Mar 08, 2022 11:02 CET
  • Pandemia e la crisi economica negli Stati Uniti - 26

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

Sullo sfondo del malcontento del popolo americano per la situazione economica del Paese, con l’inflazione in aumento, l’approvazione per il presidente democratico Joe Biden ha toccato un nuovo record negativo. Secondo i recenti sondaggi, il 31% degli intervistati ritiene che il capo della Casa Bianca abbia mantenuto la maggior parte delle promesse fatte in campagna elettorale e il 35% pensa che nel complesso abbia realizzato molto. Questi risultati contengono non solo un duro giudizio sulla performance del presidente, ma anche un campanello di allarme per i Democratici sulle loro prospettive alle elezioni di midterm del prossimo anno: secondo il sondaggio, se il voto si tenesse oggi, il 51% degli elettori registrati sosterrebbe, nel proprio distretto, il candidato Repubblicano al Congresso, mentre il 41% quello Democratico. La situazione economica attuale può offrire un parallelismo con quanto successo negli anni ’70 sotto il presidente Carter. Sotto la presidenza di Carter, gli Stati Uniti hanno sperimentato inflazione e disoccupazione in doppia cifra a causa del prezzo del petrolio. Il tasso di inflazione odierno non è così alto, ma cinque mesi consecutivi di inflazione superiore al 5%, non rappresentano certo un trend promettente per Biden. I funzionari dell’amministrazione Usa sostengono che, diversamente da allora, il tasso di inflazione scenderà nei prossimi mesi.

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Il segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha ripetutamente affermato che si aspetta che l’inflazione torni al 2% entro il 2022. Ha ribadito questa posizione durante un’intervento radiofonico, sostenendo che le condizioni economiche miglioreranno man mano che l’economia si riprenderà dall’emergenza Covid. Yellen ha inoltre sottolineato che la Federal Riserve interverrebbe nel caso si verificasse un’impennata del tasso di inflazione simile a quella della seconda metà degli anni ’70. La soluzione di Joe Biden? Pompare 2 trilioni di dollari nell’economia tramite Build Back Better, il piano che comprende aiuti Covid, per i servizi sociali, il welfare, le infrastrutture, oltre a fondi stanziati per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici. Secondo l’amministrazione Biden, il piano “consentirà agli Stati Uniti di raggiungere i propri obiettivi in materia di lotta ai cambiamenti climatici, creare milioni di posti di lavoro ben retribuiti” e “far crescere la nostra economia dal basso verso l’alto e verso l’esterno”.

 

 

 

Secondo il conservatore New York Post, al contrario, “le tasse mostruose strozzeranno la crescita, gli investimenti e l’occupazione”, oltre che far crescere ulteriormente un tasso di inflazione già record. Chi ha ragione lo dimostrerà solo il tempo. Ma è innegabile questa rappresenti l’ultima chance che Joe Biden può giocarsi per riconquistare la fiducia degli elettori americani, sempre più critici e disincantati nei confronti della sua amministrazione. La nuova variante del Covid Omicron pone rischi al ribasso per l’economia e il mercati del lavoro, oltre a intensificare l’incertezza sul fronte dell’inflazione che viaggia già significativamente sopra il target del 2%. Lo afferma il presidente della Fed, Jerome Powell, nell’intervento che terrà domani in Senato nell’ambito della sua audizione insieme al segretario al Tesoro Janet Yellen. «Il recente aumento dei casi di Covid e l’emergere della nuova variante pongono rischi al ribasso per l’occupazione e l’economia, oltre ad aumentare l’incertezza per l’inflazione», afferma Powell in base alle anticipazioni diffuse del suo intervento in Senato. «Una maggiore preoccupazione per il virus potrebbe ridurre la voglia del lavoro in persona, e questo potrebbe rallentare i progressi del mercato del lavoro e intensificare le tensioni nelle catene di produzione», aggiunge Powell, mettendo in evidenza come nonostante i progressi c’è ancora strada da fare per centrare la massima occupazione.

 

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