Falsi paladini dei diritti umani (3)
Vi presenteremo un altro appuntamento con un altro caso della violazione dei diritti umani da parte di coloro che ne considerano i paladini della difesa. Speiamo che sia di vostro gradimento!
Per un gran numero degli americani la recente decisione della Corte Suprema sull’interruzione di gravide, rappresenta un serio passo indietro per i diritti delle donne e teme che altri diritti possano ora essere in pericolo. In effetti, la stessa corte potrebbe decidere di impedire a consumatori, aziende, pubblicazioni e appaltatori statali di esercitare il loro diritto di impegnarsi in boicottaggi politici, un diritto riconosciuto da decenni da quella istituzione. Annullando la propria decisione del 2021, la Corte d’Appello dell’ottavo circuito federale ha stabilito che il boicottaggio di Israele non è protetto dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. L'Unione Americana per le Libertà Civili (con la sigla ACLU) ha confermato che farà appello alla Corte Suprema. Se la Corte Suprema accetterà di esaminare il caso, potrebbe creare un precedente importante per proteggere i boicottaggi come azione politica o, se la corte fosse d’accordo con l’8° circuito, accelerare lo smantellamento del diritto alla libertà di parola. Se la Corte Suprema deciderà di non esaminare il ricorso, la decisione dell’8° Circuito rimarrà valida e definitiva. La sentenza si concentrava su un caso sollevato in Arkansas dalla stampa locale che si era visto porre come condizione per ricevere contratti statali una dichiarazione che il giornale non avrebbe boicottato l'entita' sionista.
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Secondo Palestine Legal, un gruppo che difende gli attivisti per i diritti dei palestinesi dagli attacchi legali, più di 30 Stati degli Stati Uniti hanno approvato misure che condannano o tentano di limitare la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per i diritti dei palestinesi. Incoraggiati dalle lobby di pressione e dallo stesso regime israeliano, diversi politici affermano che rifiutarsi di acquistare prodotti dei coloni e criticare le violazioni dei diritti umani da parte di Tel Aviv – o la sua ideologia sionista – equivale a fanatismo antiebraico. La legge dell’Arkansas del 2017, che è stata annullata nel 2021, richiedeva allo Stato di creare una lista nera di società che boicottavano Israele e costringeva gli enti pubblici a disinvestire dalle società segnalate nella lista nera. La parte della legge in questione in questo caso è il requisito che gli appaltatori statali forniscano una certificazione scritta che non boicottano e non boicotteranno Israele. La Corte d’appello ha stabilito nel 2021 che la legge dell’Arkansas era incostituzionale perché si trattava di un tentativo da parte di un ente governativo di impedire un discorso politico. Ma la scorsa settimana un gruppo più numeroso di giudici della stessa Corte ha annullato la decisione. Tale voltafaccia “ignora la storia dei precedenti e considera la legge statale come una restrizione a una condotta esclusivamente commerciale che non comporta alcun messaggio politico”, ha affermato Palestine Legal. "La Corte ha rifiutato di affrontare la realtà che queste leggi fanno parte di uno sforzo per proteggere Israele dalle sue responsabilità”, ha aggiunto l’organizzazione. La decisione “è un attacco al nostro diritto di dissentire dallo status quo”.