Mar 29, 2022 06:30 CET

La pandemia ha causato una profonda recessione economica a livello internazionale. In questo programma cercheremo di approfondire - citando le osservazioni degli esperti -, l'impatto che la Pandemia del Coronavirus ha avuto a breve termine sull’economia mondiale e in particolar modo su quella americana.

E' successo tutto in fretta, la fine di una lunga, devastante e sanguinosa occupazione: il ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan e l'arrivo al potere dei talebani …e poi le immagini indelebili della gente che sciamava nell’aeroporto di Kabul, i poveri disperati che si aggrappano agli aerei da trasporto e precipitano andando incontro alla morte – un quadro complessivo di disfatta e sangue – con ogni probabilità verranno viste dagli storici del futuro come un esempio lampante di tutta una serie di fallimenti della politica estera statunitense, dopo la sconfitta in Vietnam del 1975, la rivoluzione islamica in Iran del 1979 e la spinta isolazionista a trincerarsi nei propri confini al grido di America first, tendenza accelerata da Trump. Anche prima del caso afghano, molti membri ben informati delle élite nel mondo degli affari, della politica e dei media già sapevano che il ventunesimo secolo sarebbe stato il secolo del- la Cina. Piaccia o non piaccia, il fatto che il gigante asiatico stia diventando la nuova superpotenza economica globale è dato per acquisito da molti. L’unica questione aperta riguarda i tempi: la Cina supererà il Pil americano nel 2028, nel 2030 o qualche anno più tardi? Il processo, in sé e per sé, è inesorabile, o quasi. Il declino dell’impero americano è adesso accelerato dalla sconfitta in Afghanistan e dall’umiliazione di vedere un governo terrorista talebano insediarsi a Kabul mentre l’America commemora il ventennale dell’attacco lanciato da Al Qaeda e da Osama bin Laden, che proprio dai talebani, e proprio in Afghanistan, ricevette aiuto e ospitalità. Non sono pochi coloro che ritengono il fallimento in Afghanistan l'inizio di una serie prossime sconfitte che gli Stati Uniti dovranno prepararsi a subire.

 

******

Per gli europei il vero problema insito nel collasso afghano non è la mancanza di coordinamento, non è non essere stati consultati, e non è neppure la grande questione del reale grado di competenza degli americani. Il punto è che l'amministrazione Biden è adesso il terzo presidente Usa di fila, dopo Obama e Trump, a dimostrare in modo plateale che il suo Paese non ha più intenzione di fare il poliziotto globale, e che anzi non vuole più preoccuparsi di conflitti cronicizzati in remoti angoli del mondo, né tantomeno esportare la democrazia. Biden è il terzo presidente a ignorare, se non tradire, i valori e le tradizioni su cui per lungo tempo si è incardinata la politica estera statunitense. Una grandissima parte del popolo americano non nutre il minimo interesse verso l’Afghanistan, l'Asia Occidentale (Medio Oriente) e persino l’Europa, e naturalmente l’era Trump ha gettato benzina sul fuoco dell’ignoranza e della xenofobia.

 

******