nell’ambito della famiglia e soprattutto e’ costretta a lavorare nelle condizioni in cui e’ all’ordine del giorno ogni forma di molestia psicologica e sessuale.

Anche nella storia dell’Occidente e’ stato spesso riportato comportamenti ingiuste e persino leggi assurde nei confronti della donna. In Inghilterra più di nove milioni di donne furono bruciate vive nel sedicesimo secolo. Solo nel 1850 la donna ebbe il diritto di cittadinanza e solo nel 1882 le fu possibile possedere proprietà.

In Francia nel 1586 si stava ancora discutendo se la donna fosse o meno un essere umano e si concluse poi che ella fosse stata creata per servire gli uomini. Solo nel 1938 la legge fu emendata per permettere alle donne di occuparsi di proprietà ed

operare un conto bancario.

Nel diciassettesimo secolo, il clero Romano decise che le donne non avevano anima e di conseguenza non sarebbero entrate in Paradiso. Nell'Enciclopedia Britannica troviamo un riassunto della posizione legale delle donne

nella civiltà Romana: Per la Legge Romana una donna era completamente dipendente persino in tempi storici. Se sposata, ella e la sua proprietà passava in potere di suo

marito. E non poteva esercitare alcun incarico pubblico o privato, non poteva essere testimone, garante, tutrice o amministratrice; non poteva adottare né essere adottata, o fare un contratto o testamento.